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Un’allegra anarchia creativa: nasce HubOut Makers Lab!

Grande successo per l’evento di sabato 18 gennaio "Diventa Maker in Biblioteca" al Centro Culturale Il Pertini, con il quale si è inaugurato HubOut Makers Lab, laboratorio di fabbricazione digitale dedicato al mondo dell’autoproduzione e dell’open source, a cui abbiamo scelto di dedicare questo articolo. 
In programma dibattiti, dimostrazioni pratiche e convegni che hanno trasformato il Centro Culturale in una micro-fabbrica dove il pubblico ha avuto la possibilità di vedere, toccare e, in alcuni casi, indossare oggetti disegnati in vettoriale e prontamente materializzati dalle stampanti 3D.

La giornata è stata aperta dal Sindaco Siria Trezzi e dagli Assessori Patrizia Bartolomeo e Andrea Catania, a rappresentanza di una Giunta e di un’Amministrazione che scommette sui giovani, si adopera per creare nuove opportunità e per mettere a disposizione sempre nuove risorse. 

Più di cento le persone che hanno partecipato alla conferenza mattutina dal titolo "Territorio, cultura, innovazione e creatività", che ha visto come tema centrale i nuovi approcci proposti dalle istituzioni pubbliche per inserirsi in maniera coerente e produttiva nel nuovo contesto digitale. Alta l’adesione degli studenti di Istituti Superiori, di amministratori comunali, di giovani maker, ma anche di operatori provenienti da diverse province lombarde.
Durante questa prima parte della giornata Stefano Laffi, ricercatore presso l’agenzia CodiciRicerche di Milano, ha diretto gli interventi di diversi operatori di istituzioni pubbliche che possono vantare come fiore all’occhiello laboratori di fabbricazione digitale: infatti erano presenti Antonia Caola del Museo delle Scienze di Trento, Cristina Bambini della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, insieme a Renzo Davoli, professore di Informatica all’Università di Bologna e Francesco Cacopardi, direttore dell’Istituto di ricerca per l’artigianato e le piccole imprese Luigi Gatti. 
Diversi i punti (e gli spunti) chiave che sono emersi più volte nel corso del dibattito, in particolare la necessità, da parte degli operatori sociali, di mettersi in discussione, aprirsi a un’ottica di cambiamento, fare proprie le nuove conoscenze con pazienza e disponibilità. "Si tratta di uno sforzo di decentramento che richiede, prima di tutto, una nuova visione e valorizzazione del ruolo dei giovani, che nell’ era digitale non rappresentano più i "discenti" ma gli "esperti", ha sottolineato Stefano Laffi.

La nascita di uno spazio condiviso di creatività rappresenta un’occasione per vivere in un’ottica rinnovata il concetto di territorio, sia aprendosi a visioni più internazionaliste (come dimostra il partenariato tra la Biblioteca di Pistoia e l’Ambasciata statunitense), sia attraverso la riqualificazione di aree della città periferiche o inutilizzate (ne è un esempio il Muse di Trento, recentemente trasferito in una struttura di più ampio respiro in un’ex area industriale). 
Tutti d’accordo sull’importanza della partecipazione e del coinvolgimento della cittadinanza e, soprattutto, dei giovani nei processi innovativi della città, per trarne innumerevoli vantaggi che spaziano dalla raccolta di idee e la definizione delle priorità (scelta fatta dal Museo delle Scienze di Trento in concomitanza col trasferimento presso la nuova sede) alla gestione diretta da parte dei ragazzi dei laboratori creativi (percorso seguito dalla Biblioteca di Pistoia); dal coinvolgimento di professionisti e tecnici che raccolgono, ripensano e rilanciano le idee per aziende e amministrazioni (modello seguito dal Tecnificio Brianza), alla "rivoluzione del modello scolastico come luogo della creatività per eccellenza", come auspicato da Renzo Davoli. "I Laboratori Creativi ospitati dalle strutture pubbliche – ha continuato il professore - rappresentano una vera e propria rivoluzione nell’ambito dell’innovazione e della creatività, che consiste ne l rendere la conoscenza libera e accessibile a tutti: un diritto inviolabile spesso negato dall’applicazione della proprietà intellettuale. Solo questo approccio fornisce a tutti, in egual misura, la possibilità di diventare potenziali protagonisti dell’innovazione e non semplici spettatori."

L’evento è proseguito con dimostrazioni pratiche del funzionamento della strumentazione che il laboratorio HubOut Makers Lab ospiterà: stampanti 3D, plotter da taglio e arduino. A far toccare con mano le potenzialità di queste innovazioni sono stati Costantino Bongiorno e Zoe Romano, dell’Associazione WeMake, oltre ad alcuni rappresentanti della RS Components e del Politecnico di Milano.
Lo spazio del Centro Culturale solitamente riservato alla lettura si è trasformato così in un crocevia di curiosi di ogni età, di creativi che hanno colto l’occasione per parlare dei propri progetti in costruzione o avviati e di più di 50 persone interessate ad avvicinarsi al mondo del linguaggio digitale attraverso i workshop proposti. 
Il tutto opportunamente registrato dai microfoni di CrossRadio, che ha seguito l’evento dal vivo, intervistando e trasmettendo in diretta i commenti e le suggestioni dei presenti.

Altro momento cruciale della giornata è stato il dibattito pomeridiano dal titolo "Fare, aggiustare, innovare", durante il quale Marinella Levi del Più Lab del Politecnico di Milano, Sabina Barcucci del Fablab Trento e Nicola Brambilla di MioCugino Officina di Gesta e Ingegno hanno raccontato le loro esperienze nel campo della diffusione di cultura e innovazione.
Ad aprire il dibattito sono stati Massimo Capano, responsabile dell’Unità Operativa Politiche per i Giovani, e Giulio Fortunio, direttore del Centro Culturale Il Pertini che, con la collaborazione dei loro rispettivi staff e dell’associazione Marse Onlus, hanno curato l’aspetto progettuale e organizzativo dell’iniziativa. 

Data ultima modifica: 21 giugno 2017
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