LE VITTIME DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Si possono leggere le biografie dei caduti in due modi: partendo dalle schede delle singole lapidi su cui sono incisi i loro nomi, oppure da queste pagine dove i nomi sono elencati in ordine alfabetico.

Nei primi mesi del 1940 la popolazione di Cinisello Balsamo seguiva con sempre maggiore apprensione la politica del governo e gli sviluppi della guerra in Europa, e in molti si andava delineando la convinzione che la tragedia del conflitto era ormai alle porte anche per l’Italia; i giovani chiamati o richiamati alle armi erano sempre più numerosi e lo stesso podestà Ferdinando Gimelli, il 18 maggio, apprese di dover lasciare la carica per indossare il grigioverde.

Il 10 giugno 1940 la radio annunciò per le ore diciassette un importante discorso del duce. I cittadini si radunarono nella grande piazza di Cinisello; sul sagrato della chiesa era stata posta la radio prelevata dal Caffè del Mano (Ermanno Ronchi) collegata con un altoparlante, mentre nella più piccola piazza Italia, a Balsamo, l’impianto di trasmissione fu predisposto utilizzando l’apparecchio radiofonico del Caffè del Boss (Ernesto Bossi).

All’ora prefissata il duce proclamò al popolo italiano ciò che tutti, o quasi, temevano e non avrebbero voluto ascoltare: “ [...] Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente che in ogni tempo hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano. [...] L’Italia proletaria e fascista è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. [...] La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: ’vincere, e vinceremo’ per dare finalmente un lungo periodo di pace e di giustizia all’Italia, all’Europa e al mondo. Popolo italiano, corri alle armi e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore”.

Il ricordo dei cittadini testimoni nelle due piazze di quell’evento è unanime nel rievocare le emozioni della folla e l’atmosfera che regnava in quel fatidico pomeriggio di giugno: poche e sparute grida di entusiasmo e di approvazione, circoscritte ai soli individui in camicia nera, moltissimi invece gli sguardi sgomenti delle donne e degli uomini preoccupati per il destino dei loro figli, tangibili l’amarezza e lo sconforto dei giovani che videro profilarsi l’esperienza del fronte. Durante la prima guerra mondiale le famiglie avevano visto partire i padri per il fronte e molte non li avevano visti più tornare. Ora, quelle stesse famiglie vedevano partire i figli e temevano per la loro sorte.

A fine giugno giunsero le prime notizie dei soldati morti sul fronte alpino, nell’offensiva sferrata da Mussolini contro la Francia; Carlo Pirovano e Bruno Gollin erano solo due di quel migliaio di morti di cui il duce sosteneva di aver bisogno per poter sedere al tavolo dei vincitori durante le trattative di pace.

Si aprirono nuovi fronti di guerra, il conflitto si dilatò fino a raggiungere il fronte sovietico e si susseguirono le partenze per il fronte delle giovani leve e dei richiamati, tra i quali c’era lo stesso segretario politico del fascio locale Federico Repetto che cedette la propria carica al camerata Tino Mauri.

Da casa, le madri non potevano fare altro che inviare un po’ di soldi, qualche indumento e del cibo ai loro figli e pregare per la loro incolumità.
Dall’inizio della guerra la devozione alla Madonna di Sant’Eusebio aveva dato origine a una consuetudine che era entrata a far parte della vita dei fedeli della parrocchia di Sant’Ambrogio ad nemus; ogni mercoledì uomini e donne, preceduti dal parroco don Cesare Viganò, o dal coadiutore don Giuseppe Mazzola, si recavano in processione all’antico oratorium dove veniva celebrata una messa per i soldati.

Anche durante la seconda guerra mondiale Cinisello Balsamo pianse i suoi morti, quasi tutti ragazzi molto giovani.

Facendo un calcolo solo delle vittime i cui nomi sono incisi sulle lapidi, risulta che su settantaquattro, sette morirono durante i combattimenti, dieci in seguito alle ferite riportate in combattimento, due a causa di un bombardamento, due in un incidente ferroviario, uno in un incidente automobilistico, uno fucilato dai nazisti, uno per annegamento, cinque in un campo di prigionia e otto in seguito a malattia contratta in guerra. A questi si aggiungono trentatre che furono dichiarati dispersi, sette dei quali in mare, mentre di altri quattro non si hanno informazioni sulle circostanze della morte.

Tre furono i morti nel 1940, quindici nel 1941 quindici nel 1942, ventotto nel 1943, otto nel 1944, quattro nel 1945 e uno nel 1951.

Ventisei militari morirono o furono dichiarati dispersi in Russia, tredici sul fronte greco-albanese, undici in Italia, due in Grecia (di cui uno a Creta e uno a Rodi), cinque in Germania, tre in Francia, due in Croazia, uno in Algeria, uno in Tunisia, uno in Polonia, uno in Jugoslavia e otto in mare. Dei militari deceduti o dispersi in mare, uno morì in zona Punta Nera (Isola d’Elba), uno vicino a Castelsardo (Sassari), uno in zona Capobon (Tunisia), uno nel mare davanti Bougie (Algeria), uno in zona Marsa Matruh (Egitto), uno nel mare dell’isola di Leros (Mar Egeo), uno in zona Capo Sounion (Attica, Grecia) e uno nel mare dell’Isola Fernando de Noronha (Brasile).

Dei militari deceduti o dispersi in Italia, due morirono a Cinisello Balsamo, due a Baragiano (Potenza), uno a Rondissone (Torino), uno a Lecce, uno a Palermo, uno all’ospedale di Baggio (Milano), uno all’ospedale di Desio (Monza e Brianza), uno all’ospedale di Monza e uno all’ospedale di Bari.

Sette furono gli I.M.I. (Internati Militari Italiani), uno di loro fu arrestato e morì in un naufragio prima di arrivare a destinazione, uno fu liberato dalla prigionia e morì nel 1951 per malattia contratta in guerra. Cinque furono prigionieri degli Alleati.

Sette furono i militari insigniti con una o più medaglie.

PER APPROFONDIRE

Vai alla scheda: "Seconda guerra mondiale - storia e cronologia" - di Achille Rastelli.

Vai alla scheda: "Seconda guerra mondiale - Alcuni dei teatri di guerra che hanno visto il coinvolgimento dei cittadini di Cinisello Balsamo".

Vai alla scheda: "Gli internati militari italiani (I.M.I.) nei Lager nazisti (1943-1945)".

Vai alla scheda: "Le vittime civili della seconda guerra mondiale".

Vai alla scheda: "La situazione alimentare a Milano e a Cinisello Balsamo durante la seconda guerra mondiale".

Vai alla scheda: "Vittime della seconda guerra mondiale non incluse nelle lapidi".