I manuali di storia e gli scrittori di genere maschile hanno ritratto le italiane secondo gli stereotipi della cultura patriarcale dominante: madri affidabili e mogli fedeli, pazienti e rassegnate ai tradimenti, solitamente capricciose e poco inclini allo studio e al lavoro, caste (salvo le poche eccezioni di pericolose tentatrici), dedite alla maternità fino al supremo sacrificio di sé.
Ma già dall’Ottocento i romanzi e i racconti delle scrittrici raccontano una storia meno edificante: matrimoni di convenienza, gravidanze non volute, amori mai liberi e un sesso vincolato a una morale oppressiva. Soprattutto, ci parlano dei tentativi disperati di studiare e lavorare, conquistarsi spazi di libertà, non cedere alla violenza psicologica e fisica della società tradizionale.
Ieri come oggi moltissime donne non hanno accettato di essere costrette al silenzio. Questo libro restituisce la voce a molte di loro.
Valeria Palumbo – Giornalista, storica delle donne, lavora per Oggi e scrive per il Corriere della Sera e per altre testate e siti web. Al centro della sua ricerca i temi della libertà, della ribellione e del rapporto delle donne con il potere.
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