8 Marzo - Giornata Internazionale di Lotta e di Festa della Donna L’8 Marzo si celebra in Italia in maniera continuativa dall’immediato dopoguerra, dopo i disastri del ventennio fascista. Ottenuto il diritto di voto, le donne chiedono di più. Iniziano a scendere in piazza per rivendicare la soluzione dei problemi antichi che le affliggono, in primo luogo per emanciparsi in una struttura sociale che le mantiene nella condizione di assoggettamento alle decisioni degli uomini. Così si torna a celebrare la Giornata Internazionale di Lotta e di Festa della Donna, questa la denominazione completa ed esatta di una ricorrenza che nel corso degli anni troverà una sintesi nelle sue ultime tre parole. Il momento della lotta, che doveva precedere e accompagnare quello della festa, risulta al giorno d’oggi ampiamente accantonato in favore di una riduzione a evento commerciale e di evasione. Prima del 1946, in Italia, la Giornata Internazionale della Donna fu tenuta un’unica volta, proprio nell’anno della marcia su Roma, il 12 marzo 1922, prima domenica successiva all’8 marzo, su iniziativa del Partito Comunista d’Italia. La lunga parentesi imposta dal regime fascista si concluderà nei mesi della Resistenza. Le donne sono parte attiva nella lotta di Liberazione nazionale, nel Nord sono organizzate con i G.D.D. (Gruppi di Difesa della Donna), in collegamento con il C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale). Un ruolo fondamentale ed esteso dal piano pratico a quello ideale e simbolico, tanto essenziale nei venti mesi di lotta clandestina, tanto sottovalutato poi, a Liberazione avvenuta, quando a prevalere nei riconoscimenti dell’attività partigiana fu una logica prettamente militare e quindi maschile. Da queste esperienze nasce a Roma, nel settembre del 1944, l’U.D.I. (Unione Donne Italiane) con l’obiettivo di «unire tutte le italiane in una forte associazione che sappia difendere gli interessi particolari delle masse femminili e risolvere i problemi più gravi e urgenti di tutte le lavoratrici e delle madri». Il primo congresso sancisce la fusione con le militanti dei G.D.D. Negli anni Cinquanta sarà quasi esclusivamente l’U.D.I. a riunire e mobilitare le donne e a condurre le lotte per la parità di salario, l’istituzione degli asili nido, il divieto di licenziamento al momento del matrimonio. In seguito, nel 1968, e soprattutto alla fine degli anni Settanta, nasceranno nuovi gruppi di donne che daranno vita al movimento femminista. Saranno le battaglie per il divorzio, l’aborto, la riforma del diritto di famiglia e la richiesta di una legge contro lo stupro, a tenere unite militanti storiche e giovani leve. L’origine della mimosa, come segno iconografico distintivo della Giornata Internazionale della Donna, risale con certezza alla nascita dell’8 Marzo in Italia nel 1946, ad opera delle militanti dell’U.D.I., ma già l’anno precedente la data era stata celebrata in alcune zone liberate del Paese. Furono le ragazze romane, assieme alle costituenti Teresa Mattei e Rita Montagnana, ad avere l’idea di scegliere il vivace e profumatissimo fiore giallo che sbocciava proprio in quel periodo dell’anno e aveva il vantaggio di poter essere colto con facilità nei giardini pubblici e nei campi, gratis, al contrario di oggi. Le sorelle Rusconi in tandem. A destra Pia Giannina (campionessa sportiva in varie discipline) e a sinistra Ada (pittrice) - (Archivio C.D.S.) Data ultima modifica: 2 agosto 2017