LE OPERE DI DEVOZIONE POPOLARE

La città è disseminata di edicole e statue con effigi religiose, il più delle volte di non rilevante interesse artistico; testimonianza tuttavia di una devozione popolare per alcune immagini sacre e, in particolare, per quelle legate al culto mariano che perdura tuttora.

In questa sezione ne vengono proposte alcune, unitamente a un approfondimento sulla Madonna Pellegrina che nell’immediato dopoguerra girò tutta l’Italia in un pellegrinaggio che, tra il sacro e il profano, raggiunse anche Cinisello Balsamo.

Alcune riflessioni sul culto popolare e sull’iconografia mariana
di Laura Sabrina Pelissetti

A Cinisello Balsamo, come nella maggior parte dei centri di origine rurale, si conservano tuttora numerose opere di devozione popolare. Si tratta perlopiù di testimonianze di arte pittorica locale, o di piccole cappelle votive sorte ai crocicchi, lungo le vie più battute o nelle antiche corti, ove la presenza discreta dei santi più venerati o dell’effige della Madonna ha sempre avuto un ruolo importante per i viandanti e i contadini che in essi cercavano conforto e protezione. Ereditati dai nuclei famigliari del proletariato urbano e in seguito implementati con le nicchie, le grotte e le sculture collocate negli oratori, nei cortili cittadini e nei giardini privati, questi manufatti vanno ricondotti ai dettami impartiti dopo il Concilio di Trento dal cardinale Carlo Borromeo, che nel 1577 raccomandava: “[...] gli oratori dove non si celebra la Messa, che sono solitamente costruiti lungo le strade, si edificheranno non nei campi, ma sulla via pubblica, in modo che i viandanti, mossi da sentimenti pii nel vederli, si fermino un po’ a pregare [...]”.

La dedicazione delle opere è quasi esclusivamente mariana, ad eccezione di alcune effigi dei Santi patroni di Balsamo e Cinisello, o delle sculture dedicate alle personalità più venerate nella devozione popolare e ai culti riconducibili ai paesi d’origine dei cittadini immigrati. E’ infatti attestata in varie parti d’Italia la prevalenza del culto tributato alla Madonna, a cui contribuirono la proclamazione dei dogmi dell’Immacolata Concezione nel 1854 e dell’Assunzione nel 1950, e soprattutto le notizie delle apparizioni di Lourdes (1858) e di Fatima (1917), che andarono a consolidare il ricordo delle visioni locali di Caravaggio (o Santa Maria della Fonte, del 1432), quelle della Madonna della Guardia (1490), della Madonna della Stella (1491) e della Beata Vergine dei Miracoli (Corbetta, 1555) non riconosciuta dalla Chiesa cattolica. La proposta presentata nel 1962 dal vescovo Dario Bolognini alla Sede Apostolica, che attribuì alla Beata Vergine del Sacro Fonte in Caravaggio il titolo di compatrona della comunità diocesana di Cremona, dovette pertanto esercitare una considerevole influenza sulla pratica devozionale della seconda metà del XX secolo in Lombardia.

Si tenga infine conto che il culto delle apparizioni ai fedeli di umili origini poté fin dall’inizio diffondersi con una certa facilità nella cultura popolare in virtù della ricerca di un rapporto più diretto e accessibile con il divino: da qui la scelta di far ricorso, nelle raffigurazioni pittoriche come nelle opere scultoree, a impostazioni semplici, con immagini sacre perlopiù frontali, al fine di garantire l’intercessione con il supplicante. Le fonti iconografiche assunte a modello vanno ricercate nelle piccole stampe distribuite alle feste dei Santi o nei luoghi di pellegrinaggio, nelle immaginette vendute presso i Santuari o diffuse attraverso i libri di preghiere e i testi liturgici.
Se la persistenza di queste opere dimostra che la tradizione di riservare un’edicola, o una nicchia, o un’immagine alla Vergine o ad un santo è ancora viva negli spazi privati delle grandi città, la beatificazione e la santificazione di alcune personalità che hanno segnato il nostro tempo hanno alimentato la devozione popolare più recente, contribuendo al diffondersi di sculture quasi sempre confezionate in serie, che hanno preso il posto dei manufatti di arte minore o popolare (di cui vanno definitivamente superate le etichette di qualificazione negativa) penalizzando quell’intimo e identitario rapporto che un tempo si creava in quei luoghi sacri, cari all’immaginario collettivo, troppo spesso ricordati esclusivamente nella tradizione orale e annoverati tra i beni culturali immateriali.

PER APPROFONDIRE

La Madonna Pellegrina

Vai alla scheda: "La ’Peregrinatio Mariae’ o Pellegrinaggio della Madonna".

Vai alla scheda: "La Madonna Pellegrina Mutilata da una bomba a Bareggio (Mi)".

Vai alla scheda: "La Madonna Pellegrina fa il suo ingresso a Cinisello Balsamo"

"C’era una volta..."

Vai alla scheda: "Dipinto di San Martino."

Vai alla scheda: "Dipinto di Sant’Antonio Abate".

Un’opera d’arte del maestro Mike Ciafaloni

Vai alla scheda: "Amore, arte e ragione - ’Il frutto dell’amore è la salvezza dell’umanità’ ".