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Il Palazzo comunale di piazza Confalonieri e di via XXV Aprile


Palazzo comunale di piazza Confalonieri
Storia
Prima della costruzione del Palazzo comunale gli uffici avevano sede in villa Arconati Visconti Arese e successivamente in alcuni locali adiacenti a villa Silva Ghirlanda Cippelletti.
Il sindaco Natale Confalonieri fece costruire e donò alla città l’edificio che avrebbe ospitato la sede del Comune, ma purtroppo scomparve prima di vedere realizzato il progetto.
Il 20 settembre del 1911, primo anniversario della sua scomparsa, si svolse la cerimonia di consegna dell’edificio alle autorità e di svelamento di due lapidi in suo onore. La cerimonia fu semplice, ma degna della persona che si onorava.
Il 24 settembre 1911 si svolse la prima seduta del Consiglio comunale nella nuova sede. Il sindaco Emilio Baj Macario, la Giunta e il Consiglio espressero "la più viva riconoscenza […] ai munifici donatori", elogiando anche la popolazione, tutti i rappresentanti delle associazioni e delle società, mentre il consigliere Abele Confalonieri ringraziò Baj Macario per la donazione fatta al Comune dell’arredamento del gabinetto del sindaco.
Infine fu deliberato di intitolare la piazza antistante il Palazzo comunale piazza Natale Confalonieri “a perenne riconoscenza dell’atto suo munifico".
Nel nuovo Palazzo comunale si insediarono i sindaci: Abele Confalonieri, Emilio Baj Macario, Antonio Pacchetti, Pietro Pagliarini (commissario prefettizio), Emilio Baj Macario (dal 1926 podestà); dopo l’unificazione dei Comuni di Balsamo e di Cinisello: Ferdinando Lalli (commissario prefettizio), Alberto Innocente Monti (podestà), Ferdinando Gimelli (commissario prefettizio e podestà), Stefano Taccani (commissario prefettizio nei periodi di assenza del podestà) e Giuseppe Francaviglia (podestà).
Alla fine di aprile del 1945, durante le giornate della Liberazione, mentre il distaccamento della 119^ Brigata Garibaldi S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica) Quintino di Vona prendeva possesso dei locali della Scuola Elementare Luigi Cadorna, veniva occupato anche il Palazzo comunale per insediarvi il C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) locale che assunse pieni poteri fino al 25 giugno quando giunse dal prefetto Riccardo Lombardi la nomina del sindaco (Carlo Meani) e dei componenti della Giunta comunale provvisoria.
I sindaci della Repubblica democratica dopo Meani furono: Vittorio Viani, Cesare Caimi, Vittorio Viani, Aldo Raimondi, Enea Cerquetti, Felice Riccardi, Virgilio Canzi, Elio Bosio, Vincenzo Mario Pozzi, Carlo Lio, Daniela Matilde Gasparini, Angelo Zaninello. Il sindaco in carica è Daniela Matilde Gasparini.
Oggi il Palazzo è sede degli uffici del sindaco, del vicesindaco, dell’assessore all’Urbanistica e del segretario generale, della Sala Giunta e di alcuni uffici.

Descrizione

Nel progetto iniziale l’ingresso agli uffici del Palazzo comunale si trovava a destra dell’atrio: da qui si accedeva a uno scalone che immetteva alla veranda/balconata del piano superiore e successivamente al salone adibito ad Aula Consiliare.
Negli anni l’edificio subì alcune trasformazioni, ma conservò sempre gli stilemi decorativi della facciata eclettica. In un primo tempo venne chiuso
l’atrio con una maestosa cancellata in ferro battuto. In seguito, con la ristrutturazione avvenuta tra il 1986 e il 1987, la cancellata fu tolta e venne spostato l’ingresso sulla parete di fronte. Al posto del vecchio ingresso venne posizionata la lapide commemorativa Ai Martiri della Resistenza e della deportazione. All’interno fu eliminato lo scalone per far spazio a nuovi uffici e venne fatta costruire una scala a chiocciola per accedere al piano superiore. La veranda fu chiusa per ospitare una saletta/ufficio e lo spazio utilizzato per le riunioni del Consiglio comunale divenne un atrio, in cui oggi si conservano il Gonfalone del Comune (con drappo partito di rosso, caricato di un pastorale in argento e di spada, posti in croce di Sant’Andrea, a rappresentare Balsamo e drappo azzurro con leone rampante avente nella branca destra una doppia croce ospedaliera a rappresentare Cinisello) riccamente ornato e caricato dello stemma comunale con l’iscrizione centrata in oro "Comune di Cinisello Balsamo”, l’albo d’onore, alcune fotografie del Museo di Fotografia Contemporanea e un affresco strappato dall’ala sud di Villa Silva Ghirlanda Cappelletti, che raffigura la denudazione di Giunone da parte degli Amorini o un rimando al mito di Issione che, ingannato da Giove, giace con la nuvola da cui generò i Centauri. Negli anni Ottanta il Palazzo comunale di piazza Confalonieri fu unito, mediante un corridoio aereo, alla nuova sede comunale di via XXV Aprile.

Lapidi e targhe nell’atrio del Palazzo comunale di piazza Confalonieri

A Natale Confalonieri
Le due lapidi, inaugurate il 20 settembre 1911, attestano le benemerenze del sindaco e sono collocate rispettivamente di lato e sopra all’ingresso per accedere agli uffici del Comune.
Lapide in marmo con altorilievo recante l’effigie di Natale Confalonieri, opera dello scultore Donato Barcaglia (Pavia 1849 - Roma 1930).
Lapide in marmo con targa e bassorilievo in stile Liberty in ferro a fusione.
Natale Confalonieri
(1861- 1910) Diplomato in ragioneria, venne nominato cavaliere per le sue molteplici benemerenze. Resse le sorti del Comune di Cinisello in qualità di sindaco dal 1905 fino alla sua morte.

A Emilio Baj Macario
La lapide in marmo, arricchita da un tralcio vegetale, che reca un bassorilievo in bronzo con l’effigie di Baj Macario, è situata a sinistra della porta d’ingresso. Fu posata nel 1929, anno della morte del podestà.
Emilio Baj Macario
(1870 - 1929) Cavaliere, ufficiale, ingegnere, fu due volte sindaco di Cinisello: dal 1910 al 1920 alla guida di un’amministrazione cattolico-moderata e dal 1923 fino al 1926 quando fu nominato podestà, carica che tenne fino al 1928, anno dell’unificazione dei comuni di Balsamo e Cinisello.

Lapidi ai caduti

Ai caduti della prima guerra mondiale
La realizzazione della lapide dedicata a 54 caduti e dispersi di Cinisello fu affidata al noto scultore piemontese Leonardo Bistolfi (1859-1933), che realizzò un bassorilievo in bronzo simboleggiante la Patria che raccoglie i propri figli caduti in guerra, arricchito da alcune strofe della poetessa Annie Vivanti. Posizionata a destra dell’ingresso, l’opera fu inaugurata il 2 novembre 1919 alla presenza di numerose autorità, dei familiari dei caduti, degli scolari e di molti cittadini, ma la cerimonia fu sospesa a causa di una manifestazione di socialisti che disapprovavano le scelte del Governo ritenuto responsabile dell’intervento in guerra.

Ai caduti della seconda guerra mondiale
Nel 1948 la Giunta comunale incaricò il marmista Pietro Sala di realizzare una lapide dedicata a 35 caduti. Presumibilmente inaugurata durante la cerimonia del 4 novembre 1948, la lapide, posizionata a destra dell’ingresso, reca incisi i nominativi dei caduti con il grado militare ed è arricchita da un bassorilievo in bronzo che raffigura una fiamma perpetua sopra un’ara contornata da tralci di foglie.

Ai martiri della Resistenza e della deportazione
La lapide in marmo, che ricorda 8 partigiani e 13 deportati, è addossata a una lastra in pietra più scura sulla quale sono fissati due vasi in metallo. Originariamente si trovava sulla facciata dell’edificio, alla sinistra dell’atrio; negli anni Ottanta fu posizionata all’interno dell’atrio, in corrispondenza del vecchio ingresso del Comune (si notano ancora i gradini sottostanti).
L’inaugurazione avvenne il 25 aprile 1946, in occasione della manifestazione per il primo anniversario della Liberazione.

Ai dispersi della seconda guerra mondiale
Fu affidato l’incarico per la realizzazione di un’opera scultorea in memoria di 38 militari dispersi allo scultore Silvano Vismara (Milano 1939). Il bassorilievo in bronzo reca incisi il grado militare e i nominativi dei dispersi; ai lati della scultura sono presenti alcuni simboli riferiti alla Patria e alla guerra. E’ posizionato a sinistra dell’ingresso.
L’opera scultorea fu inaugurata il 2 novembre 1997 nell’ambito delle celebrazioni del IV Novembre.

Altre due lapidi, rispettivamente dedicate al ricordo dell’unificazione dei comuni di Balsamo e Cinisello (avvenuta il 13 settembre 1928) e dell’assedio economico (come da disposizione del 28 febbraio 1936) furono distrutte dalla popolazione alla caduta del fascismo.

Il Palazzo comunale di via XXV Aprile

Fu costruito tra il 1969 e il 1971 su progetto dell’architetto Demetrio Costantino (Milano, 1930). L’inaugurazione ebbe luogo il 2 giugno del 1971 in occasione della Festa della Repubblica.
Il Palazzo è sede dell’Aula Consiliare, dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale, delle sale dei partiti di maggioranza e di minoranza, dell’anagrafe e di altri uffici.
All’interno del Palazzo sono esposti alcuni affreschi strappati dalle pareti di Villa Ghirlanda Silva e quattro opere scultoree realizzate dallo scultore Silvano Vismara in occasione dell’assegnazione di Speciali Spighe d’Oro.

Data ultima modifica: 29 giugno 2016
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