LA COPPA "BARACCA" E IL CAMPO DI AVIAZIONE "CLERICI"

La Coppa Baracca fu una competizione aeronautica degli anni Venti, dedicata a Francesco Baracca.*

La prima edizione si svolse presso l’aeroporto di Ravenna, ubicato in località La Spreta, il 19 giugno 1921 per celebrare il terzo anniversario della morte di Francesco Baracca.
Quella mattina c’erano più di cinquantamila persone, confluite da tutta la Romagna con treni speciali, camion, biciclette.

La gara vera e propria consisteva in un volo di oltre mille chilometri, alla quale facevano da corollario altri eventi e cerimonie, collegate anche con le manifestazioni per il VI Centenario Dantesco.

Il Comitato d’Onore risultava composto da personalità di livello nazionale, tra cui Gabriele D’Annunzio e Benito Mussolini e il montepremi ammontava a centomila lire (somma enorme per l’epoca).

Enrico Baracca e la contessa Paolina Biancoli (genitori del pilota caduto) avevano messo in palio una coppa in oro massiccio del valore di cinquantamila lire da assegnare al pilota che per primo si fosse aggiudicato la vittoria in due edizioni della gara, anche non consecutive.

Il Comitato organizzatore, collegato a tale Club Sportivo Romagnolo, era presieduto dal lughese Giacomo Valli.

Il regolamento di gara, permettendo l’iscrizione di qualsiasi tipo di velivolo, risultava piuttosto complesso, con conseguenti critiche da parte della stampa dell’epoca.

Il percorso di gara previsto era il seguente:
- partenza da Ravenna (aeroporto in località La Spreta, concesso dalle autorità militari);
- sorvolo di Lugo (città natale di Francesco Baracca), Bologna, Belfiore, Verona, Trento, Nervesa (località del Montello, dove cadde Baracca), Aviano, Gorizia, Trieste, Fiume, Pola, Orsera, nuovamente Trieste, Ajello, Venezia, Lugo, Cotignola (città natale di Giannetto Vassura - altro pilota caduto nella Grande Guerra, al quale verrà poi intitolato l’aeroporto di Rimini), Forlì;
- arrivo a Ravenna.
Due erano gli atterraggi intermedi obbligatori: Trento e Trieste. Numerosi i punti di controllo, un solo possibile scalo per fare rifornimento per i velivoli dotati di maggiore autonomia, due per gli altri.
I concorrenti erano suddivisi in 4 categorie:
1. plurimotori con velocità di collaudo non superiore a 150 km/h;
2. monomotori con velocità non superiore a 200 km/h;
3. monomotori con velocità non superiore a 240 km/h;
4. monomotori con velocità non superiore a 270 km/h.
Era previsto un tempo massimo per ogni categoria, e comunque la classifica finale teneva conto di ulteriori prove, come il lancio di messaggi su punti prestabiliti e lo scatto di fotografie lungo il percorso.

La vittoria andava quindi al pilota che, tenuto conto dei coefficienti attribuiti alla categoria del suo velivolo, conseguiva il punteggio superiore, indipendentemente dal fatto di essere il primo a completare regolarmente il percorso.

Risultavano iscritti una trentina di equipaggi con relativi aeromobili, per la maggior parte reduci dalla guerra: i grandi bombardieri Caproni Ca.3, i biplani SAML, gli S.V.A., gli Ansaldo A1 Balilla e i nuovi Fiat B.R. Tra i piloti si ricorda: Giordano Bruno Granzarolo (compagno di D’Annunzio nel volo su Vienna), Adriano Bacula (che parteciperà poi alla Coppa Schneider), Francesco Brack-Papa (valente pilota collaudatore) e alcuni compagni di squadriglia di Francesco Baracca: Guido Keller, Mario D’Urso e Ferruccio Ranza (asso con ben diciassette vittorie).

La Coppa Baracca si disputerà con un regolamento pressoché analogo per tre edizioni, con un numero sempre maggiore di equipaggi partecipanti:
- il 19 giugno 1922 su un percorso sempre di mille chilometri con partenza da Torino, toccando Lugo e Ravenna, spingendosi fino sul Montello e ritornando a Torino;
- il 19 giugno 1923 su un percorso di circa mille chilometri con partenza e ritorno dal Campo Volo Clerici,** via Lugo, Venezia, Trieste.

Diventerà per altre due edizioni una competizione riservata esclusivamente alle squadriglie dell’aviazione militare e lascerà poi il posto ad altre tipologie di gare.

Per la III edizione della Coppa Baracca, che rappresentò per i fascisti di Balsamo e di Cinisello un’opportunità per conquistare consensi e prestigio, era prevista la visita di Benito Mussolini al Campo di Aviazione Clerici. Martedì 19 giugno 1923 il capo del governo sarebbe stato lo starter d’eccezione in occasione della partenza degli aerei da caccia, da ricognizione e da bombardamento.

Reduce da Piacenza e Cremona, dove aveva arringato folle plaudenti di fascisti, Mussolini giunse di prima mattina in automobile al piccolo aeroporto, trovando ad accoglierlo un pubblico già numeroso e che andò infoltendosi col passare delle ore.

Espletati i convenevoli di rito, il duce diede personalmente il segnale di partenza ai quarantacinque velivoli che si innalzarono dalla pista; consumò quindi una frugale colazione a base di caffelatte e panettone e infine si recò a visitare il prototipo di un aereo da caccia in fase di avanzato collaudo, mentre i soldati provvedevano a tenere lontana la folla.

Prima di ripartire il capo del governo passò in rassegna il manipolo Audace del Fascio di Sesto San Giovanni e pose “per cortese volontà dei fascisti di Cinisello, sotto una riproduzione in bronzo che lo raffigurava, questa dedica: ’Sagra dei motori. Ai fascisti di Cinisello’ ”.

Al momento della sua partenza consegnò ai camerati presenti due riflessioni che sintetizzavano efficacemente l’antiparlamentarismo e la retorica tipici del personaggio. Il cronista del suo quotidiano Il Popolo d’Italia scrisse che il duce si accomiatò dalla folla salutando romanamente e pronunciando queste parole: “Per l’ala d’Italia che ha ritrovato i suoi cieli, eia, eia, alalà”. Il corrispondente del Corriere della Sera gli carpì invece questo pensiero di stantio gusto futurista ma di estrema attualità politica: “Vale più il rombo di questi motori che le chiacchiere di Montecitorio”. Più che una battuta, quest’ultima fu una previsione politica che, purtroppo, fu destinata a rivelarsi tragicamente profetica.

Mussolini tornerà al Campo di Aviazione Clerici a Cinisello il 5 ottobre 1924 per la IV edizione della Coppa Baracca.

*Francesco Baracca nacque a Lugo (Ra) il 9 maggio 1888, fu un asso dell’aviazione italiana e Medaglia d’Oro della prima guerra mondiale.
Si formò alla Scuola Militare di Modena, corpo della Cavalleria.
Nel 1912, tenente dei Lancieri, passò in aviazione. Si distinse presto per l’eccezionale abilità nelle tecniche acrobatiche.
Il 7 aprile 1916 abbatté il primo apparecchio austriaco; gli furono attribuite trentaquattro vittorie aeree.
Il 19 giugno 1918 precipitò con l’aereo in fiamme nel corso di una missione di mitragliamento a bassa quota, sopra Colle Val dell’Acqua, sul Montello (tra Nervesa della Battaglia e Giavera del Montello - Tv). Fu abbattuto probabilmente da un colpo di fucile sparato da terra, mentre con il suo SPAD S.VII sorvolava le trincee austriache.

La nascita del **Campo di Aviazione Clerici risale al 1915-1916, quando la vicina fabbrica della Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche allargò le sue produzioni al settore degli aerei militari, producendo velivoli su licenza Caproni e sviluppando la necessità di una vicina pista di collaudo. Fu anche un aeroporto doganale, nonchè scuola di pilotaggio e sede di squadriglie militari.
Il Campo di Aviazione, che inizialmente prendeva il nome di Sesto San Giovanni, di Balsamo o di Cinisello, dopo il primo conflitto mondiale fu denominato Campo di Aviazione Giampiero Clerici.***
Al tempo aveva un’estensione di circa 1500 metri, con cinque hangar in muratura tipo Gilardi, 16 hangar tipo B.B.B. e un hangar adibito al ricovero di macchinari e materiale, una palazzina, due casermette e baracche in legno per la truppa, nonchè locali per uffici e magazzino materiali. L’ingresso nelle ore notturne veniva illuminato con un aerofaro Luria. Il campo era sprovvisto di acqua potabile che veniva rifornita con autobotti con acqua prelevata da Balsamo e da Cinisello.

Il campovolo assunse un’importanza strategica nel dopoguerra quando venne utilizzato dalla Regia Aeronautica come sede di una scuola di volo militare fino al 1933. Fu anche sede di un reparto di aviazione civile denominato S.I.A.C. (Società Italiana Aviazione Civile), presieduto dall’avvocato Azari, affiancato dal tenente colonnello Giovanni Vaglienti (asso della prima guerra mondiale). Tra gli assidui volatori c’era la famiglia balsamese Gallieni: il dottor Francesco e le figlie Santina e Augusta, due autentiche pioniere del volo.

Dal 1923 fu sede del 230° Gruppo del 1° Stormo Caccia e dal 1925 del 61° Gruppo del 19° Stormo da ricognizione, comandato dal maggiore Camillo Castaldi. In seguito il comando del Campo venne assunto dal tenente colonnello Paride Sacchi.
A settembre del 1925 venne inaugurata una linea aerea con un percorso di trecento chilometri attraverso la Brianza, la Valsassina, lo Stelvio e l’Engadina.
Il 6 novembre 1927 i reparti del Campo Clerici, dislocati per l’occasione presso i campi di Linate, Malpensa e Taliedo, eseguirono un’esercitazione con simulato attacco e difesa alla città di Milano.
Nel 1929 don Emilio Griffini, parroco di Balsamo, nominato cappellano, assunse la guida spirituale dei militari del campo,
Il 15 giugno 1930 il Campo ospitò la Sagra del Cielo, una manifestazione acrobatica internazionale che fece affluire oltre 150 mila spettatori.
Nel 1931 prese la denominazione di Campo Breda di Bresso.

Negli anni Trenta e durante la seconda guerra mondiale il Campo di Aviazione fu sede di tre stormi di aerei da caccia incaricati della difesa aerea di Milano. Il 30 aprile 1944 fu ripetutamente bombardato e subì danni gravissimi; in particolare la 5^ sezione della Breda venne totalmente rasa al suolo.
Il Campo continuò a essere base di collaudo per la Breda che nel settore sud vi costruì anche una galleria del vento a supporto della progettazione dei velivoli prodotti.

Dopo la seconda guerra mondiale rimase un distaccamento militare, compreso un nucleo di elicotteri, trasferito alla base di Rimini solo nel 1998.

Oggi è un aeroporto civile, destinato a voli turistici, situato nel territorio comunale di Bresso, ai confini dei comuni di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, in un’area facente parte del Parco Nord Milano.

Vanta una lunga tradizione nel campo dell’aviazione turistica. Infatti già nel marzo del 1927 in questo aeroporto venne costituito il primo Aerocentro da Turismo, una delle prime iniziative finanziate dallo Stato per la diffusione del mezzo aereo.
Successivamente a Bresso ebbero sede le attività di addestramento di piloti civili della R.U.N.A. (Reale Unione Nazionale Aeronautica).
La tradizione turistica si rinnovò a partire dal 1958 quando l’Aero Club di Milano (scuola di volo che offre corsi per conseguire differenti licenze di pilotaggio) fu trasferito da Linate a Bresso; da quella data i terreni dell’aeroporto passarono dal Demanio militare a quello statale.
Nell’eliporto vi sono anche una scuola di volo elicotteristico e la base operativa dell’elisoccorso dell’AREU 118 per l’area milanese.

La pista ha una lunghezza di 1.080 metri per una larghezza di 30; la sua superficie, che inizialmente era di erba, fu asfaltata nel 1965. Negli anni è stata sempre più ridotta in favore del verde pubblico.

L’esistenza dell’infrastruttura aeroportuale è da diversi anni fonte di polemiche per gli incidenti accaduti; già nel 1926, il 10 agosto, due aerei si scontrarono nel cielo di Balsamo, nel 1931 un aereo si infilò in una finestra al primo piano di villa Ferrari Casnedi Casati Stampa di Soncino e negli anni ne seguirono molti altri.

***Giampiero Clerici (all’anagrafe Gian-Pietro Paolo Luigi) nacque il 20 luglio del 1892 a Gerenzano (Va), figlio “del nobile Giorgio Clerici, di anni ventotto, possidente domiciliato in Milano e di Giuditta Motta, di anni ventidue, capitalista”. Passò l’infanzia e l’adolescenza tra Gerenzano e Milano dove studiò al Liceo Manzoni, riportando ottimi voti. Adorato dai genitori per la sua indole spavalda ed esuberante, si iscrisse ad Ingegneria al Politecnico di Milano.

Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario. Conseguì il brevetto di pilota ed entrò in Aviazione; nel maggio del 1916 fu assegnato al comando della 9^ Squadriglia di Bombardieri Caproni.

Appena giunto in territorio di guerra, benchè non ancora pratico dell’aspra zona montuosa della Vallagarina, portò ugualmente a termine il bombardamento di una stazione ferroviaria, nonostante le pessime condizioni meteorologiche.
Eseguì quindici bombardamenti (per molti dei quali si offrì spontaneamente) nella difficile zona del Trentino; spesso tornò alla base con l’apparecchio colpito dal tiro nemico, alcune volte gravemente danneggiato.
Il giorno 20 Giugno 1916, dopo il bombardamento del campo d’aviazione nemico del Cirè di Pergine, ritornò con trentaquattro fori di proiettile nell’apparecchio.
Il 9 ottobre 1916, incaricato di eseguire il bombardamento delle riserve nemiche lungo la Val Zuccaria (regione Col Santo), nonostante il cattivo funzionamento di uno dei motori, e la conseguente impossibilità di raggiungere una quota sufficientemente elevata, lo eseguì ugualmente a quota di soli duemilasettecento metri, su una zona che raggiunge e supera l’altitudine di duemila metri sul livello del mare.

Nel Trentino, per i numerosi bombardamenti sulle truppe austriache, fu insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Partecipò al bombardamento di Cattaro, base della flotta nemica nel basso Adriatico, guadagnandosi una Medaglia in Bronzo e una promozione.

L’1 novembre 1917 il suo aereo Caproni Oltremare fu abbattuto presso la frazione di Flumignano nel comune di Talmassons (Ud), nei giorni della disfatta di Caporetto. Clerici morì con altri tre compagni di volo.

Nel gennaio del 1919 il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano lo insignì della laurea “Honoris Causa” in ingegneria industriale alla memoria.

Articolo Corriere della Sera del 13 giugno 1930 sulla Sagra del Cielo (una delle più grandiose manifestazioni aviatorie) che si svolse al campo Clerici di Cinisello domenica 15 giugno 1930


GALLERIA FOTOGRAFICA

1921, I edizione della Coppa Baracca, le fotografie dei concorrenti

1922, II edizione della Coppa Baracca, partenza dei concorrenti dal campo di Mirafiori, Illustrazione del Popolo

Velivolo Coppa Baracca

Velivolo Coppa Baracca

Un articolo di giornale sulla III Coppa Baracca al Campo di Aviazione Clerici

Mussolini starter d’eccezione della III Coppa Baracca

III Coppa Baracca

Uno dei 74 apparecchi della III Coppa Baracca

1924, IV edizione della Coppa Baracca, stampa litografia, autore Giorgio Lombardi

Francesco Baracca

Francesco Baracca (a sinistra)

Benito Mussolini e Italo Balbo al Campo di Aviazione Clerici

1924, il Campo di Aviazione Clerici

1925, il Campo di Aviazione Clerici

1925, il Campo di Aviazione Clerici

Il Campo di Aviazione Clerici

Il Campo di Aviazione Clerici

Il Campo di Aviazione Clerici

Il Campo di Aviazione Clerici

Gianpiero Clerici con Ignazio Lanza Spinelli Branciforte dei principi di Trabia sul bombardiere Caproni

Giampiero Clerici

Particolare del quadro che ritrae Giampiero Clerici, posto all’interno della scuola elementare di Gerenzano a lui intitolata