PITTER RICCARDO

Nasce il 19 ottobre 1899 a Castel d’Aviano (Pn), è scultore e pittore.

Aviano* è la patria degli scalpellini**, è probabile che anche Pitter (in alcuni testi Piter), come altri scalpellini, abbia iniziato lavorando la pietra e divenendo solo in seguito uno stimato scultore.

Svolge la sua attività a Milano e a Busto Arsizio, è autore in particolare di opere funerarie; nel cimitero Monumentale di Milano si trova un suo monumento funebre.

Nel 1937 espone alla Mostra Sindacale di Milano i bronzi Adolescente e Il basso.

Nel 1938 presenta il ritratto in gesso di L.S. Raimondi.

Negli anni sessanta frequenta scultori come Carmelo Cappello, Nicola Scaringi e il giovane Nicola Gagliardi.

A Cinisello Balsamo è presente un bassorilievo di Pitter raffigurante la deposizione, inserito nell’edicola che contiene la lapide ai caduti cinisellesi della prima guerra mondiale in piazza Gramsci.

*Aviano è la patria degli scalpellini infatti, fin dal 1875, è fiorente l’attività di estrazione e lavorazione della pietra con la quale vengono costruite opere famose non solo in Europa, ma in tutto il mondo.
Vi sono ad Aviano edifici di grande pregio artistico e bellissime abitazioni rustiche in sasso, sapientemente costruite da maestranze locali.
Si sono incontrati frequenti esempi di architettura spontanea, apprezzabile per l’uso della pietra da parte di scalpellini di tradizione plurisecolare.

Gli scalpellini avianesi erano molto richiesti all’estero e, con muratori, carrettieri e sterratori, hanno contribuito a costruire le ferrovie in tutta Europa.

**Lo scalpellino è stato fin dall’antichità sottovalutato: scultore senza arte, operaio di cava che taglia la pietra e la lavora con le punte e lo scalpello per costruire opere in serie. L’unica capacità che gli è stata attribuita è quella di conoscere il materiale che trasforma. Le sue opere sono spesso anonime; osservandole però con attenzione si possono immaginare le fatiche di chi ha dovuto lottare contro la natura ostile, soprattutto quando questo mestiere rappresenta il sostentamento della famiglia.

Quando lo scalpellino si dedica a lavori artistici che non siano solo di sagomatura o di preparazione di selciati per le piazze e cordonate per i viali, sa di aver acquisito l’arte, di aver cresciuto i figli e di non dover più produrre per la sola necessità economica. Allora i suoi nuovi lavori saranno pozzi e fontane, colonne e pilastri, camini, archi con i listelli scalpellati a mano e gli spigoli diritti, emblemi di famiglia muri a facciavista dove ogni pietra posata raccoglie l’arte della sagomatura.



GALLERIA FOTOGRAFICA

1943, busto di bambino in marmo

Gli attrezzi dello scalpellino