Non dimentico mai l’immagine che uno aveva entrando in casa mia: nella stanza la cui porta dava sulla strada - stanza che era al contempo cucina, sala da pranzo, luogo di accoglienza della gente che veniva da mio padre per farsi stagnare le pentole o aggiustare la "macchina da verderame" - mia madre deponeva sul tavolo ogni mattina una grissia del "pane di ieri", un fiasco di vino, un orciolo di olio e una saliera, tutto ricoperto da un tovagliolo da lei ricamato con la scritta "l’olio, il pane, il vino e il sale siano lezione e consolazione".
Sì, per me lo sono stati e lo sono ancora.
Bose, 3 marzo 2008.
Nel suo libro Enzo Bianchi scrive: …Un’opera d’arte culinaria che, per essere gustata veramente, va conosciuta nei suoi semplicissimi ma straordinari ingredienti. Le acciughe, innanzitutto. Certo, solo Nico Orengo riesce a narrare degnamente il salto dell’acciuga, quel magico viaggio dalla riviera della Liguria alle colline del Monferrato.
Per info:
02 66 023 542
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