Edito in Italia da La Nuova Frontiera, La figlia unica, l’ultimo libro della scrittrice messicana Guadalupe Nettel, ha come protagoniste Alina e Laura, due amiche che si ritrovano, dopo la giovinezza trascorsa a Parigi, nel loro paese d’origine.
Unite da un’affinità riguardo al bisogno di indipendenza e attuazioni delle proprie aspirazioni, le loro vedute, inizialmente simili, col tempo iniziano a divergere, in particolar modo rispetto alla maternità: Alina, si trova a combattere per una maternità desiderata, ma sofferta, mentre Laura, convinta della sua scelta di non-maternità, si troverà a occuparsi di un bambino orfano di padre e di sua madre.
Laura è la voce narrante che racconta il suo punto vista rispetto alla maternità anche di altri personaggi: Doris, una vedova che vive con un figlio ingestibile, e Marlene, un’educatrice specializzata nel Metodo Montessori.
Apparentemente semplice, il romanzo affronta una tematica profonda e delicata come quella della maternità, affrontato secondo una prospettiva molteplice: non presenta una posizione univoca, ma la delinea con varie figure femminili e opzioni di scelta diverse.
La Nettel si interroga anche sulla desacralizzazione della famiglia biologica: parte dalla realtà messicana per allargare lo sguardo alla condizione femminile e in generale a quella umana.
La prosa della Nettel è elegante, mai eccessiva, e si denota che le parole sono scelte con cura, evitando, però, edulcorazioni; una cifra narrativa dell’autrice è il parallelo con il mondo animale che ricorre nei suoi libri e che usa come metafora delle relazioni umani.
Nata a Città del Messico nel 1973 e ricercatrice a Parigi, Guadalupe Nettel, autrice anche di racconti, memoir, saggi, per questo romanzo si è ispirato alla storia di una sua amica con l’intento di eliminare la stigmatizzazione sociale della maternità.
La nuova normativa consente di svolgere l’incontro in presenza. Per consentire a tutti di partecipare sarà consentito anche l’accesso on-line, utilizzando la piattaforma Meet di Google.
Ricordo che anche in questo caso per accedere al Pertini è necessario l’appuntamento.
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