BRIOSCHI GIUSEPPE

Nacque a Cinisello il 7 gennaio 1895 da Angelo Brioschi e Clementina Zucchi. Era analfabeta e faceva muratore. Sul foglio matricolare vengono indicate le sue caratteristiche fisiche: capelli castani e ondulati, naso aquilino, dentatura sana, colorito roseo, statura media.

Arruolato come soldato nell’Esercito con la matricola 814, finì la leva obbligatoria verso la fine del 1914, ma fu richiamato alle armi agli inizi dell’anno successivo. Arruolato nella Brigata Brescia, 19° Reggimento Fanteria* come zappatore (soldato specializzato nello scavo di trincee per rallentare l’avanzata del nemico o in quello di gallerie sotto le fortificazioni per favorirne il crollo), arrivò in zona di guerra nel maggio del 1915.

Fu dichiarato disperso il 15 luglio 1918 nel corso della Battaglia di Bligny a Bois du Courton, nella regione della Champagne-Ardenne in Francia. Il 18 febbraio 1919 venne rilasciata la dichiarazione di irreperibilità.

Brioschi è ricordato nel cimitero di Bligny.

Il suo nome compare:
- sulla lapide Ai caduti della prima guerra mondiale di Cinisello sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5;
- sulla lapideAi caduti della prima guerra mondiale di Cinisello sita sul sagrato della chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus in piazza Gramsci.

PER APPROFONDIRE

La Champagne-Ardenne è la regione francese a est di Parigi che comprende il triangolo tra Reims, Epernay e Chalons-sur-Marne. Questa regione fu teatro di tremende devastazioni e distruzioni durante la prima guerra mondiale e vide nell’ultimo anno anche l’azione di truppe italiane e di soldati eugubini nel sanguinoso scontro che contrapponeva Francia e Germania.
Nella primavera del 1918 la Germania decise di sferrare un attacco massiccio e decisivo contro la Francia. L’offensiva fu preparata concentrando sul fronte francese tutti i mezzi disponibili. La prevedibilità di tale mossa permise un certo preventivo rafforzamento da parte della Francia, rafforzamento a cui anche l’Italia partecipò.
Il governo italiano inviò truppe militari e sessantamila soldati operai per lavori di manovalanza, le cosiddette truppe ausiliare italiane in Francia (T.A.I.F).
Nel marzo 1918 fu deciso l’invio sul fronte francese del 2° Corpo d’Armata italiano (al comando del generale Alberico Albricci) composto tra le altre anche dalla *Brigata Brescia (19° e 20° Reggimento Fanteria). Complessivamente il contingente militare italiano era di oltre venticinquemila uomini.

Il 27 maggio 1918, con un grande attacco a sorpresa, l’esercito tedesco riuscì a sfondare il fronte francese nei pressi di Reims e a giungere a meno di cento chilometri da Parigi. Il 2° Corpo d’Armata italiano fu destinato a presidiare questa zona.
Il 19 giugno venne ultimato lo schieramento nella piccola valle del Fiume Ardre. La vallata era delimitata da due costoni boscosi: da una parte Bois du Vrigny, dall’altra Bois des Eclisses e Bois du Courton. Questa stretta vallata era percorsa oltre che dal fiume Ardre, anche dalla strada diretta a Chaumuzy e a Epernay. Il tratto compreso tra il fiume e la montagna di Bligny fu affidato all’8^ Divisione (Brigate Brescia e Alpi), quello opposto alla 3^ Divisione (Brigate Napoli e Salerno). Bois des Eclisses era considerato un caposaldo che doveva essere difeso fino all’ultimo uomo.
Già nei giorni 23-24 giugno i tedeschi sferrarono un violentissimo attacco contro i reparti della Brigata Alpi per impadronirsi della Montagna di Bligny ma, grazie al Corpo degli Arditi, l’obiettivo fallì. L’attacco micidiale fu solo rinviato. Nella notte tra il 14 e 15 luglio 1918 ebbe inizio la storica seconda battaglia della Marna, detta anche Battaglia di Bligny. Subito dopo la mezzanotte le artiglierie tedesche aprirono un violentissimo fuoco sull’intero fronte occupato dalla Brigata Alpi, con largo uso di proiettili contenenti gas e liquidi velenosi.
Curzio Malaparte (pseudonimo di Kurt Erich Sukert), diciassettenne giovane volontario degli Arditi), testimone oculare, così descrisse quell’attacco notturno del 14 luglio: “Nulla potrà mai superare in orrore quel bombardamento. Fu un massacro. Seduti sull’erba, le spalle appoggiate ai tronchi degli alberi, in un terreno senza trincee, senza camminamenti, senza ricoveri, ci facemmo ammazzare allo scoperto, fumando una sigaretta dopo l’altra”.
All’alba del 15 luglio (giorno in cui morì Giuseppe Brioschi) le truppe d’assalto tedesche attaccarono anche con carri armati la montagna di Bligny, i nostri soldati, seppure ormai ridotti alla metà, riuscirono a rallentare l’avanzata nemica incendiando il bosco e combattendo tra le fiamme.
Mentre le truppe tedesche entravano a Chaumuzy, i superstiti del 51° Reggimento Fanteria, ridotti a 28 ufficiali e 493 uomini, si riunirono a Bois du Courton per riordinarsi.
La mattina del 16 luglio riprese l’attacco contro le postazioni del Bois du Courton, ma l’attacco fu inizialmente respinto. Nel pomeriggio i tedeschi, facendo uso anche di lanciafiamme, riuscirono a sfondare tra i battaglioni francesi e italiani, aprendosi un varco nel fronte. Fu allora che il generale Albricci ordinò di concentrare tutto il fuoco d’artiglieria sul tratto sfondato e poi lanciò contro i tedeschi il 2° Reparto d’Assalto che riuscì a contenerne l’impeto. Il 17 luglio i reparti del 52° e del 51° Reggimento Fanteria, quasi accerchiati, combatterono fino a sera.
Si leggeva in una cronaca di Malaparte, scritta vent’anni più tardi sul Corriere della Sera: "A Bligny, ormai tutto il bosco era pieno di migliaia di morti e di feriti, ed eravamo rimasti senz’acqua, senza pane, senza cartucce, senza bombe a mano, senza mitragliatrici, [...] il nemico tornò per la ventesima volta all’assalto con le sue tanks e i suoi lanciafiamme, e tutti quei matti (n.d.r.: i nostri soldati) gli si buttarono addosso, vociando e sghignazzando. S’udivano tra gli alberi, nell’immenso bosco pieno di fumo, urli di feriti e scoppi di risa, voci terribili e strane. E in realtà il nemico fu fermato a Bligny, non dal fuoco delle nostre poche mitragliatrici e dei scarsi cannoni, ma dalla meravigliosa pazzia di quei contadini dell’Umbria”.
La mattina seguente, 18 luglio, il Comando Supremo francese diede il via alla controffensiva che avrebbe portato alla resa tedesca l’11 novembre 1918.

Fermando l’avanzata tedesca verso la città di Epernay e impedendo la realizzazione del piano tedesco che avrebbe dovuto provocare l’isolamento e la caduta di Reims, i fanti italiani assolsero con immenso sacrificio il loro compito, anche se gravissimo fu il bilancio (oltre 4000 morti). Per gli italiani il fronte francese rappresentò un vero massacro: in poco più di sei mesi tra i 25.000 combattenti le perdite furono di 9.334 uomini dei quali circa 5.000 caduti e oltre 4.000 feriti.

Foglio Matricolare
Stralcio dell’elenco degli italiani caduti in Francia e sepolti nel cimitero di Bligny dove risulta anche Giuseppe Brioschi


GALLERIA FOTOGRAFICA

L’entrata del cimitero di Bligny

La targa

Il cimitero di Bligny dove è sepolto Giuseppe Brioschi