Servizi > Centro Documentazione Storica > Anniversari e Ricorrenze > Dicembre 2020 > 13 Dicembre Lucia: la Santa della Luce

STORIA E LEGGENDA DI SANTA LUCIA

Santa Lucia davanti al giudice- DIPINTO DEL 1539 di Lorenzo Lotto

Lucia nacque a Siracusa fra il 280 e il 290 dopo Cristo.

Il suo nome vuol dire luce, dal latino Lux, nome destinato all’epoca ai bambini nati alle prime luci dell’alba.
Secondo il racconto popolare Lucia era una nobile fanciulla siracusana, promessa sposa fin da piccolissima ad un giovane concittadino patrizio di credo pagano.
Rimasta precocemente orfana del padre, fu cresciuta dalla sola madre Eutichia, donna buona ed altruista, che la educò all’amore verso i più poveri e bisognosi.
La donna, portava con sé Lucia anche quando aiutava i Cristiani.
La leggenda racconta che la madre, quando Lucia aveva 19 anni, si ammalò di un flusso emorragico che la indeboliva progressivamente. Vedendo che la situazione peggiorava, Lucia, dopo aver ascoltato il racconto del brano del Vangelo nel quale si descrive la guarigione di una donna ammalata come la madre, grazie al tocco del manto di Gesù, convinse la madre a recarsi in pellegrinaggio al sepolcro di Sant’Agata.
Lucia pensava che dopo aver toccato la tomba della Santa, la madre sarebbe guarita proprio come la donna del vangelo!
La leggenda narra che giunta al luogo sacro il 5 febbraio del 304, immediatamente dopo aver toccato il sepolcro, Lucia fu subito colta da un’insolita stanchezza e si assopì sognando Sant’Agata.
Nella visione la Santa che, la salutò chiamandola con l’appellativo di “sorella Vergine in Cristo”, le profetizzò la sua futura Santità e rivelò che lei stessa, per la sua forte fede, aveva già intercesso per la guarigione della mamma.
Risvegliata, appurando la reale guarigione della madre decise di consacrare ufficialmente la propria esistenza a Cristo.
Tornata a Siracusa, la giovane convinse la madre a desistere dai progetti matrimoniali e a distribuire ai poveri la parte del patrimonio della famiglia a lei destinato per la sua dote e si dedico assiduamente all’aiuto ai Cristiani che a causa delle persecuzioni di Diocleziano erano costretti a nascondersi nelle catacombe di Siracusa.
Racconta la leggenda che per poter vedere all’interno delle catacombe ed avere le mani libere, al fine di aiutare i bisognosi, usava portare legata in testa una lampada accesa.
Quando il promesso sposo venne a conoscenza della scelta di Lucia, probabilmente
offeso da tale gesto e indispettito, la denunziò al Prefetto Pascasio accusandola di cristianesimo. Erano quelli gli ultimi anni della feroci persecuzioni di Diocleziano verso i cristiani e un accusa del genere si traduceva quasi sempre in una condanna a morte.
Al di là di ogni leggenda, certo è che, la scelta fatta da Lucia si scontrava con le tradizioni del tempo: lei era la promessa sposa di una persona importante e, in quell’epoca, non erano sicuramente le donne che potevano annullare i contratti di matrimonio.
Lucia venne subito arrestata e condotta dinanzi alla massima autorità.
Durante il processo, il Prefetto le ordinò di dimostrare di non essere cristiana facendo sacrificio agli idoli, ma la giovane non cedette e rispose con fermezza a tutte le accuse.
Neanche dopo le minacce di torture atroci e violenze, che l’avrebbero resa comunque peccatrice, Lucia si lasciò intimidire e diede una risposta che rimase famosa: " non c’è peccato, se non c’è la volontà di peccare.”

Il prefetto Pascasio, il quale non voleva vedere i segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando anche con le risposte ferme e decise date dalla fanciulla, comunque indispettito, essendo lei di stirpe nobile, non la condanno subito a morte ma, per punirla di avere rifiutato il suo promesso sposo, la condannò alla prostituzione e ordinò che fosse trascinata in un postribolo, dove avrebbe subito umiliazioni e violenza continua.
La leggenda narra che si compi il prodigio dell’irremovibilità. Il corpo esile della ragazza divenne immobile e pesante come una roccia e, per quanto i soldati si adoperassero per trascinarla via, i loro sforzi furono inutili anche quando la legarono con delle funi alle mani e ai piedi e tutti insieme presero a tirare. Provarono allora a trascinarla con un paio di buoi ma nessuna forza la riuscì a smuovere.
Dopo tanti altri supplizi, compreso la resina, olio bollente e il rogo, che non ebbe presa ne sulle vesti ne sul corpo di Lucia, venne condannata alla morte per decapitazione e così la spada di un soldato pose fine alla vita terrena della fanciulla. La ragazza prima di morire profetizzò la caduta dell’impero di Diocleziano e la pace per la Chiesa con la fine delle persecuzioni.
Lucia fu subito sepolta a Siracusa dalla madre, vicino il luogo del suo martirio, dove oggi sorge il Santuario di Santa Lucia al Sepolcro.
Il 13 Dicembre divenne il giorno a lei dedicato ma non è certo che coincida con la data del suo martirio.
Fino al 1582, anno in cui entrò in vigore il calendario gregoriano che spostò la data del solstizio al 21 Dicembre, era ritenuto il giorno più corto e buio dell’anno.

Il martirio e la morte di Lucia, risultano in alcune testimonianze scritte tra le quali il "Acta Martyrum", fascicolo dove sono raccolti i verbali e rapporti ufficiali dei processi dei primi martiri cristiani che si conclusero con la condanna a morte.
Nel 878, per preservarle dall’invasione dei Saraceni, le sue spoglie mortali furono spostate in un luogo segreto. Furono ritrovate, inspiegabilmente, a Costantinopoli 1039 e portate, durante l’ultima Crociata, a Venezia nel 1205 per ordine del Doge Enrico Dandolo.
Dopo alcuni spostamenti interni alla città di Venezia, dal 1925 il suo corpo è custodito nella chiesa di San Geremia a lei Santuario dedicato.


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Data ultima modifica: 9 dicembre 2020
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