Continuo a non capacitarmi di come il tempo passi veloce qui: sono già al sesto mese in Danimarca, e (come da cliché) mi sembra di essere arrivata ieri!
Senza dubbio è anche perché ormai sono entrata nella routine di Kulturfabrikken, dove ogni giorno è diverso e le attività da organizzare nascono come funghi (e crescono come preadolescenti). ll che è una fortuna gigante, ma che ultimamente non mi permette più il lusso di fermarmi a riflettere sull’esperienza fighissima che sto vivendo.
Ormai ho perso il conto di quanti workshop ho aiutato ad organizzare e a cui ho partecipato: dal periodo natalizio con il workshop di fotografia, alle winter holidays in cui abbiamo decorato vestiti second hand con i colori per tessuto, a tutti i concerti per i quali ormai sono la ph e social media manager ufficiale, all’evento in cui con gli skater abbiamo creato una panchina a partire da vecchi skateboard (il mio preferito finora), al laboratorio di graffiti per la Royal Run danese, al corso di arte coi bambini più piccoli in cui creiamo qualcosa usando solo oggetti della natura trovati nel bosco o in giardino… E non vedo l’ora di vedere cosa mi aspetterà d’ora in poi, ma sicuramente una delle priorità sarà organizzare la prossima movie night con gli skater (per riprendere una tradizione iniziata dagli ex volontari).
Una cosa che non do mai per scontata è il modo con cui i miei colleghi si rapportano con me e con i volontari ESC in generale: ero pronta ad un’accoglienza più o meno fredda tipica di chi abita nel Nord Europa, e invece ho trovato una famiglia, sempre pronta a dare una mano, a volte senza nemmeno doverla chiedere, e che elargisce energia positiva e calore rendendo il lavoro ancora più piacevole di quanto già non sia. La mia mentor Guna in particolare è una ragazza speciale (anche lei era stata una volontaria qui, sei anni fa!): mi ci sono trovata divinamente fin da subito e a volte dobbiamo quasi sforzarci di mantenerci professionali, perché stiamo davvero bene insieme e rischiamo di mostrarci agli altri più amiche che colleghe.
Con gli skater e i ragazzi che vanno in monopattino, invece, il rapporto non è sempre facile: sono arrivata in un periodo in cui i ragazzi più grandi che vengono a Kulturfabrikken non sono esattamente disponibili a nuove conoscenze e tendono a stare solo tra di loro, ma sento che un po’ alla volta la cosa migliorerà. Sapevo che sarebbe stato difficile arrivare al cuore dei ragazzi danesi, ma non mi faccio intimidire: alla fine sono qui anche per creare nuove relazioni umane, e gli skater sono una categoria che ammiro da sempre e di certo non mi farò scappare questa opportunità. A volte alcuni di loro mi aiutano con lo skate, e in quei giorni l’adrenalina è alle stelle: anche se lentamente, sto migliorando a stare sulla tavola! Con altri, poi, abbiamo condiviso l’idea e la voglia di organizzare un particolare evento in estate, per il quale sono già gasatissima ma per ora non faccio spoiler.
A brevissimo arriverà anche la nuova volontaria con cui condividerò workshop, turni al bar della sala skate, e casa: l’ho sentita in videochiamata e mi sembra davvero una ragazza in gamba e piena di energia, con cui so già che creerò ricordi meravigliosi. Sembra abbia molta voglia di portare novità a Kulturfabrikken, e dopo questi mesi in cui a volte mi sono sentita la testa troppo piena per poter avere le idee chiare su cosa mi piacerebbe dare a questo posto, credo mi farà bene avere una persona come lei al mio fianco.
Intanto, sto continuando a studiare il danese a scuola, ma pur avendo fatto il linguistico la pronuncia mi fa dannare: prende qualcosa dal tedesco, dal francese e dall’inglese, ma il danese ha regole grammaticali del tutto diverse (se e quando vengono rispettate… mamma mia, quante eccezioni. Ammetto che è un po’ un casino). Anche qua però c’è l’aspetto positivo: i miei compagni sono persone davvero belle, che vengono da un sacco di posti diversi nel mondo, con passati super interessanti e motivi diversissimi tra loro per essere in Danimarca. Molti non parlano inglese, eppure la vibe che ci unisce quando facciamo esercizio insieme non fa neanche notare certe differenze culturali, e anzi ho imparato a vederla come un’occasione per scoprire che, nonostante le prime impressioni, alcune "barriere" sono superabilissime!
Com’era prevedibile, anche il mio inglese ha avuto un boost niente male. Se all’inizio mi sentivo titubante, insicura nella pronuncia e poco ferrata nel lessico, adesso credo potrei tenere una conferenza senza neanche preoccuparmi di fare brutta figura. E di certo questo è anche grazie alla mia nuova autostima, che nel progetto ha fatto enormi progressi. Non so se quando tornerò in Italia tutto tornerà come prima, ma spero che questa nuova consapevolezza di me non si perda da qualche parte come una valigia in stiva Ryanair.
Vi ricordate che nel mio blog pre-partenza confessavo la voglia di continuare a fare lezioni di danza anche qui? Beh, ce l’ho fatta: sono riuscita ad iscrivermi ad un corso nonostante fosse già metà anno scolastico, e mi sento veramente grata per la possibilità di continuare ad allenarmi ancora. In più, la mia insegnante fa lezione in danese e ho modo di fare pratica con la lingua anche lì - anche se Cecilie è una ragazza deliziosa, e a volte mi traduce in inglese le battute che le altre ragazze fanno pur di non farmi sentire esclusa.
Di recente alcuni amici italiani sono venuti a trovarmi: inutile dirlo, tutti si sono innamorati di questa realtà che per me è diventata vita quotidiana (d’altronde, siamo amici anche perché condividiamo la passione per tutto quello che io faccio in Danimarca). Una cosa che mi ha reso sinceramente felice è stato sapere proprio da loro che si percepisce quanto io sia felice qui!
Come credo si capisca, non mi rimane molto tempo libero tra tutti questi impegni, ma quando lo trovo mi piace andare in biblioteca e giocare a giochi da tavolo, scoprire posti segreti di Nykøbing insieme a chi ci abita, leggere libri nella mia enorme e luminosa cameretta, girare in bici tra i quartieri abitati e nel silenzio del bosco, fare un salto nei negozi dell’usato per scovare qualche affare, provare tutte le pizze margherita dei vari ristoranti ed eleggere la migliore, prendere un treno e vedere le città più importanti della Danimarca - e grazie al meraviglioso gruppo di volontari che ho conosciuto al training ho già avuto modo di visitare il Nord dello Jutland e qualche città come Næstved e Roskilde (e ovviamente i relativi skate park haha), e ormai sono di casa anche a Copenhagen! L’unica cosa che mi manca credo sia il cinema, ora mi faccio un appunto mentale per ricordarmi di andarci almeno una volta prima di settembre.
Che dire, penso si sia capito che potrei scrivere un’enciclopedia su quanto mi stia entusiasmando questo progetto. Se avete voglia di approfondire la mia avventura (sorbendovi ancora più dettagli), una volta al mese aggiorno anche il blog ufficiale ESC di Kulturfabrikken: perciò, in caso sapete dove cercare :)
Deborah