Lodovico Barbiano di Belgiojoso nasce a Milano l’1 dicembre 1909. E’ discendente da una delle più antiche famiglie nobili milanesi dell’Italia settentrionale, di origine romagnola con discendenza dall’antichissimo ceppo dei conti di Cunio e Barbiano.
La sua biografia si intreccia con la storia collettiva del gruppo fondato con Gian Luigi Banfi (Milano 1910 - Mauthausen 1945), Enrico Peressutti (Pinzano al Tagliamento-Pd 1908 - Milano 1976) ed Ernesto Nathan Rogers (Trieste 1909 - Gardone, 1969), con i quali avverte affinità culturali e stringe legami di solida amicizia.
A partire dal 1927 Belgiojoso trascorre un periodo di formazione presso la scuola diretta da Gaetano Moretti, indirizzata a un insegnamento tradizionalista dell’architettura, con forte influenza di Camillo Boito, ma segnata anche da un agnosticismo tollerante verso l’architettura moderna europea.
Il legame tra i quattro è sancito dall’annuncio, in occasione della laurea, di un impegno comune che li porta nel 1932 a costituirsi in studio professionale che prenderà il nome di B.B.P.R., dalle iniziali dei loro nomi.
Lo studio intraprende da subito una vasta attività professionale, soprattutto tra il 1933 e il 1936, gli anni che precedono la guerra, e presto avrà fortuna con i progetti per i Littoriali e per la Casa del Sabato per gli sposi, oltre che per alcuni scritti pubblicati sulla rivista Quadrante; in particolare Belgiojoso è direttore degli Atti del sindacato interprovinciale fascista degli architetti.
Nel 1934 si sposa con Carolina Cicogna Mozzoni dalla quale avrà quattro figli.
Durante l’occupazione nazifascista lo studio (già in pratica smembrato nel 1938 con la promulgazione delle leggi razziali) diventa un punto di riferimento per la Resistenza milanese e per il movimento di Giustizia e Libertà.
Nel 1940 Belgiojoso é chiamato alle armi, ma viene presto smobilitato.
Per il loro rifiuto del fascismo e la loro partecipazione alla Resistenza, il 21 marzo del 1944, in seguito a una delazione, Belgiojoso e Banfi vengono arrestati, mentre Peressutti riesce a sfuggire alla cattura. Lo studio da quel momento cessa ogni attività.
Vengono entrambi deportati ai campi di Fossoli, Bolzano, Mauthausen e Gusen.
Banfi muore nel Lager di Gusen il 22 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra, mentre Belgiojoso viene liberato il 5 maggio 1945.
Era riuscito a sopravvivere, come ebbe a raccontare anni dopo, scrivendo poesie e disegnando su pezzetti di carta. "Mi salvai" - raccontò anche - "soltanto perché sapevo il tedesco e sapevo usare il tornio, visto che mia madre aveva voluto che imparassi a fare il falegname e il fabbro".
Dopo la Liberazione lo studio viene riaperto senza Gian Luigi Banfi, mantenendo però la sigla B.B.P.R. per ricordare l’amico scomparso.
I tre architetti aderiscono al Movimento Studi Architettura (M.S.A., di cui Belgiojoso è presidente nel 1947) fondato tra gli altri da Franco Albini, Ignazio Gardella, Piero Bottoni e Giancarlo De Carlo.
Dal 1950 Belgiojoso insegna a Milano e Venezia. Nel 1953 consegue la libera docenza in Architettura degli Interni presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Nel 1958 diviene membro della Royal Society of Arts di Londra.
Allo studio B.B.P.R. viene affidato nel 1951 l’allestimento della IX Triennale di Milano con la mostra intitolata La forma dell’utile, da cui si fa partire l’industrial design in Italia.
Nel 1962 diventa presidente della commissione tecnica del P.I.M. (Piano Intercomunale Milanese).
Nel 1963 si trasferisce alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove consegue la Cattedra di Composizione Architettonica e diventa direttore dell’ Istituto di Composizione, carica che manterrà fino al 1967.
Nel 1988 è membro dell’American Institute of Architects.
Belgiojoso muore a Milano il 10 aprile 2004.
I funerali si svolgono il 13 aprile a Milano nella chiesa della Passione alla presenza di una grande folla; durante la cerimonia vengono letti brani tratti dai suoi scritti.
Gianfranco Maris, presidente dell’A.N.E.D., ha dedicato a Belgiojoso un commosso ricordo.
Per sua espressa volontà verrà sepolto con il fazzoletto dell’A.N.E.D., con il triangolo rosso (quello dei deportati politici).
Riconoscimenti
Nel 1993 riceve il premio Antonio Feltrinelli dell’ Accademia Nazionale dei Lincei e numerosi premi letterari per la pubblicazione di raccolte di poesie, tra cui Il cervo d’oro nel 1960 e il Premio Brianza nel 1993.
Nel 2002 gli viene assegnata dalla Presidenza della Repubblica la Medaglia d’oro alla Cultura.
I Memoriali
La forte esperienza della guerra e della deportazione avrà influenza sul lavoro dello studio dopo la fine del conflitto con la realizzazione di molte opere architettoniche di grande valore. Belgiojoso cercherà di esorcizzare la tragedia vissuta costruendo molti Memoriali in ricordo della deportazione.
1946 - Monumento in onore dei caduti milanesi - Milano, cimitero
monumentale;
1965 - Memorial in onore dei caduti - Gusen, Austria;
1973 - Museo monumento al deportato politico e razziale - Carpi, Castello dei Pio;
1980 - Memorial italiano - Auschwitz, Polonia;
1982 - Memorial italiano - Ravensbrück, Germania;
1998 - Monumento al deportato - Sesto San Giovanni (Mi), Parco Nord Milano.
Sono soprattutto queste opere, insieme alle poesie e ai disegni realizzati durante la prigionia, a rivelare la tempra di Belgiojoso, un combattente per la libertà e la democrazia.
"La memoria sentita come tormento e come dovere" lo porta a pubblicare due raccolte di poesie (Non mi avrete e Come niente fosse) a distanza di cinquant’anni dalla loro composizione a Gusen. In particolare, i libri Notte, nebbia. Racconto di Gusen e Frammenti di una vita testimoniano un’ostinata fiducia nella possibilità di salvare se stessi (e gli altri) attraverso l’esercizio costante della dignità e sono, allo stesso tempo, la cronaca di una strenua lotta di evasione interiore dall’orrore della Storia.
Membro da sempre del Consiglio nazionale dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale ex Deportati politici), il 30 marzo 2003 è presente di persona all’inaugurazione della nuova sede della Fondazione Memoria della Deportazione - Biblioteca Archivio Aldo Ravelli.
Concorsi e pianificazioni
1932 - Piano Regolatore Generale, Pavia;
1934 - Concorso per il Palazzo del Littorio - Il Premio, Pavia;
1936 - Piano Regolatore, Valle d’Aosta;
1937 - Piano Regolatore, Pila;
1939 - Piano Turistico, Isola d’Elba.
Principali progetti
Anche se al gruppo si devono molti progetti nel campo del design, l’importanza dello studio si è manifestata soprattutto nell’architettura e nella riflessione teorica.
1933 - Casa del sabato per gli sposi alla V Triennale, Milano (con P. Portaluppi - ora demolito);
1935 - Edificio per abitazioni e uffici di proprietà Feltrinelli;
1937 - Depositi per il riso e asilo nido nella provincia di Vercelli;
1938 - Piano Regolatore e studio dei padiglioni per la nuova Fiera Campionaria, Milano (progetto);
1938 - Colonia Elioterapica, Legnano;
1940 - Palazzo per le Poste all’E42, Roma;
1945 - Piano Regolatore di Milano, detto AR;
1948 - Edificio per abitazioni e uffici di proprietà Perego, Milano;
1951 - Quartiere INA-Casa, Milano;
1954 - Sala di Esposizione per la Olivetti nella Fifth Avenue, New York;
1954 - Padiglione Il labirinto dei ragazzi alla X Triennale, Milano (demolito);
1956 - Quartiere INA-Casa, Cesate (Mi);
1958 - Torre Velasca in via Velasca, Milano;
1959 - Edificio per uffici e abitazioni tra piazza Statuto e corso Francia, Torino;
1960 - Casa E. Ritter, Stintino (SS);
1963 - Restauro e sistemazione a Museo del Castello Sforzesco, Milano;
1963 - Edificio per abitazioni in via Vigna, Milano;
1965 - Edificio della Hispano-Olivetti in Ronda de la Universidad, Barcellona;
1965 - Progetto del Quartiere Gratosoglio, Milano;
1967 - Case Andreatta, Pinzolo (TN);
1968 - Edificio residenziale e terziario della New India Assurance, Bombay;
1969 - Edificio per uffici (Chase Manhattan Bank) in Piazza Meda, Milano;
1970 - Albergo a Capoliveri, Isola d’Elba;
1970 - Edificio tra corso Buenos Aires, via Piccinni e via Monteverdi, Milano;
1971 - Cinema Mediolanum in corso Vittorio Emanuele, Milano;
1975 - Università della Calabria, Arcavacata (Cs);
1978 - Centro commerciale a Riyad, Arabia Saudita;
1980 - Albergo e salone delle feste nel Casinò di St. Vincent;
1981 - Edifici per abitazioni e uffici a Milano in piazza Maciachini, in via Fetonte e nei quartieri di San Siro e Bruzzano;
1983 - Edificio per un’industria chimico-farmaceutica in Egitto;
1987 - Ospedale S. Bortolo 5º lotto, Vicenza;
1988 - Restauro di Villa Castiglioni, Magenta (Mi);
1989 - Complesso chimico-farmaceutico, Bari;
1990 - Sede dell’ATM in via Monte Rosa, Milano;
1991 - Piano di ristrutturazione della Città Vecchia, Kuwait;
1994 - Complesso per l’Università degli Studi nella zona
dell’Annunziata, Messina;
1994 - Restauro del Palazzo Reale come sede del Museo di arte contemporanea, Milano.
Vai alla scheda: "Fuori dal comune".
GALLERIA FOTOGRAFICA
Anni Trenta, gli architetti dello studio B.B.P.R., da sinistra: Enrico Peressutti, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Ernesto N. Rogers, Gian Luigi Banfi