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Il lavoro, un bene per l’uomo

"Il lavoro è certamente un bene «utile» o «da fruire», ma è soprattutto un bene «degno», perché corrisponde alla dignità dell’uomo, un bene che esprime questa dignità e la accresce. Il lavoro è un bene dell’uomo, è un bene della sua umanità, perché mediante il lavoro l’uomo non solo trasforma la realtà adattandola alle proprie necessità, ma anche realizza se stesso come uomo, anzi, in un certo senso, «diventa più uomo»". 

Con queste parole di papa Giovanni Paolo II, porgo il mio saluto e ringraziamento a quanti sono presenti questa mattina alla celebrazione della Festa dei Lavoratori.
Ciascuno di noi che è qui deve sentirsi protagonista e non spettatore: questa festa, infatti, appartiene a noi tutti. Poiché tutti gli uomini e le donne di ogni età hanno sperimentato e sperimentano una qualsiasi forma di impegno nella vita quotidiana, nell’ambito professionale, nella scuola, nella società e nell’ambiente domestico.

Il lavoro, infatti, è un’espressione della vita dell’uomo. Prima ancora di guardarlo come dovere e diritto, il lavoro è soprattutto un bene per l’uomo, poiché senza di esso perderebbe la sua consistenza e identità.

Tuttavia, il lavoro non può essere considerato fine a se stesso. E’ un’opera comune, perché è reso possibile da altri e finalizzato ad altri. Il lavoro, dunque, si esprime anche nel servire il bene comune, ossia il bene della società intera: tutti siamo beneficiari del lavoro altrui, e ciascuno di noi contribuisce alla crescita comune.
Non a caso, i padri fondatori della Costituzione hanno voluto esprimere questa idea di servizio ponendo il lavoro alla base della nostra Repubblica democratica.

Ma chiediamoci: davvero, oggi, il lavoro è percepito, apprezzato e vissuto come servizio? Un servizio agli altri e alla comunità tutta?

Nella storia di Cinisello Balsamo abbiamo conosciuto diversi cittadini e imprenditori che con il loro operato hanno contribuito allo sviluppo sociale e civile della nostra comunità. Tra questi i benefattori Balilla Paganelli e Carlo Martinelli, entrambi hanno messo a servizio la loro vita per il Bene Comune.

Anche oggi non mancano esempi di cittadini, imprenditori e lavoratori che dedicano volontariamente tempo ed energie per la crescita di Cinisello Balsamo e rappersentano un modello da seguere. E questo deve essere per noi motivo di orgoglio e fiducia.

Tuttavia, non faremmo onore al 1° maggio se non guardassimo con adeguata presa di coscienza anche alle difficoltà che incontrano tanti nostri concittadini che non trovano occupazione, che lavorano saltuariamente o nella precarietà.

Padri, madri, giovani che chiedono speranza e futuro. E’ un appello, insieme preoccupato e dignitoso, che non possiamo lasciare cadere nel vuoto.

Dopo anni molto duri, il nostro Paese sta cercando di ripartire. I dati sull’occupazione dell’ultimo trimestre 2018 indicano una crescita, seppur rallentata, ritornando ai livelli della pre-crisi.
In particolare si registra un incremento delle posizioni a tempo indeterminato rispetto a quelle a tempo determinato, con maggiore stabilità per le persone e le famiglie.
Contemporaneamente non ci deve lasciar tranquilli il dato dell’occupazione in ambito giovanile che purtroppo non presenta crescita.

Questo aspetto deve continuamente spingere noi come Istituzioni, le imprese, le associazioni e ogni singolo individuo a fare di più, a fare tutto il possibile per tutelare il lavoro che già esiste, ma anche e soprattutto per creare nuove opportunità, per innovare, per investire, per progettare, affinché il lavoro possa essere una possibilità per tutti.

Impegnarsi per trovare occupazione alle nuove generazioni permette al presente di non privarsi della parte più creativa ed al futuro di realizzarsi. 
Penso si debba far di più anche dal punto di vista della sicurezza dei del luoghi di lavoro. L’attenzione per ciò che può costituire pericolo non può mai venire meno. Garantire a tutti la possibilità di lavorare in un ambiente sicuro significa vera attenzione alla persona.

Infine voglio invitare tutti a dare un significato all’opera che svolgiamo dentro un orizzonte più ampio: la fatica di lavorare è uguale per tutti, ma chi vede la cattedrale nella pietra che sta modellando può abitare il limite umano di una creatività più feconda.
Chiudo prendendo in prestito una citazione di Enrico Mattei, un protagonista dell’economia post-bellica che è stato un visionario e di cui in questi giorni ricorre l’anniversario della nascita: "L’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono".

Buona festa dei Lavoratori a tutti!

Giacomo Giovanni Ghilardi

Data ultima modifica: 8 ottobre 2020
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