BISTOLFI LEONARDO

Nasce a Casale Monferrato (Al) il 15 marzo 1859.

Compiuti gli studi alla Scuola Tecnica di Torino, Bistolfi vince a sedici anni una borsa di studio del Comune di Casale Monferrato grazie alla quale si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dove si diploma. In questo periodo si inserisce nell’ambiente della tarda Scapigliatura Lombarda. Nel 1880 frequenta i corsi dell’Accademia Albertina di Torino.
Nel 1885 è affiliato alla Massoneria presso la loggia Dante Alighieri di Torino.
Nel 1893 sposa Maria Gusberti.
Nel 1915 è insignito con la croce di merito di cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia.
Nel 1923 viene nominato senatore del regno d’Italia nella XXVI Legislatura.

Muore a La Loggia (To) il 3 settembre del 1933. Riposa nel cimitero di Casale Monferrato.

Le opere

Le prime opere dello scultore (Le lavandaie, Tramonto, Gli amanti), eseguite tra il 1880 e il 1885, risentono dell’influsso della Scapigliatura milanese. Realizza L’angelo della Morte (1882) per la tomba Brayda al cimitero Monumentale di Torino e il busto di Antonio Fontanesi (1883) per l’Accademia Albertina, indirizzandosi verso il Simbolismo che non abbandonerà più.

Da questo momento fino al 1914 realizza numerosi busti, medaglie e ritratti di personaggi illustri (Vittorio Emanuele II, Umberto I, Cesare Lombroso, Edmondo De Amicis, Emilio Treves, per citarne alcuni).

Nel 1888 inizia a partecipare ad alcuni concorsi per monumenti celebrativi che non lo videro vincitore. La carriera però non si arresta; agli inizi degli anni Novanta dell’Ottocento è nominato membro onorario dell’Accademia Albertina e segretario del Circolo degli Artisti.

Dal 1892 al 1894 decora la XVI Cappella del Sacro Monte di Crea. Tra il 1892 e il 1908 esegue anche diversi monumenti funerari tra cui il monumento funebre a Sebastiano Grandis a Borgo San Dalmazzo (Cn), la tomba del senatore Federico Rosazza e la Sfinge per la tomba Pansa di Cuneo, del 1892, vero inizio della sua poetica simbolista.

In breve Bistolfi diviene, anche un po’ suo malgrado, il Poeta della Morte per via dei suoi temi ricorrenti, tutti segnati da un sensibilissimo atteggiamento di non scontata contemplazione del momento fatale del passaggio all’aldilà. Infatti uno dei suoi capolavori è la tomba della famiglia Toscanini nel cimitero Monumentale di Milano, dove è sepolto anche il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini.

Contano negli sviluppi di queste idee anche le frequentazioni del positivismo torinese, in particolare dell’ambiente culturale raccolto attorno alla figura di Cesare Lombroso. Era allora diffusa fra gli intellettuali torinesi anche una simpatia verso il movimento socialista, il Socialismo dei professori, come lo definisce Paolo Spriano, e Bistolfi si trova perfettamente calato in quel mondo che passa dall’idealismo dell’arte e della politica a concrete opere di paternalismo e di filantropia. Esempio tipico di questo percorso è Giovanni Cena, amico intimo di Bistolfi.

Bistolfi fonda nel 1902 con Calandra, Ceragioli, Enrico Reycend ed Enrico Thovez la rivista L’arte decorativa moderna. Partecipa alla prima edizione della Biennale di Venezia e ad altre cinque edizioni tra il 1895 e il 1905.

Proprio nel 1905 ottiene una mostra personale e riceve un premio per la scultura.

Nel 1906 realizza un monumento per il pittore Giovanni Segantini, La bellezza liberata dalla materia noto anche come l’Alpe, conservato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Per il Vittoriano realizza il gruppo marmoreo Il sacrificio ma, dopo essere stato nominato nel 1907 membro della Commissione, si dimette con Benedetto Croce, Ludovico Pogliaghi e Corrado Ricci in segno di protesta per la decisione di rappresentare nel monumento soggetti storici anziché allegorici.

Nello stesso anno partecipa alla VII Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Tra il 1907 e il 1908 realizza il monumento dedicato a Giuseppe Garibaldi nella città di Sanremo.

Il 22 settembre 1913, alla presenza di Vittorio Emanuele III, viene inaugurato a Bergamo il monumento a Cavour.

Nel 1926 sì occupa degli altorilievi presenti nel monumento ai caduti di Sartirana Lomellina.

Nel 1928 conclude i suoi capolavori maturi tra cui il Monumento a Giosuè Carducci a lato dell’edificio storico di Casa Carducci a Bologna, il monumento bronzeo di Giuseppe Garibaldi a cavallo posto al centro dei Giardini del prolungamento a mare di Savona e il Monumento ai Caduti per Casale Monferrato.

Le sue ultime opere, alcune delle quali ideate decenni prima, possiedono una carica visionaria notevolissima che gli studi più recenti stanno giustamente rivalutando anche in rapporto agli sviluppi della scultura novecentesca in Italia. Esse sono però accolte con freddezza dagli intellettuali contemporanei. In particolare subisce le stroncature di Ardengo Soffici che non gioveranno alla sua fama futura.

Il dilagare del cosiddetto bistolfismo, ovvero l’opera di innumerevoli imitatori della sua poetica tardoliberty funeraria, senza però le alte qualità intellettuali del maestro, ha per risultato la caduta di interesse per la sua figura di scultore, riscattata negli ultimi vent’anni da critici e storici dell’arte impegnati a rivalutarne la figura, anche nei campi della pittura, della poesia e della critica d’arte.

Sue opere si possono ammirare a La Loggia, al Museo d’Orsay a Parigi, al Museo Nazionale d’Arte Occidentale a Tokio, alla Galleria d’Arte Moderna di Torino.
Più di centosettanta opere sono esposte alla Gipsoteca Leonardo Bistolfi di Casale Monferrato. In cinque sale sono esposti disegni, terrecotte, plastiline, bozzetti, modelli in gesso e alcuni marmi e bronzi.
Sue opere son presenti anche nella Cappella Bricherasio a Fubine (Al) e nel cimitero Monumentale di Staglieno di Genova dove il suo lavoro ha influenzato in modo non indifferente gli scultori operanti soprattutto nell’arte funeraria.

Leonardo Bistolfi realizzò la lapide commemorativa "Ai caduti della prima guerra mondiale (Cinisello)" sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5.

Vai alla scheda: "Lapide commemorativa del Bollettino della Vittoria"

Vai alla scheda: "Ai caduti della seconda guerra mondiale"



GALLERIA FOTOGRAFICA

Leonardo Bistolfi

L’angelo della morte, tomba Brayda, 1882, cimitero Monumentale, Torino

Memorial famiglia Bocciardo, 1902-1904, cimitero di Staglieno, Genova

Monumento a Giovanni Segantini, 1906, Galleria Nazionale d’Arte, Roma

Immagine d’epoca del monumento a Garibaldi, inaugurato il 26 aprile 1908, Sanremo (Im)

Monumento a Giovanni Segantini, 1909, Arco (Tn)

Particolare del monumento ai caduti, 1922, Correggio (Re)

Monumento ai caduti, giardini pubblici, Casale Monferrato (Al)

Monumento a Giosuè Carducci, 1928, Bologna

Le lagrime, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino