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Spiga d’Oro 2018: il discorso del sindaco

CERIMONIA PER LA CONSEGNA DELLA CIVICA ONORIFICENZA “SPIGA D’ORO”
Centro Culturale Il Pertini – Domenica 14 ottobre 2018

DISCORSO DEL SINDACO GIACOMO GHILARDI

Carissimi Amici!

Un caloroso benvenuto a tutti voi presenti e un doveroso ringraziamento alle autorità civili, religiose e militari per aver deciso di condividere, con tutti noi, l’importante momento di celebrazione e consegna dell’onorificenza della Città di Cinisello Balsamo.

Il tradizionale appuntamento per la consegna della “spiga d’oro”, a persone e realtà che si sono particolarmente distinte per il servizio al bene comune della città, è una grande occasione per ritrovare la speranza partendo dal positivo che ricolma il tessuto della nostra società.

Spesso abituati a notare quello che non va e che si dovrebbe fare, oggi ci regaliamo un momento in cui riconosciamo il bene che già c’è.

Tante risorse, a volte nascoste, permettono il normale svolgimento della nostra vita personale e associata e, almeno una volta lungo l’anno, desideriamo che siano conosciute e apprezzate come segno per tutti di cosa significhi vivere insieme.

La storia di questa onorificenza parla da sé. La “spiga d’oro” è il simbolo dell’impegno con cui ogni persona costruisce se stessa e la comunità che la circonda e rappresenta l’unione dei Comuni di Cinisello e di Balsamo, avvenuta nel 1928, di cui quest’anno ricorre il 90° anniversario. Questo dato ci richiama al fatto che, senza un vero amore all’unità, nulla di buono può durare tra gli uomini. Unità nel suo significato più pieno, cioè armonia delle differenze, non uniformità. La nostra città vive di questo amore alle differenze, nel rispetto reciproco, nella valorizzazione dell’altrui capacità e nell’attenzione ai bisogni di tutti.

In questi primi mesi di amministrazione ho avuto modo di incontrare, e gli assessori con me, moltissime persone e realtà del nostro Comune e posso confermare che il desiderio più diffuso nella nostra gente è proprio quello di essere valorizzata, rispettata e accolta. Bisogno che talvolta è materiale, come il lavoro, la casa, i figli; ma che sempre ha a che fare con il cuore: nessuno vuole essere lasciato solo.

Perché l’uomo non sia solo, però, non basta che sia detta o auspicata una qualsiasi forma di aiuto, che si creino tavoli o riunioni per organizzare l’assistenza, occorre invece che ciascuno metta in gioco se stesso nel pezzo di realtà che è chiamato a vivere, favorendo una convivenza nuova nelle piccole cose di ogni giorno.

Occorre essere attenti ai vicini di casa e ai loro bisogni, occorre rispettare l’ambiente in cui viviamo, le nostre piazze, le nostre strade, gli ambienti pubblici (cioè nostri), occorre stringere sempre di più i rapporti con le forze dell’ordine – che non finiremo mai di ringraziare per il preziosissimo servizio che svolgono per la sicura convivenza di tutti -, occorre non cedere alla trappola dei rapporti virtuali, occorre aprire i propri orizzonti sui nuovi mondi che si affacciano ormai da anni nel nostro mondo… insomma, occorre vivere la vita da uomini e donne appassionati alla realtà.

Un ambito, al tempo stesso entusiasmante e delicato, è quello dell’educazione delle nuove generazioni.

Se, da una parte, dobbiamo continuare sulla strada di maggiori controlli e di un costante presidio dei nostri quartieri per evitare situazioni di disagio e disordine, dall’altra parte è opportuno chiedersi: che cosa ci stanno domandando i nostri figli comportandosi così? Non è che, nel rapporto con loro, qualcosa si è interrotto?

Mi viene alla mente una domanda che il grande poeta italiano Mario Luzi (1914-2005) ha posto come incipit di una delle sue poesie più significative:

«Di che mancanza è questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?».

Possiamo dare un grandissimo contributo alla nostra città se, ciascuno nel proprio ambito e secondo la propria responsabilità, tentiamo di raccogliere la provocazione di questa domanda.

La consegna della “spiga d’oro”, dunque, lungi dal voler celebrare le persone a cui la consegneremo, vuole indicare esempi di come affrontare la vita all’altezza delle domande che abbiamo e che le nuove generazioni ci rivolgono.

In mezzo a noi vivono uomini e donne che non hanno girato la faccia dall’altra parte quando hanno dovuto affrontare le sfide della realtà, ma si sono messe in gioco in prima persona, senza aspettare che altri iniziassero a fare qualcosa, nemmeno il Comune.

Su questo punto, che mi sta molto a cuore, vorrei spendere una parola in più. Nella mentalità diffusa il Comune è visto come l’entità preposta a risolvere tutti i problemi della città. L’Amministrazione ha certamente la responsabilità di creare le condizioni per una serena e ordinata convivenza dei cittadini, preoccupandosi del funzionamento dei servizi, della correttezza delle procedure, della sicurezza degli ambienti… ma non dimentichiamo che, come ho sottolineato del discorso per il mio giuramento, il protagonista della vita cittadina è il popolo. Il Comune siamo noi. Da soli non possiamo fare nulla, abbiamo bisogno che ciascuno faccia la sua parte. L’alternativa sarebbe consegnare alla burocrazia, cioè a un governo senza volto, il destino della città. Noi non lo faremo!

Per questo oggi premiamo coloro che hanno fatto, e bene, la loro parte, agevolando anche la parte degli altri.

Abbiamo la responsabilità di tramettere alle nuove generazioni questo modo di vivere la vita, in una vera e propria alleanza educativa tra tutte le realtà che, sul territorio, si prendono a cuore il bene nelle sue varie forme.

Abbiamo riconosciuto questo tipo di passione nelle persone e nelle realtà alle quali consegniamo la “spiga d’oro”, che ci richiamano quanto bisogno ci sia di un ritrovato gusto per il quotidiano, di una passione per la bellezza della nostra città e dell’amore per il buono della nostra comunità.

Grazie!

Leggi i profili dei premiati e le motivazioni assegnate dalla Commissione Spiga d’Oro

Data ultima modifica: 8 ottobre 2020
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