FEDELI AMBROGIO

Nacque a Balsamo il 12 novembre del 1907 da Ernesto e Pierina Fedeli. Era un uomo piuttosto alto con i capelli castani lisci. Residente in via Verdi 34, era vedovo di Cesarina Rossetti. Frequentò la Scuola Elementare. Prima della chiamata alle armi svolgeva la professione di tipografo.

Arruolato nell’Esercito con la matricola 10294, nell’aprile del 1927 fu inquadrato nel 1° Reggimento Granatieri di Sardegna. Congedato circa un anno dopo con un encomio per buona condotta, fu richiamato alle armi l’8 febbraio del 1943. Di stanza all’Isola d’Elba*, il 18 aprile fu imbarcato a Livorno sul piroscafo Francesco Crispi in partenza per la Corsica.

Il 19 aprile 1943, durante la traversata, nei pressi di Punta Nera (Isola d’Elba), tra Livorno e Bastia (Francia), il piroscafo Francesco Crispi* venne silurato dal sommergibile inglese H.M.S. Saracen. Parte dell’equipaggio, tra cui Ambrogio Fedeli, morì per annegamento.

La salma di Fedeli, in un primo tempo tumulata nel cimitero comunale di Bastia, venne riesumata e traslata al cimitero di Balsamo.

Il suo nome compare:
- sulla lapide Ai caduti della seconda guerra mondiale sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5;
- sulla lapide Ai caduti della seconda guerra mondiale collocata sul monumento sito su viale delle Rimembranze.

PER APPROFONDIRE


*Nel giugno del 1942 fu costituito nella zona dell’Isola d’Elba un Raggruppamento Battaglioni Granatieri da sbarco che in seguito prese il nome di Raggruppamento Speciale Granatieri di Sardegna, costituito inizialmente con due Battaglioni.
Il regio esercito italiano partecipò all’Operazione Anton (occupazione tedesca dei territori francesi metropolitani e della Tunisia) occupando il 12 novembre la Corsica (7° Corpo d’armata) e otto dipartimenti sudorientali della Francia, compreso il Principato di Monaco. Anche il Raggruppamento Speciale Granatieri di Sardegna prese parte all’occupazione della Corsica, presidiando Bastia e Ajaccio.
Il 18 aprile del 1943 fu inviato un terzo Battaglione dall’Italia a bordo del piroscafo Francesco Crispi. Lo stesso fu silurato il giorno seguente, nel tragitto Livorno-Bastia, dal sommergibile inglese H.M.S. Saracen, con conseguenti gravi perdite.**
Nel maggio del 1943 il Raggruppamento, a parte un Battaglione che rimase ad Ajaccio, fu dislocato nell’aspra zona meridionale dell’Isola e inquadrato nel Comando Raggruppamento Celere Sud con altri reparti dell’Esercito, al comando del generale Ticchioni.

**Durante il conflitto, per le operazioni di trasporto delle truppe, spesso venivano utilizzate vecchie navi riadattate al servizio militare; in questo caso era stato utilizzato il piroscafo Francesco Crispi (stazza 7600 tonnellate), probabilmente una nave postale risalente alla fine degli anni Venti. Assieme al Crispi vi erano anche la Rossini, un’altra nave da trasporto, il cacciatorpediniere G. La Masa, una nave ausiliaria armata e una nave ospedale.
Attorno alle ore 14.30 del 19 aprile 1943 il Crispi, che trasportava oltre milletrecento uomini, fu intercettato e colpito con tre siluri dal sommergibile inglese H.M.S. Saracen vicino Punta Nera (Isola d’Elba). Il piroscafo, pesantemente danneggiato, affondò in soli sedici minuti, causando la morte di oltre novecento uomini, tra cui cinquecentotrentaquattro granatieri.

Foglio Matricolare 1
Foglio Matricolare 2
Foglio Matricolare 3
Atto di morte


GALLERIA FOTOGRAFICA

Ambrogio Fedeli

Cimitero di Balsamo

Il piroscafo Francesco Crispi

Il piroscafo Francesco Crispi

1942, Isola d’Elba, il granatiere Ianche tra gli ufficiali Tomassini e Vecchio

Isola d’Elba, militari in attesa di sbarcare in Corsica. Da sinistra: il sottotenente Mendico, Francesco Ianche, il sottotenente Alberto Tomassini, il capitano Cesare Marzorati, il sottotente Piero Moro e il tenente Michele Vecchio

Corsica, uomini del Raggruppamento Speciale Granatieri di Sardegna

Recco (Genova), il monumento ai caduti del piroscafo Francesco Crispi, inaugurato il 29 maggio 1977