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Nella cartografia del 1880 (IGM) è evidente come Cinisello e Balsamo siano gli unici due centri edificati di piccole dimensioni inseriti in un contesto rurale organizzato attorno alle cascine dove le uniche eccezioni sono le emergenze di alcune ville con i loro parchi. Dalla cartografia sono riconoscibili la presenza a Cinisello della villa Ghirlanda Silva e del suo parco, della villa Lampugnani de Ponti e giardino, della villa Suigo Corsi Spreafico che risulta essere l'unico edificio a sud del parco di Villa Ghirlanda, della villa Breme Forno e parco annesso, e, a Balsamo, della villa Ferrari Casnedi Casati Stampa di Soncino col parco e della villa Pecchio Orsini Protti e giardino. La matrice agricola, caratterizzata dal moltiplicarsi di ville a giardini per la villeggiatura della nobiltà milanese a partire dal tardo seicento, si trasforma lentamente in produttiva dagli inizi del novecento quando i segnali della prima rivoluzione industriale incidono profondamente sia sulla conformazione morfologica del territorio della campagna milanese, attraverso un frazionamento della grande proprietà, che sulla composizione del tessuto sociale con la diminuzione dei grandi proprietari terrieri in favore dei piccoli (Contributi per il Laboratorio itinerante di progettazione architettonica).
Villa Breme Forno si colloca all'interno di questo paesaggio pre-industriale. In quel periodo il territorio di Cinisello e Balsamo era immerso nella natura ed essendo molto accessibile dal centro di Milano e nello stesso tempo aperto verso la Brianza costituiva la sede privilegiata per la residenza di
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