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Storia di Villa Ghirlanda Silva

Villa Ghirlanda Silva è una delle più interessanti e meglio conservate residenze storiche di proprietà pubblica non solo del territorio cinisellese, ma di tutta la Lombardia.
La Descrizione della villa Silva in Cinisello (1811), una delle fonti principali per conoscere la storia della residenza, asserisce che l’edificio fu fatto costruire intorno al 1660 da Donato I Silva, il quale avrebbe chiamato uno dei più valenti architetti dell’epoca, Francesco Maria Richino, per intervenire su un edificio preesistente di più modeste dimensioni, risalente al Cinquecento e legato al nome di Palladio.
Sebbene non esista alcun documento atto ad avvalorare queste ipotesi, l’edificio presenta caratteristiche riferibili allo stile adottato dal Richino, nella scansione modulare della facciata con il portico a doppio ordine e nel particolare tipo di pulvino impiegato nell’innesto dell’arco sulla colonna; questa interpretazione scenografica dello spazio potrebbe essere imputata a Gian Domenico Richino (1618-1701), figlio di Francesco Maria (morto nel 1658) e continuatore dell’opera paterna in ambito milanese per tutto il XVII secolo. In villa furono ritrovati inoltre, alcuni manufatti artistici databili intorno alla metà del Seicento, come la balaustra dello scalone d’onore e alcuni camini monumentali delle sale interne che, per il loro forte impianto architettonico e per la tipologia delle decorazioni, mostrano indubbi legami con la cultura manierista tardo-cinquecentesca.
Analizzando l’impianto architettonico registrato nelle incisioni di Marc’Antonio Dal Re (1726) e di Karl Remshart (ante 1735), che costituiscono le prime testimonianze grafiche sulla residenza, possiamo rilevare che l’edificio appartiene nella sua struttura fondamentale alla metà del Seicento, come indica la sostanziale omogeneità strutturale e morfologica tra le sue parti.
La costruzione è stata infatti ragionevolmente imputata allo spirito mecenatizio di Donato Silva (1607-1675), uomo di modesti natali originario di Lezzeno sul lago di Como, che dopo essersi trasferito giovanissimo a Milano aveva iniziato l’ascesa economica e sociale della famiglia con una serie di accorte alleanze matrimoniali, fino ad ottenere il titolo di Conte di Biandrate. A cavallo degli anni Cinquanta Donato I aveva acquistato molte terre a Cinisello, Dugnano e Paderno e, nei decenni successivi, aveva iniziato la costruzione di tre palazzi a Rovescala (1656), Cinisello (1660) e Biandrate (1667).
Nella villa di Cinisello, Donato e in seguito il figlio Gerardo (1646-1714) avviarono la prima campagna decorativa delle sale e allestirono una pregevole quadreria costituita quasi esclusivamente da opere di maestri lombardi del Sei e del Settecento, in linea con il gusto collezionistico dell’epoca.
La fama della villa è tuttavia legata soprattutto ai successivi proprietari, i discendenti di Donato senior: in particolare al nipote, Conte Donato II Silva (1690-1779), che avrebbe portato a termine la costruzione della villa, e al pronipote, Conte Ercole Silva (1756-1840), che progettò e realizzò la trasformazione del giardino. Entrambi scelsero la villa di Cinisello come residenza più o meno stabile e ne fecero un luogo di dibattito culturale e di sperimentazione scientifica.
In particolare Ercole Silva, cultore in storia naturale e in diritto, frequentò l’ambiente di corte e fu tra gli intimi dell’Arciduca Ferdinando, con cui si recò in visita ufficiale in Inghilterra e in Francia nel 1785, ospitando l’intera corte nella sua villa di Cinisello, dove attese alla costituzione di una raccolta naturalistica e di una archeologica, rimpinguò la biblioteca ereditata dallo zio con nuovi acquisti e finanziò una seconda campagna decorativa per i saloni di rappresentanza chiamando alcuni tra i più noti pittori e decoratori esponenti del neoclassicismo milanese, tra cui Giuseppe Lavelli e Giuseppe Levati (entrambi artisti legati all’Accademia di Brera), i quali intervennero nella decorazione delle sale di rappresentanza della residenza, come la Sala dei Paesaggi e la Sala degli Specchi.
Dopo la morte di Ercole, privo di eredi in linea diretta, la villa passò al nipote Girolamo Ghirlanda e in seguito al figlio Carlo, che associò al cognome paterno anche quello di Silva.
Quest’ultimo, intorno alla metà dell’Ottocento, fece costruire alcuni edifici nel parco e promosse il rinnovamento della facciata della villa prospiciente il giardino, in stile neomanierista.
Per far fronte alle difficoltà economiche cui era andato incontro, nel 1886 Carlo Ghirlanda Silva vendette la villa e il parco a Giovanni Frova.
All’inizio del nuovo secolo tutto il complesso residenziale fu tuttavia acquistato dal conte Giuseppe Cattaneo di Proh e nel 1926 divenne proprietà di Emilio Cipelletti.
Nel 1974 Villa Ghirlanda divenne proprietà dell’amministrazione comunale di Cinisello Balsamo, che vi avviò i lavori di risistemazione per destinarla a sede di alcuni uffici e servizi comunali, per aprire ufficialmente al pubblico nel 1982.
Dal 2004 l’ala sud è sede del Museo di Fotografia Contemporanea, mentre l’ala nord della villa e le sale settentrionali a pianterreno ospitano, dal 2013, la Civica Scuola di Musica, che era stata avviata nel 1984 proprio nella storica residenza e poi trasferita in via Martinelli.
Le sale storiche del corpo centrale ospitano eventi, matrimoni, concerti, iniziative culturali e mostre nelle sale delle quadrerie. La sala posta nell’angolo nord-est al piano nobile è destinata ad uffici di coordinamento delle attività che si svolgono nella villa e nel parco, nonché sede della Rete dei Giardini Storici, fondata nel 2008.

Testo di Laura Sabrina Pelissetti

Data ultima modifica: 4 luglio 2023
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