Chi ci amministra > Sindaco on line > In Primo Piano

Spiga d’Oro 2023: il discorso del sindaco

Carissimi, rivolgo un cordiale e affettuoso saluto a tutte le autorità e un caloroso benvenuto ai cittadini intervenuti.
Desidero ringraziarvi per la vostra presenza e per aver deciso di condividere con noi questo importante momento. La Spiga d’Oro è la manifestazione più significativa della nostra storia.

La prima Spiga d’Oro del nuovo mandato, che ci troviamo oggi a celebrare con rinnovato entusiasmo, dopo un quinquennio di impegno legislativo. Ogni nuovo inizio richiede un forte slancio e una solida motivazione, e si prospetta una stagione ricca di progetti da realizzare e traguardi da perseguire.
Un nuovo inizio che resta ancorato ai nostri valori fondamentali. Valori che si riflettono nella scelta delle persone premiate con la spiga, simboleggiando l’importanza dell’educazione, la conservazione della nostra identità e della nostra storia, l’impegno per il bene comune e la costante ricerca dell’eccellenza nel mondo del lavoro. Dove la persona è al centro.

Da sempre ho dedicato molta attenzione all’importanza dell’essere presente sul territorio, cercando non solo di incontrare ma di conoscere, ascoltare le vostre voci e dimostrare un sincero interesse per ciascun cittadino, perché il contributo dei cittadini è il cuore delle nostre azioni, nella consapevolezza che l’Amministrazione debba servire la comunità senza mai sostituirla.
Questo principio continuerà a guidare il nostro operato.

Il nostro cammino è orientato verso il futuro, ma non dimentichiamo mai le nostre radici. Dobbiamo riconoscere che esiste qualcosa di più profondo delle nostre appartenenze, qualcosa che trascende le opinioni, che possiamo avere su diverse questioni, su cui confrontarsi sempre. Apparteniamo tutti alla stessa comunità e siamo chiamati a convivere proiettati verso il bene comune. Questo nuovo inizio si fonda sulla consapevolezza che siamo una unità coesa e continueremo a lavorare con dedizione per promuovere l’istruzione, preservare la nostra cultura, essere missionari del bene comune e perseguire l’eccellenza in ogni campo di attività.

L’impegno educativo di numerose famiglie, la nascita di tante realtà associative, lo sviluppo delle attività produttive e commerciali ci ha consegnato una città di servizi, moderna e dinamica.

Siamo cresciuti proprio grazie a figure e realtà che quotidianamente ci hanno arricchito con il loro impegno concreto, la loro sincera generosità, il loro grande talento e il loro prezioso operato. La cui presenza ci rende orgogliosi e che oggi desideriamo premiare perché rappresentano degli esempi per tutti, soprattutto per le nuove generazioni, per indicare loro cosa significhi mettere a disposizione il proprio tempo a servizio di tutti.

Le onorificenze che consegneremo esprimono dunque la nostra gratitudine anche nei confronti di chi ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia e ora non è più presente tra noi.

Quest’anno, in particolare, abbiamo deciso di valorizzare con la Spiga dorata e con targhe speciali quelli che consideriamo i pilastri fondativi di una città e le dimensioni imprescindibili della persona: la passione per il compito educativo, la fede che diventa servizio, l’impegno professionale che diventa eccellenza, lo spendersi con generosità per il bene comune e l’amore per le radici e la storia locale.

La passione per il compito educativo che ha origine nell’amicizia

Uno degli ambiti al tempo stesso più entusiasmanti e delicati è quello dell’educazione delle nuove generazioni. Cosa desiderano i nostri giovani, di cosa hanno realmente necessità? Possiamo dare un grande contributo alla crescita della nostra città se, ciascuno nel proprio ambito e secondo la propria responsabilità, tentiamo di raccogliere la provocazione di questa domanda.

La consegna della “Spiga d’Oro” al professor Giuseppe Meroni vuole indicare un esempio di come si può guardare al significato della vita, affrontare la realtà che ci circonda e il compito educativo all’altezza delle domande che abbiamo e che le nuove generazioni ci rivolgono.
E lo ha fatto partendo da un incontro, quello con Don Giussani, condiviso con la comunità di amici nata dalla sua esperienza.
Proprio l’amicizia è uno dei tratti più decisivi della sua proposta educativa.

Scriveva don Giussani all’amico Angelo Majo: «È inconcepibile e ingiusto che ci sia una Bellezza così come tu l’hai vista, e io immagino, senza che noi abbiamo a sacrificarci fino in fondo per “gli altri”».
Un invito a scoprire o a riscoprire l’amicizia nel suo significato profondo, nella sua forza generativa, nelle sue origini e nelle sue prospettive per l’esistenza di ogni uomo e per la costruzione di una nuova socialità̀.

L’amicizia è dunque un dono, che porta alla condivisione, che cerca di incontrare l’altro nei suoi bisogni e nelle sue attese più profonde, che genera relazioni.
La nostra missione non è solo quella di amministrare, ma di favorire la costruzione di relazioni di amicizia civica, quotidiana e leale tra tutti noi: promuovere uno stare insieme sempre più umano, basato sulla comprensione reciproca e il rispetto.

Uno dei nostri principali propositi per questo nuovo mandato è rafforzare il nostro legame con il mondo educativo, in particolare con le scuole. Crediamo fortemente nella libertà di educazione e nell’importanza dell’inclusione. Pertanto, faremo del nostro meglio per garantire che le nostre scuole siano luoghi in cui ogni studente abbia l’opportunità di apprendere e crescere.

Lo stiamo facendo con la costante presenza nelle scuole della nostra città. Vogliamo capire le sfide che i giovani affrontano e come possiamo supportarli al meglio.

Nel mondo della scuola e nel contesto sociale e culturale cittadino sono numerose le “generazioni” di giovani che sono state “sfidate” dalla proposta educativa di Giuseppe Meroni e sono diventati uomini e donne capaci di generare bellezza e costruire ambiti di bene, superando le diversità.

La fede che diventa servizio e proposta culturale per tutti

Le grandi domande sul significato della vita e sul valore delle cose possono trovare risposta nella fede: una scoperta, un avvenimento che si desidera comunicare a tutti e condividere. Da qui nasce un compito, una responsabilità: la missione. È dunque la fede il fondamento delle scelte vocazionali di tanti uomini e donne, sacerdoti e missionari.
Essere chiamati, e dunque “mandati”, per alcuni diventa una decisione forte a lasciare tutto e spingersi tra popoli lontani sia geograficamente sia culturalmente.

Nei contesti più dimenticati, nei Paesi attraversati dalle mille contraddizioni, là dove i cristiani sono un numero esiguo e spesso anche osteggiati o, ancora peggio, perseguitati, le esperienze che nascono dalla fede generano luoghi di speranza, di bellezza, danno vita a una cultura di pace e creano occasioni di arricchimento reciproco tra diverse culture e religioni.

Sono proprio questi i frutti della missione di Padre Mario. Per 17 anni come parroco in Cambogia, in luoghi in cui le persone erano per la maggior parte indigenti, analfabete, diffidenti, Padre Mario è partito dalla realtà che aveva di fronte: dai bambini che frequentavano il cortile di casa, dal desiderio di conoscenza dei giovani, dalla visita ai malati, con la promozione di iniziative sociali per la comunità locale. Poi come direttore del Centro Missionario di Milano, una nuova sfida: aprire spazi per il dialogo con i giovani e le famiglie in una città e un Paese ormai secolarizzati.

In una intervista è stato chiesto a padre Mario con quali strategie affrontava luoghi sconosciuti, culture radicalmente diverse, persone che hanno subito violenze durante la dittatura. Nella sua risposta c’è tutto il senso dell’essere missionario e del voler spendere la vita per gli altri: “Non ci sono strategie, né piani pastorali che funzionino. Funziona portarsi Cristo dentro, tenerselo stretto e condividerlo attraverso l’incontro, l’ascolto, l’amicizia, tessendo relazioni”.

È lo stesso spirito che sicuramente guida i nostri sacerdoti cittadini nelle quotidiane attività pastorali, che ha animato Don Andrea Gilardi e don Luciano Garlappi che hanno fatto esperienza di missione in Perù. Colgo l’occasione per salutare quest’ultimo che sta attraversando un momento di difficoltà per la sua malattia.

Tutte queste esperienze di vita, di fede, di scambi e di viaggi sono un tesoro inestimabile per la nostra città. Sono una testimonianza vivente di come le scelte individuali di ciascuno di noi possano avere un impatto profondo e duraturo sul bene della nostra comunità.

Come quelle dei due nuovi giovani diaconi, Don Davide e Don Patrick, con la loro scelta di abbracciare il sacerdozio e quella di Don Giovanni, che ha appena iniziato il suo cammino nella vita comunitaria con l’obiettivo di guidare e ispirare i giovani della nostra città.

Tutto questo ci ricorda che la vera ricchezza non risiede solo nelle cose materiali, ma anche nelle esperienze, nelle scelte e nei legami che costruiamo nella nostra vita.

L’amore per le radici e la storia locale

La passione per l’uomo diventa anche interesse per la sua storia, recupero della tradizione, cura per l’ambiente che lo circonda.

Accade infatti di cercare nell’impegno sociale la propria strada per realizzarsi e costruire esperienze significative che hanno una incidenza positiva nel contesto cittadino.

Non spezzare il filo della tradizione e della memoria è sempre più importante, soprattutto quando una comunità vuole valorizzare e condividere la propria storia e tradizioni. La società è in continua evoluzione e conservare e trasmettere i ricordi e le esperienze passate serve per non perdere la propria identità e per compiere un ulteriore passo di scoperta e di crescita.

La nostra identità è ciò che ci definisce, ciò che ci rende unici come individui e come comunità. È il filo conduttore che collega il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro.

Guardando al passato, non lo facciamo per vivere nel ricordo o nell’immobilismo, ma piuttosto per trarre insegnamenti.

Guardando al passato, troviamo ispirazione per affrontare le sfide odierne. Riflettiamo sulle realizzazioni dei nostri antenati e su come abbiano superato le avversità. Le loro storie ci insegnano che con dedizione, sacrificio e cooperazione, possiamo superare qualsiasi ostacolo. Molte di queste storie oggi rimangono tra noi grazie al ricordo di tanti concittadini ma anche grazie alle tante opere immateriali e materiali lasciate in eredità da persone che ci guardano dal cielo. Il mio pensiero non può che andare alla nostra Magda Grandi, spiga d’oro, che ci ha lasciato qualche mese fa.

Nel nostro passato, troviamo anche i valori che ci hanno guidato e che continueranno a farlo. Questi valori sono la base su cui costruiamo il nostro futuro. Sono i principi che ci uniscono come comunità e ci danno una direzione chiara per il cammino che intraprenderemo.

Manteniamo vive le nostre radici, affinché possano continuare a nutrire e ispirare la nostra crescita.

Guardando indietro per guardare avanti, possiamo plasmare un futuro che rispecchi la forza, la saggezza e l’identità della nostra comunità. Per questo e per molto altro, Un grazie ad Angelo Borgonovo!

L’impegno professionale che diventa eccellenza

L’ambito professionale è un altro punto di realizzazione della personalità, dove la creatività e il talento possono esprimersi e dove è possibile far diventare il proprio sogno realtà.
Pur richiedendo sacrifici, la sfera lavorativa è il contesto privilegiato per migliorare la propria condizione, costruirsi un futuro, creare valore per sé e per la società.

Sono numerose le figure di cittadini che hanno fatto dell’impegno nel mondo del lavoro una grande opportunità. Alcuni sono diventati delle eccellenze in diversi ambiti.

Aristotele, 2500 anni fa, diceva: "Ognuno nella vita ha desiderato di eccellere in qualcosa: negli studi, nelle attività sportive oppure nella vita lavorativa. Eccellere è il sogno di chiunque. Ma per poterci riuscire, eccellere deve diventare, con costanza e impegno, il lavoro quotidiano. Un lavoro basato innanzitutto sugli ideali e valori, quelli che regolano ogni nostra azione e che alla lunga plasmano il futuro. Ed è necessario mantenere sempre alta la motivazione che spinge alla ricerca dell’eccellenza”.

Per raggiungere il successo e l’eccellenza è necessario lavorare sodo e capire che l’impegno conta il doppio del talento, gestire con grinta ogni attività, mettendo sempre un piede davanti all’altro senza sosta, tenendo ben ferma davanti agli occhi la propria meta.

Eccellenza, non perfezionismo. Non si tratta di essere perfetti in qualcosa – aspirazione rispettabile, ma non sempre praticabile – ma di fare le cose ogni volta nel miglior modo possibile. È dunque una dinamica in costante cambiamento, che si realizza con l’impegno di ogni istante.

Abbiamo bisogno di portare davanti agli occhi dei nostri giovani sempre più esempi positivi per incoraggiarli a spendere al meglio il loro tempo, le loro energie e creatività.

Uno di questi esempi è rappresentato da Piero Ausilio, prima calciatore, poi allenatore e dirigente, oggi direttore sportivo dell’Inter.

Anche se la mia fede calcistica potrebbe trarre in inganno, posso assicurarvi che non è la squadra di riferimento l’elemento su cui si è basata la scelta di questa figura.

Piero è stato nostro concittadino, ha frequentato la scuola Bauer nel quartiere di Villa Rachele e l’Istituto scolastico Parco Nord e ha vissuto a Cinisello Balsamo fino a quando si è sposato.

Una vita dedicata allo sport, sempre da protagonista. Una carriera costellata di successi e notorietà che portano lustro non solo a Cinisello Balsamo ma all’Italia intera.
Caro Piero prima di essere un orgoglio per i tanti tifosi sei un orgoglio per la nostra città.

Lo spendersi con generosità per il bene comune

Ancora oggi la risorsa più grande su cui possiamo fare affidamento è la solidarietà, fare tesoro delle testimonianze di chi si è fatto guidare dal senso della collettività, da un bene più alto, persone come noi, che conosciamo, capaci di gesti semplici - eppure così fondamentali - che continuano a rilanciare e a rilasciare effetti positivi con cui possiamo confrontarci ogni giorno.

Le targhe alla Memoria riconoscono in particolare la generosità di due cittadini impegnati.
Mario Ordan, presidente per molti anni dell’Associazione Sportiva di Donatori Sangue, che si è battuto per una Cinisello Balsamo più vivibile e inclusiva; e Angelo Berto, il "vigile di Cinisello", che ha insegnato Educazione e sicurezza stradale nelle scuole per diversi anni ed è stato responsabile della sezione WWF Parco Nord e promotore del Gruppo comunale di Cinisello Balsamo dell’AIDO.

Vogliamo esprimere la nostra gratitudine a coloro i quali continuano a ricolmare di valori il tessuto della nostra amata città di Cinisello Balsamo.
Con il cuore gonfio di emozione.

Il sentimento della generosità è senza dubbio il più nobile e gratificante che ci debba animare, poiché è attraverso di esso che possiamo crescere come comunità e come individui.

Grazie, quindi, a coloro che, con il loro impegno e la loro dedizione, continuano a tessere il prezioso filo di valori che arricchiscono il nostro tessuto sociale.
Le persone premiate oggi, rappresentano ognuno di noi, che con le nostre azioni quotidiane, contribuiamo a rendere la nostra comunità un luogo di solidarietà, comprensione e amore reciproco. Siamo, tutti, il cuore pulsante della nostra città.

In un mondo segnato da crisi internazionali e atroci guerre, i valori che abbiamo rappresentato oggi rappresentano la bussola che può invertire la rotta verso un futuro più luminoso.

Grazie a voi, grazie a questa straordinaria comunità!

Giacomo Giovanni Ghilardi

Data ultima modifica: 30 ottobre 2023
  • Via XXV aprile, 4 20092 Cinisello Balsamo

    Centralino 02660231

    Numero Verde 800397469

    WhatsApp 366.6229188

    Segnalazioni del cittadino

    Posta certificata: comune.cinisellobalsamo@pec.regione.lombardia.it

    Codice Fiscale 01971350150
    Partita Iva 00727780967
    Codice Catastale: C707

    Sito registrato al Tribunale di Monza n. 2022