IL GELSO E IL BACO DA SETA

Il gelso (Morus L.) è un genere di pianta originario dell’Asia ma anche diffuso allo stato naturale in Africa e in Nordamerica. Comprende alberi o arbusti di taglia media. Le foglie sono caduche, alterne, di forma ovale o a base cordata con margine dentato.

Il gelso bianco (Morus alba L.), specie originaria dell’Asia centrale e orientale, fu importato in Europa con il baco da seta in quanto quest’ultimo è ghiotto delle sue foglie.

Il gelso nero (Morus nigra L.), originario dell’Asia Minore e Iran, fu introdotto in Europa probabilmente nel Cinquecento. Ha foglie più piccole del gelso bianco e produce frutti nero-violacei saporiti.

Le specie del genere Morus vengono coltivate per diversi scopi:
- i frutti (more nere e more bianche che sono eduli);
- le foglie sono utilizzate in bachicoltura come alimento base per l’allevamento dei bachi da seta;
- come piante ornamentali;
- per ricavarne legname da lavoro, buona legna da ardere, pertiche flessibili e vimini per la fabbricazione di cesti.

Bombyx mori è una specie di farfalla della famiglia Bombycidae. La sua larva, conosciuta come baco da seta, ha una notevole importanza economica in quanto utilizzata nella produzione della seta. La sua dieta consiste esclusivamente di foglie di gelso. È originaria della Cina settentrionale.

Il baco produce la seta in due ghiandole che sono collocate parallele all’interno del corpo. La seta è costituita da proteine raccolte nelle ghiandole, il baco la estrude da due aperture situate ai lati della bocca, i seritteri. La bava sottilissima, a contatto con l’aria si solidifica e, guidata con movimenti ad otto della testa, si dispone in strati formando un bozzolo di seta grezza, costituito da un singolo filo continuo di seta di lunghezza variabile fra i 300 e i 900 metri. Il filo microscopicamente è formato da due proteine: due fili di fibroina paralleli ricoperti da sericina.

Il baco impiega tre-quattro giorni per preparare il bozzolo formato da circa venti-trenta strati concentrici costituiti da un unico filo ininterrotto, dopodiché si trasforma in crisalide e poi questa in farfalla.

I bachi da seta hanno un notevole appetito, mangiano foglie di gelso giorno e notte, senza interruzione, e di conseguenza crescono rapidamente. Il loro pasto è interrotto solo quattro volte, le dormite, in corrispondenza di altrettante mute. Le quattro mute suddividono la vita della larva in cinque cosiddette età. Dopo la quarta muta (ovvero nella quinta età) il corpo del baco diventa giallastro per la turgidità delle ghiandole della seta all’interno del corpo e la pelle più tesa; a questo punto il baco è pronto per avvolgersi nel suo bozzolo di seta (in gergo si dice anche che il baco sale al bosco, in quanto il bozzolo viene costruito attorno a rametti secchi).
Prima della filatura del bozzolo la larva deve eliminare tutti i liquidi in eccesso e le feci che non possono essere contenute nel bozzolo, questo momento viene definito dagli allevatori purga.
A questo punto il baco, che fino ad ora si è nutrito sulla foglia fornita dal bachicoltore su ripiani orizzontali, il letto, inizia a cercare un luogo adatto alla filaturata verso l’alto, lontano dal letto di allevamento.

Se la metamorfosi arriva a termine e il bruco si trasforma in falena, l’insetto adulto uscirà dal bozzolo forandolo, utilizzando un liquido e le zampe, rendendo il filo di seta che lo compone inutilizzabile. Di conseguenza gli allevatori gettano i bozzoli in acqua bollente per uccidere l’insetto prima che ciò avvenga, oppure il bozzolo viene essiccato in appositi essiccatoi per essere filato successivamente. L’immersione in acqua bollente permette il dipanamento del filo di seta sciogliendo parzialmente lo strato proteico di sericina che avvolge il filo di seta. In alcune culture la crisalide, estratta dal bozzolo, viene mangiata.

Alcuni bozzoli vengono risparmiati per consentire la riproduzione del baco. La falena del baco da seta è incapace di volare e di cibarsi. Questa specie di insetto esiste ormai solo come risultato di una selezione esplicita da parte dell’uomo e ha presumibilmente perso gran parte delle sue caratteristiche originarie. Per esempio il bruco è incapace di sopravvivere in pieno campo su un gelso; il colore della sua pelle è bianco e manca del necessario mimetismo per cui è facile preda di animali.

Come per tutti gli animali allevati dall’uomo esistono moltissime razze di baco da seta. Allevato per millenni, ogni paese votato alla bachicoltura ha creato peculiari razze con caratteristiche diverse per quantità di seta prodotta, diametro del filo, colore del bozzolo. Hanno produttività superiore le razze dette poliibrido giapponese, selezionate in quel paese lo scorso secolo.

A causa della sua lunga storia e della sua importanza economica, il genoma del baco da seta è stato oggetto di approfonditi studi da parte della scienza moderna.

A Cinisello Balsamo, prima dell’industrializzazione, i gelsi riempivano gran parte della campagna e anche i grandi cortili contadini venivano ombreggiati dai gelsi.

L’importanza che veniva data alla coltivazione del gelso si può desumere dal fatto che in passato per tale genere di pianta veniva addirittura effettuato un censimento. Si cita ad esempio quello effettuato il 16 novembre 1750, censimento che diede come risultato: Cinisello 921 gelsi per un imponibile di 70.195 scudi, Balsamo 1232 gelsi per un imponibile di 61.025 scudi.

L’esistenza dei gelsi nei due borghi risale però a qualche secolo prima; si ha infatti notizia che nel 1637 la piazza Comunale di Cinisello (oggi piazza Gramsci) era circondata da quarantacinque gelsi.

Vai alla scheda: "Il gelso, prevalente risorsa economica delle comunità contadine della città - ’I due gelsi’ " - opera scultorea in piazza Costa.

Vai alla scheda: "Villa Lapugnani De Ponti".



GALLERIA FOTOGRAFICA

Il gelso

Filare di gelsi

Il frutto del gelso

Il frutto del gelso bianco

Il baco da seta

Il baco da seta

Il bozzolo

Cinisello Balsamo, filare di gelsi che conduce alla Cascina Pacchetti