Domani, venerdì 10 ottobre, alle ore 11, si svolgerà la cerimonia di svelamento della targa dedicata ad Alfredo Motta, fondatore dell’omonima azienda, di fama mondiale, che ha sede a Cinisello Balsamo dal 1912.
La targa sarà posta nello spazio verde antistante l’azienda, all’angolo tra via Bettola e viale Valtellina. Un segno di riconoscimento e un omaggio dall’Amministrazione comunale e dagli eredi Motta, promotori della targa e futuri custodi dello spazio, per celebrare l’eredità di un’impresa che fa parte della storia della nostra città.
Nato nel 1886 Alfredo Motta ha iniziato a lavorare prestissimo, e nonostante la sua giovane età, è sempre stato ambizioso e visionario. Il suo impegno non è mai venuto meno e, pur lavorando, riesce a diplomarsi in Chimica e poi si lancia nel mondo imprenditoriale, fondando la "Tintoria pelli per guanti Alfredo Motta,". L’azienda si distingue subito nel panorama del tempo introducendo metodi sperimentali, come la celebre tintura a “spazzola”. Era il 1920. Il successo è arrivato e il chimico-artigiano ha trasformato così un mestiere in un’industria di fama mondiale. Da oltre un secolo, la Conceria Alfredo Motta è sinonimo di eccellenza: forte dell’accurato processo di lavorazione, delle tecnologie d’avanguardia e delle finiture uniche che hanno reso le pelli di Motta ricercatissime da grandi stilisti e case di moda, grazie ai figli e ai nipoti che hanno portato avanti l’eredità di Alfredo.
Un successo che ha proiettato anche il nome di Cinisello Balsamo nel circuito del lusso internazionale, dimostrando il valore e la capacità innovativa del tessuto produttivo locale.
“Un omaggio ad un uomo che è esempio di diligenza e laboriosità. Fin da giovanissimo ha dimostrato ambizione e lungimiranza, portando un’azienda artigianale al successo internazionale. I risultati raggiunti dall’impresa Motta Alfredo sono importanti e, da ben 113 anni continua ad essere operativa nella nostra città e a portare il nome di Cinisello Balsamo oltre i suoi confini territoriali”. Ha commentato il sindaco Giacomo Ghilardi.