L’ORDINE DEGLI UMILIATI

Quello degli Umiliati fu un Ordine religioso che fiorì in Lombardia e nel nord Italia in pieno Medioevo (la loro più importante casa fu l’Abbazia di Viboldone). Uno dei molti movimenti sorti in quel periodo che propugnavano un ritorno verso una spiritualità più austera e una vita frugale, in contrasto con i costumi rilassati e la ricchezza diffusa, spesso ostentata anche dal clero stesso. Fu una reazione al materialismo e al privilegio.

Gli Umiliati si suddividevano in tre gruppi: i chierici, che divennero un Ordine religioso (praticavano il celibato e vivevano in una casa comune); i laici, uomini e donne organizzati in gruppi di vita comunitaria (non prendevano i voti e potevano sposarsi); il terzo gruppo era composto sempre da laici che però praticavano solo una forma limitata di povertà volontaria.
Tutti e tre i gruppi si impegnavano a dare ai poveri quello che eccedeva il normale fabbisogno. Le persone che ne fecero parte erano spesso ricchi cittadini, nobili, religiosi e altre persone privilegiate.

Le comunità umiliate femminili, invece, per lo più sottoposte alla regola benedettina, furono spesso il nucleo da cui si svilupparono, soprattutto nel XV secolo, veri e propri monasteri di clausura (furono soppresse nel XVIII e nel XIX secolo).

Gli Umiliati si occupavano principalmente della lavorazione della lana, fondarono fiorenti manifatture tessili accumulando ingenti guadagni con i quali finanziavano attività bancarie.

Tentarono di stabilire un nuovo stile di vita per tutti, proponendo modelli di vita quotidiana molto più restrittivi; infatti promossero e diedero il via a una serie di leggi che avevano lo scopo di proibire diverse spese di lusso e voluttuarie.

Il primo gruppo degli Umiliati divenne un ordine religioso con regola approvata da papa Innocenzo III nel 1201.

Con la Controriforma nel XVI secolo i movimenti di questo tipo, che potevano facilmente scivolare su posizioni eretiche o di opposizione di principio alla Chiesa, vennero scoraggiati. Gli Umiliati in particolare erano sospettati di calvinismo; entrarono in contrasto sempre più acceso con l’arcivescovo di Milano san Carlo Borromeo, fino a che un membro dell’Ordine, Gerolamo Donato detto Il Farina, tentò addirittura di assassinarlo con un colpo di archibugio alle spalle. Il colpo mancò il bersaglio e l’attentato provocò una dura repressione. L’ordine fu infatti soppresso il 7 febbraio 1571 con una bolla di papa Pio V.

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GALLERIA FOTOGRAFICA

Lo stemma dell’Ordine degli Umiliati

L’Abbazia di Viboldone nei pressi di Milano

Milano, Palazzo di Brera, ingresso al chiostrino degli Umiliati