Quale significato possiamo dare oggi della prima guerra mondiale a cent’anni di distanza da quell’immane massacro? E perché ricordarla quando chi vi ha partecipato è ormai scomparso e il mondo in cui viviamo è tanto diverso? Cosa possono ancora insegnarci quei tragici anni? E come rendere la loro memoria un’occasione di presa di coscienza comune e non un vuoto e retorico rituale celebrativo?
Nell’affrontare il tema assai impegnativo della commemorazione della Grande Guerra, l’Amministrazione comunale proverà a dare una risposta a queste domande coinvolgendo innanzitutto il maggior numero di realtà locali, così che anche attraverso le loro proposte si possa organizzare una serie di iniziative volte ad approfondire le conoscenze in ambiti diversi. Anche i singoli cittadini verranno chiamati ad ampliare il quadro, in quanto depositari delle memorie di famiglia, di quei cassetti di lettere, diari e fotografie che sono spesso più eloquenti dei documenti ufficiali. Naturalmente non mancheranno le ricerche d’archivio e il contributo degli esperti, ma è innanzitutto dalla città che ci si aspetta una forte partecipazione.
Non va dimenticato poi che in quegli anni Balsamo e Cinisello (fino al 1928 due comuni distinti) erano due borghi prevalentemente agricoli e che molti degli abitanti vennero catapultati in realtà lontane, luoghi di sofferenza, di fango, di freddo, di morte, mentre contemporaneamente i loro cari dovevano affrontare analoghe privazioni. Come le vite di tanti giovani al fronte e dei loro familiari a casa vennero sconvolte e talvolta travolte dal conflitto, è ciò che principalmente interessa documentare, affinché della guerra siano messe in evidenza soprattutto le storie degli uomini che l’hanno combattuta e di chi insieme a loro, in quanto parente o in quanto abitante dei luoghi coinvolti nelle battaglie, l’ha dovuta subire.
Tutte le iniziative che verranno promosse sono rivolte alla cittadinanza e in particolar modo ai giovani e alle scolaresche, affinché emerga chiaramente che la guerra non è solo affare di eserciti e generali, ma è soprattutto affare di uomini, di donne e di bambini, del loro dolore, della loro paura, della loro morte. E che avere chiara coscienza di cosa essa produce riguarda tutti noi ancora oggi.
Siria Trezzi - sindacoAndrea Catania - assessore alle Politiche Culturali
La guerra non ha più senso per il semplice fatto che non si vince più. Per il semplice fatto che anche una guerra vinta non chiude il conflitto che voleva chiudere: lo riapre in forme più nuove e terribili.padre Ernesto Balducci
Costituzione Italiana - Principi fondamentali - articolo 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
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