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I primi mesi di Emanuela in Estonia!

Tere!

Ed eccomi qui a raccontarvi cosa è successo in questi primi cinque mesi a Tallinn.
Partiamo dall’inizio. Appena arrivata in Estonia a settembre ho subito svolto l’on-arrival training in una bellissima e piccola città chiamata Viljandi. Qui ho fatto conoscenza con altri volontari, con la storia e la cultura estone, come i loro tradizionali balli folk, perché in caso non lo sapeste a Tallinn ogni cinque anni si svolge uno dei più grandi festival della musica e del ballo folk in tutto il mondo, e sì partecipano tutti i cittadini estoni che sono poco più di un milione. Al training ci hanno anche dato una piccola infarinatura della lingua, voglio solo dire che quattordici casi grammaticali sono un po’ esagerati.

Ma ora parliamo del mio progetto, l’asilo Rõõmutarekese è suddiviso in una materna dove ci sono cinque gruppi e i bambini vanno dai tre/quattro ai sette anni, e in un nido con solo due gruppi che vanno dai due ai tre anni, qui in Estonia la maternità è molto più lunga rispetto in Italia quindi i bambini iniziano l’asilo più tardi. Con la mia tutor ho deciso di cambiare gruppo ogni due mesi così da poter conoscere i bambini e le maestre, per adesso sono stata in due gruppi della materna, e ora sto lavorando in un gruppo del nido. I bambini sono fantastici, non dico ogni giorno, ma quasi, torno a casa soddisfatta del lavoro svolto e delle piccole gioie che questi esserini mi danno. I principali compiti che svolgo sono aiutare le maestre nelle attività giornaliere, lavoretti, corsi di calcio e lingua francese, uscite a teatro/musei/fabbriche di gelati, e aiutare i più piccoli a mettersi i quattro strati di vestiti per andare fuori. Ma l’attività più importante è insegnare ai più grandi qualche frase e parola in italiano e in generale far conoscere l’Italia.

Se come me avete in mente gli estoni come persone bionde, con gli occhi azzurri e caratterialmente fredde e distanti, beh avete ragione, ma solo sul loro aspetto. Finora tutti gli estoni che ho incontrato sono persone fantastiche, aperte a fare nuove conoscenze e ad aiutarti in caso di difficoltà, certo ci sono le eccezioni ma per la maggior parte sono sempre disponibili, calorosi e autoironici sullo stereotipo che non sono bravi a socializzare. Inoltre le maestre del mio asilo amano far festa e ogni occasione è buona per celebrare. Da quando sono qua ho partecipato a ben sei feste, con i bambini, una festa per l’autunno e una per natale, dove hanno cantato “Bianco Natale”, e le altre con le maestre. L’ultima è stata una festa tutta all’italiana, visto che insieme a me lavora un altro volontario che viene da Bari, Nico. Tornati dall’Italia dopo le vacanze natalizie abbiamo portato con noi un pandoro, un panettone e altre piccole delizie italiane, inoltre abbiamo preparato una presentazione, un po’ tardiva lo ammetto, su di noi.

Con una delle mie coinquiline e un’altra nostra amica siamo riuscite ad organizzarci e andare a Riga, in Lettonia, per qualche giorno e nonostante sia anche questa uno stato baltico le differenze con l’Estonia si sono sentite, prima fra tutte la lingua l’estone è molto più vicino grammaticalmente e foneticamente al finlandese mentre il lettone sembra più una lingua slava. Il prossimo viaggio che vogliamo fare è ad Helsinki e in alcune delle altre principali città estoni, come Tartu, che quest’anno è stata nominata Capitale Europea della Cultura.

In sostanza l’esperienza si sta rilevando una delle migliori decisioni della mia vita finora, certo, non è stato tutto rosa e fiori, il primo mese è stato particolarmente difficile perché la nostalgia di casa era tanta, ma condividendo l’appartamento con altre volontarie ci siamo sostenute a vicenda, poi siamo rimaste senza luce in cucina per un mese, il freddo e la neve se sai come vestirti e non c’è il vento sono anche sopportabili, ma abituarsi è difficile soprattutto ai meno venti gradi.

Ultima cosa che vorrei dire è che se pensate che quando andrete all’estero non sarete quegli italiani che si lamentano sempre del cibo e del caffè, be’ state mentendo a voi stessi, la prima domanda che vi faranno tutti è “ma quindi l’ananas sulla pizza, sì o no?” e se avrete la disgrazia di vedere dei tedeschi cucinare della pasta, mi dispiace dal profondo del cuore.

Avrei un sacco di altre cose da raccontare e consigli da dare ma mi sembra di essermi già dilungata abbastanza, quindi vi saluto e vi farò avere mie notizie tra qualche mese!

Data ultima modifica: 26 gennaio 2024
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