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EUIMAGE: il Convegno finale a Gorizia

I giorni 20 e 21 novembre 2019 si è svolto a Gorizia, presso la sede del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Trieste, il Convegno finale del progetto EUIMAGE, finanziato nell’ambito del Programma Europe for Citizens – European Remembrance.

La conferenza aveva l’obiettivo di ripercorrere i momenti storici salienti, dalla Prima Guerra Mondiale ai giorni nostri, che hanno fatto sì che gli stereotipi nazionali in Europa si cristallizzassero nell’immaginario comune.

Ad intervenire, i rappresentanti dei partner di progetto: l’associazione albanese Art Kontact, il Centro Italo-Tedesco per l’eccellenza europea Villa Vigoni, l’Università degli Studi di Trieste, la Sapienza Università di Roma, l’Università di Berlino (Germania), l’Università di Kaunas (Lituania).
Dopo il benvenuto da parte dei Proff. Giulia Caccamo e Diego Abenante dei corsi di studio in Scienze Internazionali e Diplomatiche e in Diplomazia e Cooperazione Internazionale, è stato Massimo Capano, Responsabile del Servizio Progetti per i Giovani del Comune di Cinisello Balsamo, a introdurre gli obiettivi e le attività del progetto.
Fin dal principio del progetto EUIMAGE, avviato a novembre 2018, il nostro Servizio ha scelto di coinvolgere in ognuna delle azioni 60 giovani di 18 anni, provenienti da tre classi quarte degli Istituti Cartesio di Cinisello Balsamo, Spinelli e Erasmo Da Rotterdam di Sesto San Giovanni. Attraverso attività di educazione non-formale, abbiamo accompagnato i ragazzi in una riflessione sulla storia e sull’utilizzo delle immagini nella propaganda, nell’allestimento di una mostra itinerante e nello svolgimento di interviste a giovani, anziani e stranieri residenti sul nostro territorio. Le metodologie specifiche e la scelta del target hanno costituito la specificità delle attività svolte nella nostra città rispetto a quelle proposte dagli altri partner che, al contrario, hanno sviluppato la tematica all’interno delle Università.


Ad intervenire durante il Convegno è stata poi la dott.ssa Francesca Zilio, ricercatrice presso Villa Vigoni, conosciuta per la prima volta nel 2017 come coworker nello spazio Cofò, con la quale abbiamo collaborato fin dall’ideazione del progetto. Francesca ha approfondito il tema degli stereotipi esistenti tra Italia e Germania, come questi vengono influenzati dall’approccio del National Branding e come invece incidono sulla solo parziale integrazione europea. Curioso notare come alcuni aggettivi attribuiti all’Italia fin dal Secondo dopoguerra, risultino ancora particolarmente attuali in Europa.

È stato poi il turno del dott. Andrea Griffante, ricercatore presso l’Università di Kaunas, che ha ripercorso gli stereotipi relativi alla Germania, all’Italia e all’Ucraina propri dell’immaginario polacco. L’intervento ha fatto riflettere su come tali stereotipi risultino sempre "banali", semplici, attraverso la selezione e mistificazione di elementi storici che sembrano diventare "inevitabili" per il senso comune.

Andi Tepelena, presidente dell’associazione di Tirana Art Kontact, ha focalizzato il suo intervento sul tema degli stereotipi attribuiti al popolo albanese e dal popolo albanese agli Stati europei (soprattutto nell’area dei balcani), raccontandolo attraverso vignette e caricature. Il messaggio fondamentale del suo intervento è stato sottolineare il modo in cui è possibile rispettare la propria identità nazionale e, allo stesso momento, aderire a un’identità e a una cittadinanza più ampia, europea.

Dalla Sapienza Università di Roma sono giunti invece tre diversi contributi, portati dai ricercatori Arrigo Bonifacio, Giulia Bianchi e Giovanni Lella, che hanno trattato rispettivamente la relazione tra Italia e Jugoslavia dalla Grande Guerra al Novecento e la legittimazione della violenza all’interno della politica, dell’Italia del Novecento agli occhi della Russia tra politica e Cultura (e di come la prima si passata dall’essere il Paese idilliaco e meraviglioso di Dante e Petrarca, a un’immagine di "tristezza, indecisione, ipocrisia, falsità") e degli stereotipi e clichés nei rapporti italo-francesi.

Sono intervenuti inoltre il Prof. La Mantia, che ha approfondito il tema della percezione dei Balcani in Europa prima della Prima Guerra Mondiale, e di come le scelte politiche e la costruzione dell’immaginario si sia fondato sul mito della "Memoria del Sangue Versato" nelle numerose guerre che hanno scosso l’Est, e il Prof. Pietro Neglie, sull’identità russa di fronte all’Europa.

Dall’Istituto per la storia della Resistenza e del’Età contemporanea nel FVG, il Prof. Luca Manenti ha invece ripercorso lo stereotipo del massone ebreo nella Grande Guerra tra loggia, ghetto e trincee, raccontando come tale immaginario fosse stato costruito sulla base di fonti false o irreperibili, menzoniere o irrealistiche, che facevano sentire chi leggeva le notizie come appartenente a una minoranza privilegiata convinta di avere accesso a verità nascoste.

La Prof.ssa Giulia Caccamo dell’Università di Trieste ha invece approfondito l’immagine dell’Italia nel panorama austriaco dalla Grande Guerra ai giorni nostri, di come si sia cristallizzata l’idea dell’italiano infedele e traditore a partire dal loro rifiuto di combattere a Gorizia, di come l’amore del generale Konrad per una triestina che diventerà poi sua moglie gli farà cambiare opinione sul popolo italiano (che "ha ereditato le caratteristiche razziali degli antichi romani"), ma non sul suo governo, e di come si sia radicalizzato dal secondo dopoguerra la paura costante dell’invasione.


A concludere gli interventi, giovedì 21, è stato invece il Prof. Oliver Janz della Freie Universitat Berlin, che ha esposto il loro progetto editoriale collettivo "International Encyclopedia of the First World War": un archivio ad accesso libero e multi-prospettico che raccoglie materiale e ricerche sulla Grande Guerra da oltre 50 paesi del mondo. Una preziosissima risorsa che però, sottolinea il prof. Janz, deve fare i conti con i rischi di ogni archivio on-line e con il dubbio che essi sopravvivano nel tempo come la carta.

Al termine di ogni giornata di Convegno è stato dato spazio agli interessanti commenti e alle stimolanti domande provenienti dal pubblico, rappresentato da oltre 100 studenti. La capacità di collegare le tematiche approfondite negli interventi ad avventimenti attuali hanno confermato l’alto livello di attenzione e di interesse da parte dei ragazzi.

Ricordiamo che tra pochi mesi sarà pubblicata la raccolta degli atti del Convegno, e che potete ripercorrere tutto il progetto EUIMAGE sul sito www.euimage.it

Data ultima modifica: 10 febbraio 2020
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