Nel saggio "Ritorno al mondo nuovo" (in originale "Brave New World Revisited"), scritto nel 1958, lo scrittore inglese Aldous Huxley traccia un’analisi delle società umane (in particolari quelle più avanzate tecnicamente: paesi europei, USA, URSS) alla luce dei singoli temi trattati nel suo romanzo fantascientifico "Il mondo nuovo" e delle scoperte tecniche e scientifiche succedutesi nell’arco di tempo che separa le due opere. Per Huxley, la situazione sociale e politica della fine degli anni ’50 sta progredendo rapidamente verso conseguenze nefaste per l’umanità, descritte nel suo romanzo. Il saggio, venato di pessimismo, ma anche di un senso di apprensione e urgenza, termina con un capitolo intitolato "Che fare?", ove Huxley offre una serie di riflessioni e suggerimenti per un’educazione alla libertà al fine di evitare una paventata deriva totalitaria anche nelle società democratiche. In particolare, l’Autore richiama la necessità di una legge preventiva a protezione dell’integrità psichica degli individui (per preservarli dalle manipolazioni psicologiche tramite l’uso di farmaci e droghe e la persuasione subliminale) e il ritorno a forme meno complesse di organizzazione sociale, contro il pericolo di quella che definisce come una tendenza delle società moderne alla superorganizzazione.
Aldous Huxley
Godalming, Surrey, 1894 - Los Angeles 1963. Appartenente a una illustre famiglia di scienziati, autore di numerosi saggi, è famoso per i romanzi distopici Il mondo nuovo (1932) e L’isola (1962). Tra le altre opere Giallo cromo (1921), Punto contro punto (1928), La scimmia e l’essenza (1948), I diavoli di Loudun (1952), Ritorno al mondo nuovo (1958).
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