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Descrizione del parco di Villa Ghirlanda Silva

Il parco di villa Ghirlanda Silva a Cinisello Balsamo documenta i mutamenti di gusto che hanno caratterizzato i secoli XVII, XVIII e XIX, ravvisabili nel ripensamento del giardino “all’italiana” secondo i dettami della nuova moda importata dall’Inghilterra.
Dall’ingresso principale si accede al cortile d’onore, caratterizzato dalla presenza della maestosa magnolia grandiflora, iscritta nel registro degli alberi monumentali della Lombardia e antecedente al 1907. La facciata della residenza, inizialmente occultata dalle sue fronde, si svela pienamente non appena ci si trova davanti alla scalinata che conduce al porticato e alle sale del piano terra. Oltrepassato il cortile di servizio, si svela il giardino, che ora si presenta come un parco paesaggistico molto frequentato dalla cittadinanza e dagli amanti delle attività all’aria aperta.
Nella porzione di giardino adiacente all’angolo nord-est della residenza, dove Donato II aveva fatto realizzare il cosidetto "Teatro de’Lauri", con quinte di materiale vegetale, si possono ammirare un’aiuola con alcuni esemplari arborei, un tavolo in pietra e una piccola fontana a muro, sopra la quale si conserva il bassorilievo con lo stemma della casata. Dalle stampe settecentesche, si evince che in quella porzione di fabbricato era presente un’Uccelliera, per allietare gli ospiti con il cinguettìo degli uccelli esotici, poi inglobata nei locali di servizio.
Da qui, seguendo il vialetto che circonda l’ampio prato posto in posizione centrale, si può ricalcare il percorso descritto da Ercole Silva nel 1811. Già all’epoca, di fronte alla facciata orientale della villa, era presente quello che il Silva definiva "l’arenoso piano", ossia il grande parterre erboso che aveva sostituito le sei aiuole a broderie, delimitate da conci di pietra e confinanti con una collinetta e un ninfeo, chiamato “Giardino de’ Semplici”, creati per volere dello zio Donato.
Sul finire del XVIII secolo, il conte Ercole Silva, appena trasferitosi dal palazzo milanese di via del Lauro, sperimentò in questo giardino l’applicazione del nuovo stile, conosciuto personalmente durante il viaggio intrapreso dal 1783 nei Paesi d’Oltralpe e successivamente codificato nel suo trattato Dell’arte dei giardini inglesi, dato alle stampe nel 1801 e in seconda edizione nel 1813.
Presumibilmente coadiuvato dall’artista e scenografo Giuseppe Levati, già impegnato nel rinnovo della decorazione interna della villa, Ercole non fece tabula rasa del precedente impianto e colse l’opportunità di incrementare il patrimonio arboreo già presente in loco, prestando attenzione alla collocazione dei vari esemplari e alle gradazioni cromatiche del fogliame nelle varie stagioni. Seguendo la prassi di arricchire il giardino di manufatti ed edifici, egli propose una sorta di “viaggio” introspettivo tra la natura e gli arredi ispirati a epoche, paesi e stili diversi. Proseguendo lungo il vialletto che circoscrive il pratone centrale si possono ancora osservare l’Esedra della Salute, costituita da un tempietto a pianta semicircolare con il gruppo di scultoreo di Ebe che versa da bere a Giove sull’architrave, e più avanti, oltre il bosco di tassi, l’obelisco in mattoni, che doveva essere visibile anche dall’altro lato del giardino. Poco oltre, sul luogo ove sorgeva il tempio di Giano in rovina, descritto dal Silva nel suo trattato, si trova il Lodge Scozzese, fatto edificare dal pronipote Carlo Ghirlanda Silva intorno alla metà del XIX secolo. Allo stesso Carlo si deve la costruzione del pittoresco Chalet, che si può ammirare tra le fronde degli alberi piantumati sulla collinetta belvedere, presumibilmente sul luogo ove sorgeva un tempietto dorico dedicato alla Fortuna Avita.
Ai piedi della collina, vicino alla rampa di accesso allo Chalet, si conserva il finto coperchio di sarcofago che riporta la scritta "Et in Arcadia Ego", come monito, ma nel contempo idilliaco rimando all’Arcadia. Ritornando sul sentiero che costeggia il pratone, si può godere di una splendida vista sulla facciata orientale della villa, rimodernata in stile neomanierista nel 1852, con decori in cotto e bassorilievi in marmo, per volere di Carlo Ghirlanda Silva.
Il percorso prosegue poi verso la residenza, costeggiando un’ampia area boschiva, che può offrire riparo durante le soleggiate giornate estive. Da qui si può scegliere se proseguire verso nord, sulla destra, per addentrarsi tra la vegetazione ed uscire su via De Ponti, oppure ritornare all’ingresso principale, in via Frova. Percorrendo l’ultimo tratto del sentiero in calcestre si possono ammirare alcuni reperti ed arredi scultorei: un sarcofago e una coppia di grosse pigne in pietra, sulla destra, nei pressi del laghetto, oppure le sculture in ceppo rustico ai margini del prato, che ritraggono due figure femminili, un leone e un putto su un delfino, sulla sinistra. Prima di raggiungere l’uscita è possibile fare una sosta al bar del parco, o raggiungere l’arena, che ospita spettacoli, intrattenimenti e proiezioni cinematografiche all’aperto.

Testo di Laura Sabrina Pelissetti

Data ultima modifica: 26 gennaio 2023
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