Giuseppe Culicchia tiene in serbo queste pagine da più di quarant’anni. Perché la morte di Walter Alasia, al cui nome è legata la colonna milanese delle Brigate Rosse, è una storia dolorosa che lo tocca molto da vicino: per il Paese è un fatto pubblico, uno dei tanti episodi che negli anni di piombo finivano tra i titoli dei quotidiani e dei notiziari televisivi; per lui e la sua famiglia è una ferita che non guarirà mai.
Giuseppe Culicchia ricostruisce ciò che da bambino sapeva di Walter, scavando nei propri ricordi alla ricerca dei germi di ciò che sarebbe stato, e lo confronta con quello che crescendo ha appreso di lui dalla sua famiglia, ma anche dai giornali e dai libri di storia.
E così facendo racconta gli anni della lotta armata e del terrorismo da una prospettiva assolutamente unica.
Questa storia è la storia di Ada. È una storia con la s minuscola, di quelle che vengono schiacciate dalla Storia con la S maiuscola.
La notte in cui la polizia suona il campanello di casa, il 15 dicembre del ’76, Ada capisce subito che la Storia è venuta a prendersi quanto ha di più caro al mondo.
Se una veggente si fosse seduta alla nostra tavola e ci avesse predetto ciò che aveva in serbo per noi la Storia, non le avremmo creduto. Per Walter e per me, del resto, all’epoca le pistole non erano che giocattoli.
La bambina che non doveva piangere
Fondazione Circolo dei lettori. Torino. Giuseppe Culicchia presenta La bambina che non doveva piangere (estratto video – link)
Manlio Milani, Lectio Magistralis – Agnese Moro, Università del Perdono (estratto video – link)
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Pagina dedicata all’incontro: La bambina che non doveva piangere di Giuseppe Culicchia (link)
Per informazioni: 02 66023542