GIULIANI PADRE REGINALDO

Cappellano militare, dopo aver combattuto nella grande guerra con gli Arditi della III Armata, meritando la Medaglia d’Argento e quella di Bronzo, nel dopoguerra va a Fiume con D’Annunzio e nel 1922 prende parte alla marcia su Roma.

In seguito parte per la guerra d’Etiopia con le camicie nere del gruppo del Generale Diamanti e nel gennaio del 1936 viene ucciso mentre impartisce l’assoluzione ai morenti durante la battaglia Passo Uarieu.

Unico a trovare la morte su 122 cappellani militari, diviene una sorta di mito dell’A.O.I. (Africa Orientale Italiana). Medaglia d’Oro al valor militare, la Regia Marina gli intitolerà un sommergibile della classe Liuzzi. Alla sua vita Roberto Rossellini si ispirò per il film L’uomo della croce.

Il successo della battaglia di Passo Uarieu è dovuto all’unità della Milizia e questo fatto viene ampiamente sfruttato dal regime fascista che cita la battaglia nel Canto del Legionario.

A Cinisello Balsamo si tengono solenni onoranze funebri tributate a due soldati periti in Africa Orientale; il 1° aprile 1936 per Andrea Furia e il 17 giugno 1936 per Giovanni Tagliabue.

Il nome di Furia viene inciso sulla lapide a edicola ai caduti della prima guerra mondiale in piazza Gramsci a Cinisello, e quello di Tagliabue sul monumento ai caduti in viale delle Rimembranze a Balsamo.

A ricordo della battaglia di Passo Uarieu vengono deliberate tre intitolazioni: via Andrea Furia (già via del Ronco e attuale via Carlo Villa), via Passo Uarieu (attuale via Mazzini) e, nel 1938, la Scuola di Avviamento Professionale in via Beato Carino a padre Reginaldo Giuliani (intitolazione che verrà convalidata nel 1940).



GALLERIA FOTOGRAFICA

Padre Reginaldo Giuliani

La tomba di padre Reginaldo Giuliani nel cimitero di guerra italiano di Passo Uarieu

L’immagine di padre Reginaldo Giuliani nella propaganda fascista