Il giorno del due novembre, tra desideri e rituali il cimitero della piccola isola di Gibliscemi si veste a festa e le strade profumano di crisantemi e dolci appena sfornati. Il due novembre è festa, una festa che abbraccia due mondi: quello dei vivi e quello dei morti.L’idea di questa azione drammatica nasce dal desiderio di raccontare una soglia; la soglia che i tre fratelli, Betta, Dora e Mimmo, consapevoli di tutto ciò che la vita gli ha negato, si apprestano, loro malgrado, ad oltrepassare.“Ogni anno, tra il buio del primo novembre e la luce del due novembre i morti diventano vivi e ivivi aspettano i morti… Fantocci è il potere di una carezza mai avuta, un sogno serrato in un cassetto, l’incomunicabilità, è una certezza a discapito, un grido soffocato: “… Nessuno lo sa e nessuno lo deve sapere…”Fantocci sono i sogni irrealizzati che i tre rimproverano alla vita e che ogni anno in un ritualesemplice e minuzioso si predispongono nel tentativo di realizzare, senza tener conto che: “ …È il destino, è lui ca muove i fili, e tu sei ignaro, non sai, non prevedi. Stai a quello ca lui ha disegnato per te. Ca il destino non ti guarda in faccia…” Dopotutto, Fantocci è ognuno di noi!
Con: Paolo Maria Piccinini, Marina Stornelli, Paola Lessio - Musiche originali: Tommaso Stimolo Costumi: Monaco Rita - Trucco: Francesca Valarin - Audio Luci: Salvatore Stimolo
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