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Questo libro è proprio un film!

giovedì 21 Ottobre 2021
gruppo di lettura
21:00 Piano Terra e Online

Dopo la pausa estiva, parte la nuova edizione dei percorsi del gruppo di lettura del Giovedì che, come ormai d tradizione, si incontrerà il giovedì sera, una volta al mese. Le condizioni attuali permettono di incontrarsi in presenza, anche se con un un numero limitato di partecipanti, ma sarà possibile partecipare attivamente agli incontri anche collegandosi on line.

Per la partecipazione on-line viene utilizzata la piattaforma Meet di Google
Link per partecipare agli incontri on-line: https://meet.google.com/dbb-cfiu-jnx

La lunga vita di Marianna Ucrìa, il romanzo di Dacia Maraini, è ambientato nella Sicilia di metà settecento e si snoda nei luoghi simbolo palermitani. Marianna, la protagonista, appartiene a una nobile famiglia, destinata, come le sorelle e le cugine, a sposarsi e ad arricchire di nuovi eredi il casato oppure a entrare in convento: Marianna, però, essendo sordomuta, comunica con il mondo che la circonda solo attraverso la scrittura, riversando alla pagina bianca i suoi pensieri e i suoi sentimenti; la sua lunga vita sarà fatta di gesti, di gioie, di fatiche, di cui sono ricche le esistenze delle donne e l’amore che incontrerà, dopo anni di solitudine sentimentale, sarà assoluto, sensuale, disperato e vissuto con la generosità che appartiene alle passioni giovanili. L’intreccio cattura il lettore grazie ai personaggi e alle situazioni sorprendenti e allo stile dell’autrice, caratterizzato da una scrittura ruvida e persuasiva.

Dacia Maraini, nata nel 1939, figlia dell’antropologo e orientalista Folco Maraini, ha trascorso i primi anni della propria infanzia in un campo di concentramento giapponese dove era stata internata insieme alla sua famiglia nel 1943, un’esperienza che ha segnato inevitabilmente la sua vita; ha vissuto poi a Firenze, a Palermo e durante la maturità a Roma dove ha collaborato con alcune testate giornalistiche. Maraini, scrittrice, poetessa, drammaturga e saggista, non si è mai identificata nel movimento femminista, nonostante ne abbia sposato la causa e nonostante sia stata in lotta contro la condizione subalterna e inferiore della donna rispetto alla figura maschile.

Il momento cruciale dell’incontro con la protagonista del romanzo personaggio viene spesso così rievocato nelle interviste rilasciate dall’autrice: « […] II personaggio di Marianna mi è stato suggerito da un quadro ritrovato nella villa Bagheria dove non ero più andata dopo la morte di mia nonna. Quando ho rivisto le grandi stanze affrescate, sono stata colpita dal ritratto di questa antenata.

Marianna si è costruita, basta osservare meglio il ritratto, un involucro di severità inavvicinabile. Eppure il suo sguardo esprime una sapienza indulgente e profonda che non riesce a nascondersi dietro le "buone maniere". Le pupille sono chiare, luminose, appena attraversate da qualche nuvola di paura. Quelle mani che si indovinano sempre in moto, fattive, prima di tutto nella scrittura, sembrano intente a interrogarsi sul senso delle cose. Una leggera increspatura delle labbra richiama l’idea di un sorriso trattenuto. Sono lì impietrita, a guardare quel quadro come se lo avessi riconosciuto con la parte più profonda dei miei pensieri: come se avessi aspettato per anni di trovarmi faccia a faccia con questa donna morta da secoli, che tiene fra le dita un foglietto in cui è scritta una parte sconosciuta e persa del mio passato.

Marianna è stata lei che mi ha cercata. Non mi lasciava in pace. Era insistente, assillante, fedele al suo destino personale. Alla fine ho ceduto e le ho prestato ascolto. Ha preteso che raccontassi la sua storia […] ».

Dacia Maraini


Contestualmente alla lettura del libro, si consiglia la visione del film di Roberto Faenza, Marianna Ucrìa, liberamente tratto dal romanzo di Dacia Maraini.
Uscito nelle sale nel 1997, è stato accolto con favore per la cura dei costumi, degli ambienti esterni e interni, per la fotografia e per la recitazione; molti sono i premi riconosciuti alla pellicola, tra cui il David di Donatello 1997 e il Globo d’oro 1998 per la sceneggiatura e il Nastro d’argento 1998 per la migliore fotografia e per la migliore scenografia.
La critica ha, comunque, sottolineato la rielaborazione della trama del libro da parte del regista, specialmente per il finale.

Per partecipare all’incontro in presenza è necessario il green pass.
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