Tutto scorre è un piccolo capolavoro nel suo genere, sia per la bellezza stilistica, che per la profondità dei contenuti. È il racconto di Ivan Grigor’evič l’uomo giunto dal regno dei lager, che dopo trent’anni di deportazione in Siberia, alla morte di Stalin torna a Mosca. Ciò desta sconcerto e smarrimento, come era possibile che il compagno Stalin fosse morto senza pianificazione? Lo stato socialista totalitario e/o il partito comunista progettavano tutto e gli obiettivi venivano scelti in anticipo, ma quella morte giunta improvvisa si intrufolava in un sistema meccanizzato, andando a seminare
inquietudine in coloro i quali depositavano incondizionatamente la loro totale fiducia in
essi.
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