Villa Ghirlanda Silva e il suo giardino
Edificata per volere del conte Donato I Silva (1607-1675) attorno al 1660, conserva apparati decorativi della fine XVII secolo. La fama della villa è tuttavia legata soprattutto ai successivi proprietari: il Conte Donato II Silva (1690-1779), che portò a termine la costruzione della villa, e il Conte Ercole Silva (1756-1840) che sostenne i più consistenti lavori di ammodernamento delle sale secondo la moda dell’epoca. Grazie a quest’ultimo il giardino, originariamente di impianto formale, fu trasformato in uno dei primi esempi di stile “all’inglese”, con vialetti sinuosi tra le macchie arboree, rovine e arredi classici, tra i quali il monumentale obelisco d’inizio Ottocento. Successivamente arricchito con uno chalet svizzero e un lodge scozzese a metà del XIX secolo grazie a Carlo Ghirlanda Silva, conserva tuttora il fascino del giardino “pittorico” voluto dal Silva ed è sede della Rete dei Giardini Storici della Lombardia.
La residenza, divenuta di proprietà comunale dal 1974, ospita iniziative di rappresentanza, attività culturali e ricreative, e due importanti Istituzioni: la Civica Scuola di Musica intitolata a Salvatore Licitra e il Museo di Fotografia Contemporanea, con il suo rilevante patrimonio di immagini, che nel 2024 ha avviato una nuova fase di sviluppo e valorizzazione assumendo il titolo di Museo Nazionale, ampliando la sua attività di conservazione, esposizione e ricerca.
Palazzo Confalonieri
Costruito per volere di Natale Confalonieri, sindaco di Cinisello dal 1905 al 1910, che lo fece edificare a sue spese ma non ne vide completata la costruzione, l’edificio comunale venne inaugurato il 20 settembre 1911. Del palazzo originale si conserva l’elegante facciata eclettica e neorinascimentale, caratterizzata da porticato a tre fornici con archi a tutto sesto e da una finta loggia con balconcino in corrispondenza dell’apertura centrale; mentre all’interno sono stati realizzati importanti interventi di recupero e riqualificazione per l’aggiornamento degli usi alle nuove esigenze, in particolare negli anni Ottanta del XX secolo, quando fu costruita una nuova scala di collegamento al piano superiore. Nell’atrio di ingresso, originariamente chiuso da una cancellata in ferro battuto, sono presenti una serie di lapidi dedicate alle vittime delle due guerre mondiali e ai sindaci di Cinisello: Natale Confalonieri (1861- 1910) e Emilio Baj Macario (1870 - 1929). Degni di nota artistica l’altorilievo recante l’effigie di Confalonieri, dello scultore Donato Barcaglia, e il bassorilievo di Leonardo Bistolfi nella lapide dedicata ai caduti della prima guerra, con la personificazione della Patria che accoglie e abbraccia il soldato morente, completato dai versi della poetessa Annie Vivanti. Nelle sale al piano nobile sono invece conservati affreschi provenienti da Villa Ghirlanda Silva, diverse opere di pregio donate nel corso degli anni da vari artisti all’Amministrazione Comunale e il primo Gonfalone comunale.
Centro culturale Il Pertini
La prima biblioteca di Cinisello venne istituita nel 1921, in un locale al pianterreno del palazzo comunale di Cinisello, ma una vera e propria biblioteca venne fondata dal Comune solo nel 1970, con due distaccamenti, uno a Balsamo e l’altro a Cinisello, unificati nel 1975 come Biblioteca Civica, con sede nell’ala settentrionale di Villa Ghirlanda Silva, acquisita dall’amministrazione l’anno precedente.
Nel 2001, dopo un “concorso di idee”, il progetto di una nuova biblioteca/centro culturale è stato affidato all’architetto romano Riccardo Gaggi, capogruppo dell’ATI Framing.
Il 21 settembre 2012 viene pertanto inaugurato il Centro Culturale “Il Pertini”, costruito sul perimetro della storica scuola Luigi Cadorna, di cui si è mantenuta la facciata principale per salvaguardare la memoria e l’identità storica locale.
Da allora è sede della biblioteca comunale, con 5 mila mq di superficie aperta al pubblico su quattro piani, una sala studio, tre aule per laboratori e corsi, un auditorium di 176 posti, una sala incontri, un’area dedicata ai bambini, spazi per incontri, presentazioni e conferenze, e una caffetteria.
Il Pertini intende infatti essere la nuova piazza per la città, un luogo di aggregazione, di incontro e di scambio sociale e culturale.
Al suo interno si trovano gli Uffici del Settore Cultura, il Pertini Radio (creato nel 2021 come web radio gestita e sviluppata da giovani under 35), il Centro Documentazione Storica (fondato nel 1994 per promuovere lo studio e la divulgazione della storia locale), l’Area Gaming, l’Area Ragazzi, la Mediateca e l’Emeroteca. Riferimento per le associazioni di volontariato di Cinisello Balsamo, ospita incontri, corsi, mostre, spettacoli ed altre iniziative culturali.
Chiesa di Sant’Ambrogio
La prima chiesa, risalente alla fine del XV secolo, consisteva in un edificio semplice, a pianta quadrata, costruito su un terrapieno e privo di campanile.
Dalla delineatio di Carlo Borromeo, datata 1579, si deduce che il parroco don Maffeo Belloni aveva avviato pochi anni prima nuovi interventi, dotando la chiesa di due altari laterali, di cui uno dedicato alla Beata Vergine del Rosario, ma fu soltanto al termine della pestilenza che il parroco don Francesco Solari, con il sostegno della cittadinanza, ordinò un vero e proprio rifacimento dell’edificio, in stile barocco, affidandone il progetto all’architetto Giovanni Battista Guida Bombarda, che lo portò a termine tra il 1636 e il 1644.
Tra il 1724 e il 1727 la chiesa, pur mantenendo lo schema planimetrico a navata unica, fu ampliata in lunghezza, con l’aggiunta di dieci nuove cappelle laterali e di un nuovo campanile.
Nel XIX secolo, grazie al parroco don Giuseppe Bergomi venne dapprima ampliata una parte della navata settentrionale, per erigervi una cappella a san Carlo, e una trentina d’anni più tardi (nel 1840) l’edificio venne trasformato nell’attuale corpo longitudinale a tre navate, su disegno dell’arch. Giacomo Moraglia, mentre l’anno successivo venne commissionato a Carlo Farina un ciclo di affreschi sulla vita di S. Ambrogio. Rimasto interrotto dopo cinque opere, il ciclo fu completato solo nel 1905 da Davide Beghé, al quale vanno attribuiti anche i due medaglioni sulla volta della chiesa.
La chiesa deve tuttavia il proprio aspetto attuale agli interventi condotti negli anni Sessanta del XX secolo per volere di don Massimo Pecora, che fece aggiungere le due ali laterali e ne riformò completamente gli interni, inglobando la cappella di San Carlo e le cappelle minori, commissionando anche la ricostruzione dell’altare e la realizzazione di un’imponente vetrata policroma alle spalle dell’abside, opera di Leonardo Spreafico.
Villa Di Breme Forno e il suo giardino
Villa Di Breme fu ampliata e modificata nell’arco di tre secoli dai vari proprietari, analogamente al suo giardino. Filippo Archinto nel 1687 acquistò dai conti di Rho alcuni terreni a Balsamo, caratterizzati da edificato tipico di un casino di caccia con proprietà agricole. Con il proprietario successivo, il conte Antonio Clerici, si avviò la costruzione di una dimora signorile di dimensioni minori dell’attuale, fino a quando la sorella, Antonia, nel 1808, vendette la villa al marchese Ludovico Giuseppe Arborio Gattinara Di Breme. Quest’ultimo, ministro dell’Interno del Regno d’Italia napoleonico (1806-1809), vi promosse un rinnovamento neoclassico nel paramento architettonico esterno (cornici delle finestre e frontone del corpo principale), con una correzione prospettica delle ali laterali, e nella decorazione del salone d’onore, di cui si conservano due bassorilievi rappresentanti scene dell’ultimo Canto dell’Iliade. All’epoca la villa era dotata ad est da un giardino all’italiana e a sud da un giardino all’inglese, più ampio dell’attuale, che si collegava a un lungo viale alberato.
Tra il 1814 e il 1820, grazie a Ludovico di Breme, figlio del marchese, capo del movimento Romantico, la villa fu ritrovo letterario e patriottico. In quel periodo ospitò importanti scrittori: Lord Byron, Stendhal, Silvio Pellico, Lady Morgan, etc.
Nel 1906 Gualdoni trasformò la Villa in casa d’affitto e nel 1999 la famiglia Forno cedette la proprietà al Comune di Cinisello Balsamo, che avvio interventi di restauro e riqualificazione dell’intero complesso, tra il 2005 ed il 2009. Dopo un periodo in cui la Villa è stata una sede dell’Università Bicocca, attualmente è sede del Centro per l’Impiego di Afol Metropolitana e del Centro di Formazione Professionale. È inserita nel circuito di Ville Aperte della Brianza per la sua valorizzazione culturale.
Villa Casati Stampa
Costruita intorno al 1580 dai fratelli Ferrari, ricchi mercanti di lana milanesi, nel 1640 la villa viene acquistata dalla famiglia Casnedi e nel 1740 dagli Stampa di Soncino. Nel 1897 viene ereditata dalla famiglia Casati. Dal dopoguerra appartiene ai Padri Paolini.
Il grande arco a tutto sesto ribassato, la loggia balconata sovrastante e il portico con quattro colonne in stile tuscanico caratterizzano la facciata tardo classica. Il pavimento è a mosaico in tessere bianche e nere. Una grande meridiana del XVIII secolo abbellisce il fronte della villa.
Gli affreschi interni sono collocabili tra la fine del 1600 e la metà del 1700.
Tra le stanze del piano terra troviamo la Sala del camino con il trigramma di Cristo di San Bernardino da Siena sull’architrave; il Salone delle feste con le pareti interamente decorate ad affresco; la Sala di Alessandro Magno con quattro episodi della vita del grande condottiero macedone nella fascia alta; la Sala dei Temperamenti (Sanguigno, Collerico, Melanconico e Flemmatico) affrescata dal pittore lombardo Agostino Santagostino nel 1685.
I soffitti delle stanze sono lignei a cassettoni e presentano una decorazione pittorica detta del “passasotto” perché prosegue al di sotto delle travi.
Anche le sale al piano nobile, alle quali si accede dallo scalone monumentale, hanno decorazioni ad affresco nella fascia alta.
La villa ha poi un giardino con una fontana circolare sul lato sud e un grande parco a nord con un viale alberato, un tempo l’ingresso principale.
Santuario di San Martino
Il santuario di San Martino, patrono e protettore di Balsamo, è stato per secoli la chiesa di riferimento della locale comunità balsamese, attorno alla quale ha avuto sviluppo, fino agli inizi del XX secolo, l’abitato cittadino.
Sebbene la prima citazione di un edificio religioso dedicato a San Martino Vescovo risalga alla fine del XIII secolo, l’attuale aspetto della chiesa, con pianta a croce latina, è riferibile ai primi del Novecento, quando vennero aggiunte le due navate laterali alla navata unica, di origine cinquecentesca.
All’interno del Santuario sono presenti arredi sacri, paramenti e reliquie di grande importanza, e dipinti murali realizzati a partire dalla fine dell’Ottocento.
Nel 1892 Carlo Farina eseguì gli affreschi nella volta della navata centrale e nel transetto, con i medaglioni di S. Ambrogio e S. Carlo.
Nel presbiterio si trovano invece le effigi degli Evangelisti, nei quattro pennacchi, e di San Martino in gloria nella cupola.
Tra gli arredi sacri si segnalano la statua lignea del “Cristo alla colonna”, di pregevole fattura, proveniente dalla chiesa di S. Maria di Monza e portata a Balsamo nel 1789, e il pulpito ligneo con fregi dorati, posto nella navata centrale.
Sotto l’altare maggiore si conservano le reliquie di San Saturnino martire e dei beati Balsamo Abate e Carino da Balsamo, molto cari alla devozione popolare.
Nell’agosto 2022 sono terminati i lavori di restauro del campanile e sono in corso valutazioni per l’avvio di un intervento di recupero strutturale e decorativo, che permetterà di accedere nuovamente al patrimonio culturale del santuario, con le sue testimonianze di valore storico, artistico e spirituale.
Chiesetta di Sant’Eusebio
Punto di ritrovo per i contadini di Cinixellum, l’area venne utilizzata a scopo sepolcrale fin dal IV secolo a.c.. Si tratta dell’edificio sacro più antico della città, citato nelle fonti dalla fine del XIII secolo e assegnabile al fenomeno dell’edilizia religiosa minore del Romanico milanese. A metà Cinquecento la chiesa si presentava come una semplice aula rettangolare, ingrandita e riqualificata all’inizio del secolo successivo, a seguito delle prescrizioni allegate alle visite pastorali di Carlo Borromeo (1579) e di Federico Borromeo (1612), dalle quali si evince che l’oratorio era in evidente stato di abbandono. Nel 1615 i lavori risultano eseguiti, con la costruzione di contrafforti a scarpa, nella parete meridionale, e l’apertura di quattro nuove finestre. Dopo la costruzione della sacrestia sul lato settentrionale (ultimo quarto del XVII secolo), i più importanti interventi di restauro si attuarono nel 1879, per volere del parroco Vitaliano Rossi, grazie al quale furono rinvenuti elementi decorativi e reperti fondamentali per ricostruire l’evoluzione storica dell’edificio. In aggiunta all’epigrafe originale di Marcellino e ai simboli tratteggiati alla pompeiana presenti nell’abside, si esposero altre due epigrafi, riprodotte a imitazione di quelle di Libaniolo e di Tealissinia. I lavori contemplarono anche la costruzione del pronao neoclassico, l’ampliamento della sacrestia e l’edificazione della torre campanaria con orologio e due campane, alla cui base venne collocata un’iscrizione per celebrare il ricordo dell’evento.
Per risolvere l’annoso problema di stabilità, nel 1931 il parroco Francesco Ciceri avviò un ulteriore intervento di consolidamento strutturale, un importante restauro conservativo si realizzò tra il 1991 e il 1993, mentre gli ultimi lavori nel 2021 hanno riproposto la facciata nella versione a fasce di metà Ottocento.
English
Villa Ghirlanda Silva and its garden
Built around 1660 by the will of Count Donato I Silva (1607-1675), it retains decorative features dating back to the late 17th century. The villa’s fame, however, is mainly linked to its successive owners: Count Donato II Silva (1690-1779), who completed its construction, and Count Ercole Silva (1756-1840), who modernized the rooms according to the style of the time. Thanks to the latter, the garden, with an initial formal layout, was converted into one of the earliest examples of the ’English’ style, with sinuous paths among the shrubs, ruins and classical furnishings - including the early 19th century monumental obelisk. Thanks to Carlo Ghirlanda Silva in the mid-19th century it was enriched with a Swiss chalet and a Scottish lodge. It still retains the charm of the ’pictorial’ garden desired by Silva and hosts the Network of Historic Gardens of Lombardy.
The residence, municipal property since 1974, is used for events, cultural and leisure activities, and hosts two important institutions: the “Civica Scuola di Musica”, named after Salvatore Licitra and the “Museum of Contemporary Photography”, which in 2024 was awarded the title of National Museum, starting a new phase of development thanks to its significant heritage of images, exhibition and research activities.
Confalonieri Palace
The municipal building, inaugurated on 20 September 1911, was built by the will and entirely financed by Natale Confalonieri, mayor of Cinisello from 1905 to 1910, who died before the palace was completed. The elegant eclectic neo-Renaissance façade, remains of the original palace, is characterized by a portico with three round arches and a pseudo-loggia with a small balcony in the correspondence of the central opening. Important renovation works was carried out to update uses to new needs, particularly in the 1980s, when a new staircase was built to connect the upper floor. In the entrance hall, formerly closed by a wrought iron gate, there are a series of commemorative plaques to honor the two World Wars dead and the mayors of Cinisello: Natale Confalonieri (1861-1910) and Emilio Baj Macario (1870-1929). Artistically relevant is the high relief by sculptor Donato Barcaglia with the effigy of Confalonieri, and the bas-relief by Leonardo Bistolfi on the plaque dedicated to the fallen of the First World War, with the personification of the Fatherland welcoming and embracing the dying soldier and verses by poetess Annie Vivanti. In the main floor rooms are preserved frescoes taken from Villa Ghirlanda Silva, several valuable works donated by various artists to the municipal administration over the years, and the first municipal banner.
The Pertini Cultural Centre
The first library in Cinisello was established in 1921, in a room on the ground floor of the Town Hall. In 1970 the municipality founded a real library, with two branches, located in Balsamo and in Cinisello. In 1975 they were united under the name “Biblioteca Civica” and seated in the northern wing of Villa Ghirlanda Silva, municipal property since 1974.
In 2001, as a result of a “competition of ideas”, the design of a new library/cultural centre was entrusted to the Roman architect Riccardo Gaggi, group leader of ATI Framing.
’Il Pertini’ Cultural Centre was inaugurated on 21 September 2012. It was built on the perimeter of the historic school “Luigi Cadorna”, whose main façade was preserved in order to safeguard local memory and historical identity.
The municipal library is located inside, with its 5,000 square metres on four floors available to the public, a study room, three classrooms for workshops and courses, a 176-seats auditorium, a meeting room, a children’s area, spaces for meetings, presentations and conferences, and a cafeteria.
It can be considered a new square for the city, a place where people can meet and create social and cultural exchanges.
It houses the Offices of the Cultural Section; the Pertini Radio (a web radio created in 2021, run and developed by young people under 35); the Historical Documentation Centre (founded in 1994 to promote the study and diffusion of local history); a Gaming Area, a Children’s Area, the Media Library and the Emeroteca. A point of reference for voluntary associations in Cinisello Balsamo, it hosts meetings, courses, exhibitions, shows and other cultural initiatives.
Church of St. Ambrose
The original church, dating back to the end of the 15th century, consisted of a simple square building, built on an embankment and without a bell tower.
From the delineatio by Carlo Borromeo, dated 1579, we can assume that the parish priest don Maffeo Belloni started new works a few years earlier, providing the church with two side altars, one of which dedicated to the Blessed Virgin of the Rosary.
At the end of the plague period the parish priest don Francesco Solari, with the support of the townspeople, ordered a complete renovation of the building, in Baroque style, entrusting the project to the architect Giovanni Battista Guida Bombarda, who completed it between 1636 and 1644.
Between 1724 and 1727, the church, while retaining its single-nave floor plan, was extended in length, with the addition of ten new side chapels and a new bell tower.
In the 19th century, thanks to the parish priest Don Giuseppe Bergomi, a part of the northern nave was first enlarged to erect a chapel to St. Charles, and about thirty years later (in 1840) the building was transformed into the present longitudinal body with three naves, based on a design by architect Giacomo Moraglia. In 1841 Carlo Farina was commissioned to paint a cycle of frescoes on the life of St Ambrose. Interrupted after the first five works, the cycle was completed in 1905 by Davide Beghé, to whom are also attributed the two medallions on the vault of the church.
The church owes its current appearance to the renovations carried out in the 1960s at the behest of Don Massimo Pecora, who added the two side wings and completely reformed the interior incorporating the chapel of St. Charles and the minor chapels, and commissioning the reconstruction of the altar and the creation of an imposing polychrome stained-glass window behind the apse, work by Leonardo Spreafico.
Villa Di Breme Forno and its garden
Villa Di Breme and its garden was extended and modified over three centuries by different owners. Filippo Archinto in 1687 bought from the Counts of Rho some land in Balsamo, characterized by buildings typical of a hunting lodge with agricultural properties. The following owner, Count Antonio Clerici, started the construction of a mansion, smaller than the present one, until his sister, Antonia, in 1808 sold the villa to Marquis Ludovico Giuseppe Arborio Gattinara Di Breme, Minister of the Interior in the Napoleonic Kingdom of Italy (1806-1809). He promoted a neoclassical renovation of the external architectural facing (windows frames and main body pediment), with a perspective correction of the side wings, and in the decoration of the hall of honour, with two bas-reliefs depicting scenes from the last Canto of the Iliad. At the time, the villa was endowed with an Italian-style garden to the east and an English-style garden to the south, larger than the present one, connected to a long parkway.
Between 1814 and 1820, thanks to Ludovico di Breme, the marquis’ son, leader of the Romantic movement, the villa was a literary and patriotic meeting place. During this period it hosted important writers: Lord Byron, Stendhal, Silvio Pellico, Lady Morgan, etc.
In 1906, Gualdoni transformed the Villa into a rental house and in 1999 the Forno family sold the property to the Municipality of Cinisello Balsamo, which between 2005 and 2009 began restoration and redevelopment works on the entire complex. After a period in which the Villa was used as a campus of Bicocca University, it currently houses the Employment Centre and the Professional Training Centre of Afol Metropolitana. For its cultural value it is included in the “Ville Aperte della Brianza” circuit.
Villa Casati Stampa
Built around 1580 by the Ferrari brothers, wealthy wool merchants in Milan, in 1640 the villa was bought by the Casnedi family and in 1740 became property of the family Stampa from Soncino. In 1897 it was inherited by the Casati family. Since the post-war period it has belonged to Società San Paolo.
The large lowered round arch, the loggia and the portico with four Tuscan-style columns characterize the late classical façade. The mosaic floor has black and white tesserae. A large 18th-century sundial adorns the front of the villa.
The interior frescoes can be dated between late 1600s and mid-1700s.
The ground floor houses the Fireplace Room with the Trigram of Christ by Saint Bernardine of Siena on the architrave; the Ballroom with its frescoed walls; the room of Alexander the Great with four episodes from the life of the great Macedonian leader in the upper section; the Room of Temperaments (Sanguine, Choleric, Melancholic and Phlegmatic) frescoed by the Lombard painter Agostino Santagostino in 1685.
The rooms have wooden coffered ceilings with a pictorial decoration known as the ’passasotto’ because it continues below the beams.
The rooms on the “piano nobile”, reachable through the monumental staircase, have fresco decorations in the upper section.
The villa also has a garden with a circular fountain on the south side and a large park with a tree-lined avenue to the north, once the main entrance.
Sanctuary of St Martin
The sanctuary of St Martin, patron saint of Balsamo, was for centuries the landmark church of the local community, around which the township developed until the beginning of the 20th century.
Although the first mention of a religious building dedicated to Saint Martin the Bishop dates back to the end of the 13th century, the current appearance of the church, with a Latin cross plan, dates from the early 20th century, when the two side aisles were added to the single nave of 16th-century.
Sacred furnishings, vestments and relics of great importance, and wall paintings dating from the late 19th century enrich the sanctuary.
In the vault of the nave and in the transept it retains frescoes with the medallions of St. Ambrose and St. Charles, completed in 1892 by Carlo Farina.
Inside the four spandrels of the presbytery are depicted the Evangelists; in the dome is represented St. Martin in Glory.
The sacred furnishings include the wooden statue of ’Christ at the Column’, of exquisite workmanship, brought to Balsamo in 1789 from the church of St. Mary in Monza, and the wooden pulpit with gilded friezes, placed in the nave.
Under the main altar are conserved the relics of St. Saturninus martyr and of the Blessed Balsamo Abbot and Carino da Balsamo, objects of popular devotion.
Restoration work on the bell tower was completed in August 2022.
Structural and decorative renovation for the recovery of the cultural heritage of the sanctuary with its testimonies of historical, artistic and spiritual value, is under evaluation.
Church of St Eusebius
A meeting place for the farmers of Cinixellum, the area was used for burial purposes since the 4th century BC. It is the oldest sacred building in the city: the sources mention it since the end of the 13th century as a minor religious building of the Romanesque period in the Milan area. In the mid-16th century, the church appeared as a simple rectangular hall. It was enlarged and redeveloped at the beginning of the following century, following the requirements emerged after the pastoral visits of Carlo Borromeo (1579) and Federico Borromeo (1612), which underlined the evident condition of decay of the oratory. In 1615, the works were completed, with the foundations of the buttresses in the southern wall and the opening of four new windows. After the building of the sacristy on the northern side (last quarter of the 17th century), the most important restoration work was carried out in 1879, at the behest of the parish priest Vitaliano Rossi, thanks to which were uncovered decorative elements and artefacts essential for the reconstruction of the historical evolution of the building: the original epigraph of Marcellinus and the symbols in the apse, outlined in a Pompeian-style; two other epigraphs, reproduced in imitation of those of Libaniolus and Thealissinia. The work also included the construction of the neoclassical pronaos, the extension of the sacristy and the building of the bell tower with clock and two bells, with an inscription at the base in commemoration of the event.
To solve the age-old stability problem, in 1931 the parish priest Francesco Ciceri initiated a further structural consolidation intervention, an important conservative restoration was carried out between 1991 and 1993, while the latest works in 2021 have proposed the façade again in the banded version of mid-nineteenth century.