Per tutto il Novecento le bocce hanno significato per i lavoratori di Cinisello e di Balsamo un piacevole passatempo con cui trascorrere i rari momenti liberi dalle fatiche dei campi o delle fabbriche. La domenica, chi aveva quattro palanche in tasca andava all’osteria o al Circolo della Cooperativa a giocare a carte, alla morra e, nella bella stagione, alle bocce. Partite tiratissime tra amici, all’insegna del classico: - Chi perd paga de bev! ("Chi perde paga da bere!"), dove le bocciate e i millimetrici tiri a punto si alternavano a un sorso di buon barbera e ai salaci commenti degli spettatori sulle prestazioni dei contendenti. Osterie e Circoli facevano a gara nel preparare al meglio i campi da gioco e nell’organizzare tornei con in palio ricchi premi, quasi sempre in natura (salami, polli, oche). Ma in quelli più prestigiosi comparivano anche coppe e medaglie. Fino alla Seconda Guerra Mondiale questa intensa attività bocciofila è di frequente organizzata autonomamente dalle osterie e dai Circoli, senza dipendere necessariamente dalla Federazione Italiana Bocce, che pure esisteva dal 1898. Il salto di qualità si registra nel 1951, dopo il primo Campionato del Mondo disputato a Genova: negli anni seguenti le Bocciofile locali si danno una struttura e un’organizzazione adeguate ai tempi e al rango che ormai compete alle care e vecchie bocce. E i risultati non si fanno attendere. L’inizio degli anni Settanta vede primeggiare i nostri giocatori a livello nazionale grazie ai titoli conquistati da Severino Brandolese, Valerio Pagani, il più volte azzurro Giuliano Sabatini, Idelmo Veronese e Angelo Sampinelli. Negli anni Ottanta la storia bocciofila locale si arricchisce di una nuova componente culturale e sportiva: su iniziativa di Marc Pierre Sebellini, alcuni concittadini fondano il Club Petanque Cinisello Balsamo, nell’intento di promuovere questa versione del gioco delle bocce, assai conosciuta in Francia, e praticata su terreni accidentati e con bocce di ferro. Da anni è attivo a Cinisello Balsamo una struttura per il Bowling, frequentata da numerosi appassionati. Nel Settecento e nell’Ottocento il biliardo troneggiava solo nelle sale delle ville nobiliari ed era un passatempo sconosciuto, e comunque inaccessibile, per i nostri contadini e operai. A Cinisello e a Balsamo il biliardo fa la sua comparsa nei locali pubblici negli anni tra le due guerre mondiali: nei Circoli e nei bar i giovanotti si cimentano nelle diverse specialità del tappeto verde per puro passatempo, senza alcuna velleità agonistica. Di recente anche il biliardo è assurto al rango di vero e proprio sport, incrementando il numero dei praticanti e guadagnando la ribalta televisiva, dove un pubblico numeroso segue i tiri millimetrici e funambolici degli assi della stecca o delle boccette. Data ultima modifica: 12 gennaio 2011