ALLE VITTIME DELLA DEPORTAZIONE E DELLA RESISTENZA

Memoriali e monumenti - Lager e luoghi vari

I superstiti della deportazione hanno cercato di portare la propria testimonianza, tentando di esprimere l’indicibile, a volte scrivendo, a volte raccontando, a volte, come nel caso di alcuni artisti, affidando alle pietre un segno tangibile che attestasse l’evento storico e rendesse onore ai caduti.
Alcuni architetti, pittori e scultori di chiara fama hanno firmato monumenti e memoriali, in gran parte nei luoghi della memoria della deportazione, per indurre al ricordo, alla riflessione e alla preghiera, per lasciare testimonianza di quel dramma che travolse donne, bambini e uomini.
"Si tratta" - come scrive Gianfranco Maris, ex deportato politico e presidente nazionale dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale ex Deportati) - "di monumenti di condanna dello sterminio. Non tumuli per ricordare battaglie gloriose, ma monumenti di condanna del crimine di Stato e degli uomini che ne sono stati strumento; non colonne ai vincitori, non edicole o tempietti o esedre nei santuari, non archi, non statue, ma documenti eretti, indelebili all’ingiuria del tempo, perchè gli uomini ricordino e sappiano, e, conoscendo, siano liberi di scegliere".

Milano, 1946
Monumento in onore dei caduti nei campi di sterminio nazisti

Studio architetti: BBPR (Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers).

Il monumento occupa il centro del grande piazzale verso il quale convergono le prospettive dei principali viali del cimitero Monumentale, alle spalle del famedio degli uomini illustri.
Al centro dell’intelaiatura è posta una gamella (la famosa miski) contenente terra dei Lager. Sull’aiuola sono disposte le lapidi con i nomi dei milanesi caduti nei campi nazisti. Una delle scritte recita: "Dai crematori dei Lager germanici una scia di luce ricorda i nostri martiri. Nell’estremo supplizio li confortò la certezza che la tirannide passa la libertà risorge. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia..."
A causa dello stato di degrado, il 6 maggio 2012, sessantasettesimo anniversario della liberazione dell’ultimo grande Lager nazista - quello di Ebensee - si svolse la cerimonia di inaugurazione del restauro del Monumento. Grazie ai disegni originali prodotti dallo studio Belgiojoso, i restauratori riportarono l’opera alle forme volute dai progettisti. Alla cerimonia erano presenti: il presidente dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale ex Deportati Politici) di Milano Dario Venegoni, l’architetto Alberico Belgiojoso, l’assessora del Comune di Milano Daniela Benelli.

Ebensee (Austria), 1950
Croce in ricordo dei caduti di Ebensee

Architetto: Gio Ponti.

Nel dolce paesaggio austriaco, sopra l’immensità di uno dei campi sussidiari di Mauthausen, si staglia alta e imponente la grande croce che la vedova di Roberto Lepetit fece erigere in memoria del marito e dei suoi compagni di lotta per la libertà. Furono fatte incidere in tre lingue queste parole: "Al marito qui sepolto - compagno eroico dei mille morti che insieme riposano - e dei milioni di altri martiri di ogni terra e di ogni paese - affratellati dallo stesso tragico destino - una donna italiana dedica - pregando perché così immane sacrifizio - porti bontà nell’animo degli uomini".

Mauthausen (Austria), 1955
Monumento in onore degli italiani

Architetto: Mario Labò.

In ricordo del figlio Giorgio, partigiano fucilato a Roma, e dei suoi compagni di lotta, l’autore di questo sobrio monumento utilizzò le stesse pietre che i deportati avevano estratto dalla cava del Lager e portato a spalla su per la scala della morte. Sul muro è riportata la frase: "Agli italiani che per la dignità degli uomini qui soffersero e perirono". La scultura è di Mirko Basaldella.
Sul retro del muro sono collocate numerose fotografie di deportati e targhe, tra le quali anche quelle di Cinisello Balsamo. Accanto al monumento in onore degli italiani sorgono anche i monumenti delle altre Nazioni. I memoriali sorgono dove erano site le baracche delle SS (Schutzstaffeln - reparti di difesa).

Bolzano, 1965
Cippo commemorativo del K2 Bozen-Gries

Archietto: Guido Pelizzari.

Il cippo in porfido, scelto dal Comitato per le celebrazioni del ventennale della Resistenza, fu posto su un largo basamento e collocato sull’aiuola che tuttora si trova davanti al complesso di via Resia 80.
Sotto l’iscrizione ("Uomini di diversa nazionalità qui soffrirono e perirono per la loro libertà nella lotta contro il nazi-fascismo"), che ancora si legge, era visibile una sommaria pianta del Lager, un piccolo rombo in cemento riportava le date "1945-1965”.
Nel 1985 fu rimaneggiato, scalpellandone la pianta del Lager e riempiendo lo spazio così ricavato con la dedica della Città di Bolzano nel quarantesimo anniversario della Liberazione. Fu tolto il rombo in cemento e incisa sulla sommità del cippo la data “1943-1945”. Nella stessa occasione venne deciso il trasferimento del cippo davanti alla Chiesa di San Pio X e il suo interramento nel prato.
La statua posta accanto, opera dello scultore locale Claudio Trevi, ideata come completamento del cippo, venne collocata nel corso del 1985. E’ composta da una figura maschile e da una femminile che, tenendosi per mano, urlano al cielo il dolore della loro tragica condizione.

Gusen I (Austria), 1967
Memorial

Architetto: Lodovico Barbiano di Belgiojoso.

“In questo recinto, nel luogo stesso in cui fu costruito sotto il regime nazista, è rimasto il crematorio di Gusen I e Gusen II, sottocampi tra i peggiori, apportatori di morte del campo di eliminazione di Mauthausen. Dal 1940 al 1945 più di 37.000 patrioti di ogni nazionalità vi furono inceneriti, dopo aver conosciuto le più crudeli sofferenze fisiche e morali.”
Così ricorda l’iscrizione scolpita nel Lager di Gusen, sul monumento voluto dagli ex deportati, per fugare l’oblio che avrebbe cancellato i segni del terribile luogo, ormai incalzato dall’edificazione di un quartiere residenziale. Infatti, l’area sulla quale sorgeva il campo fu occupata da una lottizzazione di villette unifamiliari; riscattando e acquistando il terreno, i superstiti salvarono dalla distruzione il forno crematorio e lo scolatoio. Solitaria memoria abbandonata in un campo di sterpaglie, il forno è custodito, nel progetto curato da Belgiojoso (che qui era stato internato per quasi un anno), da una teca in calcestruzzo grezzo, formata dal muro che accompagna il percorso del visitatore. Compreso fra pareti di altezza crescente che recano lapidi in ricordo del genocidio, lo spettatore avanza lungo un passaggio labirintico per giungere nello spazio centrale dove campeggia il forno crematorio. Successivamente sorse sulle fondamenta di una delle baracche del Lager un Museo espositivo realizzato dal Comitato di Gusen.

Auschwitz-Birkenau (Polonia), 1967
Monumento internazionale

Architetti: Giorgio Simoncini, Julian Palka, Tommaso Valle, Maurizio Vitale;
scultori: Pietro Cascella, Jerzy Januszkiewicz.

Al termine dei binari del raccordo ferroviario che si innesta nella rampa del Lager dove avvenivano le selezioni per la camera a gas, i vincitori di un concorso internazionale innalzarono, con grande rispetto per l’ambiente, una grandiosa struttura dedicata alle milioni di vittime del genocidio nazista di tutte le nazionalità.
Tutto intorno le baracche, le torrette di guardia, i pali della recinzione sono rimasti al loro posto. La mostruosa enormità della dimensione del campo è ancora lì intatta, avvolta nel silenzio.

Udine, 1969
Monumento alla Resistenza e alla deportazione

Architetto: Gino Valle.

Il monumento è costruito nel centro della piazza XXVI Luglio, una rotonda di traffico che fronteggia il tempio-ossario. Il vasto quadrato in cemento è sospeso, sbarra l’orizzonte e spacca in due il grande cerchio, mentre l’acqua scorre in una grande fontana. Al centro della piattaforma ribassata campeggia la scultura di Dino Basaldella.

Carpi (Mo), 1973
Museo-monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti

Studio architetti: BBPR (Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers) in collaborazione con Corrado Cagli, Renato Guttuso, Fernand Léger, Alberto Longoni, Pablo Picasso e con Primo Levi, Nelo Risi e Albe Steiner;
con la collaborazione, nello Studio, di R.Chiavelli e G.Lanzani.

Il monumento si trova nel Castello dei Pio che si affaccia sulla piazza principale della città, a pochi chilometri di distanza dal campo di transito di Fossoli.
Come molte opere dagli intenti didattici, il museo di Carpi testimonia i vivaci scambi che lo studio BBPR intrattenne sempre con gli artisti. Il desiderio di conservare il ricordo degli atroci delitti perpetrati nel vicino campo di internamento di Fossoli indusse l’Amministrazione comunale a bandire un concorso nel 1963. Il progetto dei BBPR, vincitore del concorso, sottolinea il valore del monumento come museo, luogo per ricordare e trasmettere al futuro le più tristi pagine della storia europea, riunite qui in un racconto vario e intenso.
Nei locali restaurati, ubicati al piano terra del Castello dei Pio, si snoda il percorso, tracciato su un modulo quadrato che collega le teche per l’esposizione (ordinata da Albe Steiner) degli oggetti dei deportati, innalzate o ribassate nel pavimento. Sulle pareti bianche sono incisi in rosso e nero i graffiti tratti dai bozzetti realizzati da Guttuso, Cagli, Longoni, Picasso e Léger, cui fanno eco le frasi scelte da Nelo Risi e da Primo Levi tra gli scritti dei condannati a morte della Resistenza. Il percorso ha il suo culmine nella sala a volte, in ogni punto segnata dai nomi dei deportati italiani deceduti nei campi, e si decanta nel cortile aperto verso il giardino, dove sedici alte stele in cemento si elevano da fosse colme di cespugli e recano incisi i nomi dei luoghi dello sterminio.

Kahla, valle del Leubengrund (Germania), 1974
Monumento commemorativo alle vittime della Rei.Ma.H.G.

Nella zona del Lager di Kahla sorsero nel corso degli anni molti luoghi della memoria. Nel parco del Palazzo di Hummelshain, l’ex ospedale della Rei.Ma.H.G., fu eretto dagli internati della casa di rieducazione per minorenni di Hummelshain, un monumento realizzato con le pietre delle rovine della ditta. Ognuna di queste pietre rappresenta una persona morta nel’ospedale.
L’8 maggio 1965 fu inaugurato ai piedi della collina di Walpersberg il monumento commemorativo alle vittime della Rei.Ma.H.G. Nel 1972 l’Armata Popolare Nazionale (NVA) dell`ex Repubblica Democratica Tedesca iniziò la sistemazione e il successivo uso militare di una parte del sistema di gallerie e del terreno circostante. Fu pertanto necessario trasferire il monumento commemorativo. Nel 1974, su proposta di un deportato polacco, fu eretto un nuovo monumento commemorativo nella valle del Leubengrund, che fu inaugurato l’ 8 maggio 1974. Il circondario Saale-Holzland si incaricò della cura del monumento e dell’organizzazione annuale delle commemorazioni.
Nel 1990 la zona del Walpersberg passò alle forze armate della Repubblica Federale Tedesca. Venne chiusa come luogo militare e dal 1997 iniziò ad essere amministrata dall`ufficio del patrimonio federale. Il belga Patrick Brion fu incaricato dell’organizzazione delle commemorazioni. Nel 2003 si costituì l`associazione "REIMAHG e V.". Ospiti nazionali e stranieri poterono visitare per la prima volta una parte del sistema di gallerie e una mostra informativa. Nel 2007 l’area fu venduta all’Associazione “Geshichts-Und Forschungsverein Walpersberg e V.” (presidente Markus Gleichmann) che si occupa dell’organizzazione delle commemorazioni e ha creato un museo nella sede di Grosseutersdorf.

Trieste, 1975
Risiera di San Sabba

Architetto: Romano Boico.

Nei locali in disuso della Premiata Pilatura di Riso dei F.lli Ziffer, nel quartiere periferico di San Sabba a Trieste, nel 1943, dopo l’istituzione dell’Adriatisches Küsterland (la Venezia Giulia, province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana, annesse al Terzo Reich), i nazisti crearono un Polizeilager, trasformato poi in un vero e proprio campo di concentramento e di eliminazione dotato di forno crematorio (di cui, ancora oggi, sul muro se ne intravede la sagoma). Nel dopoguerra gli edifici furono recuperati, trasformati in luogo di memoria e dichiarati monumento nazionale.

Auschwitz (Polonia), 1979
Memorial italiano

Studio architetti: BBPR (Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers);
affreschi di Mario Samonà, testi di Primo Levi, musiche di Luigi Nono, regia di Nelo Risi;
con la collaborazione, nello Studio, di Giuseppe Lanzani.

Il Memorial, voluto dall’A.N.E.D., realizzato all’interno della camerata in una baracca del campo, è dedicato ai deportati italiani nei Lager nazisti.
Sollevata da un impalcato e tesa attraverso i vuoti spazi della baracca, una spirale a elica avvolge il cammino del visitatore in un percorso unitario e ossessivo lungo ottanta metri che rappresenta e rievoca la spirale di violenza nella quale i deportati furono travolti. Attraversandola come in un brutto sogno, si rivivono i momenti della disperazione, della presa di coscienza, della volontà di sopravvivenza e della vittoria sul male.
Mediante un’armatura lignea la spirale tende una banda continua di tela, sulla quale sono rappresentate le immagini del fascismo, dell’antifascismo, della Resistenza, della deportazione e dello sterminio, dipinte da Mario Samonà e commentate dalle parole di Primo Levi.
Dilatata nelle tre dimensioni, scandita dalle viste alterne della baracca e dei dipinti, la spirale ricompone l’incubo doloroso, coniugando spazio architettonico e pittura per trovare una comunicazione immediata e universale.

Ravensbrück (Germania), 1982
Memoriale italiano

Studio architetti: BBPR (Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers).

In una delle celle di punizione del bunker del campo di concentramento prevalentemente femminile di Ravensbrück fu realizzato a cura dell’A.N.E.D. questo luogo di riflessione e di ricordo delle italiane e degli italiani che in quel Lager sono caduti. I loro nomi figurano sul pannello che si nota sul fondo. I disegni riportati sui muri sono di Agostino Barbieri, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Aldo Carpi, Zoran Music, Violette Rougier, Carlo Slama.

Como, 1983
Monumento alla Resistenza europea

Artista: Gianni Colombo.

Nei giardini pubblici, sulle rive del lago inframmezzate dalle grandi strutture in calcestruzzo, su lapidi in bronzo sono incise parole che ricordano la grande tragedia della deportazione e l’eroica Resistenza contro il nazismo. Un’urna raccoglie piccole quantità di terra provenienti dai vari campi di concentramento e da Hiroshima.
Fu inaugurato il 28 Maggio 1983 dal presidente della Repubblica Sandro Pertini.

In molte città italiane spesso sono collocate lapidi sulle facciate delle case per ricordare il luogo in cui hanno vissuto o sono stati arrestati i deportati, caduti nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. Si tratta di migliaia di lapidi sparse un po’ ovunque.
Alcune città però hanno voluto ricordare la persecuzione nazista e l’occupazione del nostro Paese con lapidi sulle facciate dei palazzi comunali o con monumenti dedicati. Ne citiamo alcuni:

- Castelnovo ne’ Monti (Re), 1975, opera di Giorgio Benevelli;
- Civitavecchia (Rm), 1977, opera di Giovanni Massacesi;
- Busto Arsizio (Va), 1980, opera di Muzio Merelli;
- La Spezia, 1986, opera di Ebrefe Marconi;
- Brescia, 1992, opera di Stefano Bombardieri;
- Venezia, 1993, opera di Arbit Blatas;
- Firenze Trespiano, 1996, opera degli allievi e docenti dell’Istituto d’Arte di Sesto Fiorentino.

Vai alla scheda: "Seconda guerra mondiale" - i monumenti alle vittime delle guerre.

Vai alla scheda: "I deportati".

Vai alla scheda: "I partigiani".

Vai alla scheda: "Lodovico Barbiano di Belgiojoso" - biografia.

Auschwitz (Polonia), Al visitatore, testo scritto da Primo Levi in occasione dell’inaugurazione del Memorial italiano
Milano, Monumento in onore dei caduti nei campi di sterminio nazisti, descrizione, pag. 1
Milano, Monumento in onore dei caduti nei campi di sterminio nazisti, descrizione, pag. 2


GALLERIA FOTOGRAFICA

Milano, Monumento in onore dei caduti nei campi di sterminio nazisti

Milano, Monumento in onore dei caduti nei campi di sterminio nazisti

Milano, Monumento in onore dei caduti nei campi di sterminio nazisti

Milano, Monumento in onore dei caduti nei campi di sterminio nazisti, una commemorazione

Ebensee (Austria), Croce in ricordo dei caduti di Ebensee

Ebensee (Austria), Croce in ricordo dei caduti di Ebensee

Mauthausen (Austria), Monumento in onore degli italiani

Mauthausen (Austria), Monumento in onore degli italiani, particolare: il triangolo rosso dei deportati politici con la sigla IT (italiani)

Mauthausen (Austria), Monumento in onore degli italiani, parte posteriore dove sono collocate le targhe e le lapidi

Mauthausen (Austria), Monumento in onore degli italiani, la scultura di Mirko Basaldella

Bolzano, Cippo commemorativo del K2 Bozen-Gries

Bolzano, Cippo commemorativo del K2 Bozen-Gries

Gusen (Austria), Memorial

Gusen (Austria), Memorial

Auschwitz-Birkenau (Polonia), Monumento internazionale

Auschwitz-Birkenau (Polonia), Monumento internazionale

Auschwitz-Birkenau (Polonia), Monumento internazionale

Auschwitz-Birkenau (Polonia), Monumento internazionale

Udine, Monumento alla Resistenza e alla deportazione

Udine, Monumento alla Resistenza e alla deportazione

Carpi (Mo), Museo-Monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti, Cortile delle stele

Carpi (Mo), Museo-Monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti, Sala dei nomi

Carpi (Mo), Museo-Monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti, prima sala, frase di Bertolt Brecht

Kahla (Germania), monumento nel parco del Palazzo di Hummelshain

Kahla (Germania), monumento alle vittime della Rei.Ma.H.G., ai piedi della collina di Walpersberg, 1965

Kahla (Germania), monumento alle vittime della Rei.Ma.H.G., valle del Leubengrund, 1974

Kahla (Germania), monumento alle vittime della Rei.Ma.H.G., valle del Leubengrund, 1974, particolare

Trieste, Risiera di San Sabba, entrata

Trieste, Risiera di San Sabba

Trieste, Risiera di San Sabba, le celle

Auschwitz (Polonia), Memorial italiano

Auschwitz (Polonia), Memorial italiano, particolare

Auschwitz (Polonia), Memorial italiano, alcuni deportati (in primo piano Giuseppe Marafante) durante la posa dell’opera

Auschwitz (Polonia), Memorial italiano, durante la realizzazione

Ravensbrück (Germania), Memoriale italiano, il progetto

Ravensbrück (Germania), Memoriale italiano

Ravensbrück (Germania), Memoriale italiano

Como, Monumento alla Resistenza europea

Como, Monumento alla Resistenza europea

Como, Monumento alla Resistenza europea, particolare

Como, Monumento alla Resistenza europea, porzione della lapide scritta in italiano