È strano pensare che questa avventura sia giunta al termine: ormai avevo cominciato a chiamare Nykøbing casa, ma invece eccomi di nuovo in Italia! Il sentimento che prevale sui mille altri credo sia la riconoscenza, verso tutte le persone che hanno reso la mia esperienza possibile e quelle che hanno contribuito a trasformarla in un ricordo da conservare e proteggere.
Col senno di poi, nove mesi sono stati il tempo perfetto: non credo avrei vissuto al meglio questa incredibile avventura se fossi rimasta più a lungo o se fossi tornata prima. Il mio ultimo mese in Danimarca è stato meno impegnato rispetto all’inizio, un po’ perché ero in Italia durante il festival più importante di Kulturfabrikken, e un po’ perché ho preferito concentrarmi su quello che ho imparato e su quello su cui dovrò invece lavorare per migliorarmi personalmente e professionalmente, piuttosto che intraprendere nuove attività. Non nascondo che nello stesso periodo ho anche dovuto affrontare anche una questione personale che ha contribuito ad allontanare la testa e il cuore dal progetto, ma questo mi ha fatto riflettere (ancora una volta) su come la vita "succeda" senza che noi possiamo averne sempre il controllo, e anzi, trovare un modo per vivere nel presente insieme alle nostre difficoltà è un dovere anche verso noi stessi in primis - ed è persino più facile (e più bello!) se ci si ricorda che "io sono l’unica persona che sarà sempre con me fino alla fine": credo rimetta tutto in prospettiva.
Anche per questo motivo, se dovessi scegliere una parola per raccontare il mio ultimo periodo danese userei proprio "persone". Ho fatto del mio meglio per dimostrare a chi mi è stato vicino che ero grata per la loro presenza nella mia vita; sapendo che mi rimaneva poco tempo da passare con gli skater ho cercato di divertirmi con loro quando passavano a Kultur, e ho organizzato con e per loro una movie night; a metà agosto sono venuti i miei genitori a trovarmi e ho mostrato loro i luoghi che ormai sentivo appartenermi; mi sono creata del tempo da condividere con chi ha significato molto per me e che non avrei più rivisto per un po’. Tra le tante cose che la Danimarca mi ha insegnato, però, c’è anche il mio bisogno di passare del tempo con me stessa: nei miei ultimi dieci giorni ho viaggiato verso Copenhagen e dintorni e altre cittadine dell’isola di Lolland-Falster per visitare musei e perdermi tra le strade, godendo della mia sola compagnia: il ricordo di quei giorni è tra i più felici che ho.
Ho comunque concluso col botto la mia permanenza partecipando al mio ultimo concerto a Kulturfabrikken, stavolta come ospite, con molti dei miei amici danesi e internazionali, per poi continuare la festa nell’appartamento che condividevo con l’altra volontaria italiana, Soumia. Abbiamo chiacchierato fino all’alba e poi ho dormito giusto quella mezz’ora per riuscire ad arrivare in aeroporto senza rischiare di non capire dove stessi andando o di perdere per strada i miei (troppi) bagagli. Ho salutato i miei amici con la promessa che sarei tornata, e nel tempo trascorso tra la fine del progetto e la scrittura di questo blog ho già preso i voli per passare a salutare a dicembre!
Forse ora dirò un’ovvietà - giusto per confermare che anche nel mio caso è stato così. Riprendere in mano la mia "vecchia vita" è stato rassicurante e alienante allo stesso tempo: da una parte sapevo dove sarei tornata, ma dall’altra ora mi sembra di percepire la realtà in modo diverso, e so che farò il possibile per portare quello che ho imparato su me stessa in Danimarca nella mia nuova quotidianità. Tra le tante cose, sicuramente anche la voglia di allargare la mia cerchia di amici internazionali ed esplorare un altro po’ di Europa grazie alle innumerevoli iniziative Erasmus per i giovani :)
Uno degli obiettivi che mi ero posta prima di partire era di tornare con più consapevolezza di cosa avrei voluto fare nel futuro. Oggi però riconosco che ho superato un traguardo ancora più alto: ho capito chi voglio essere. E ancora una volta, questo è solo l’inizio.