L’Ospedale psichiatrico di Mombello: cronache milanesi di “poveri matti”

Dettagli della notizia

La ricostruzione delle tappe principali della vita del "Mombello"

Interviene:
Elisa Montanari, storica della psichiatria

Pubblicato il:

5 febbraio 2015

Nell’ambito della rassegna
"Apertitivi culturali a Villa Forno"

Interviene:
Elisa Montanari, storica della psichiatria assegnista di ricerca presso il Centro ASPI - Archivio Storico della
Psicologia Italiana

Intermezzi teatrali:
Carmela Napoletano e Daniela La Pira,
Compagnia Teatrale Amici della Prosa di Milano

L’intervento ripercorre le tappe principali della vita dell’Ospedale psichiatrico di Mombello: dall’apertura “in sordina” nel 1863, come succursale della Senavra, alla centralità assunta qualche anno più tardi, quando divenne Manicomio provinciale di Milano, fino al declino nel secondo dopoguerra, quando fu “superato” dal Paolo Pini.

Gli spettacoli teatrali organizzati al suo interno, l’atelier di pittura ribattezzato “la Brera di Mombello”, la presenza di una colonia agricola, l’apertura alle inchieste giornalistiche sulla prima guerra mondiale rivelano la realtà inaspettata e sorprendente di quello che fu, con oltre tremila ricoverati, uno dei più grandi manicomi d’Italia.

Il caso di Benito Albino, figlio “segreto” di Mussolini deceduto a Mombello, racconta invece una storia tristemente nota, rivelando il "lato oscuro" del ricovero.

Iniziativa organizzata dal Polo di Archivio storico (PAST) della Biblioteca di Ateneo in collaborazione con il Centro di ricerca ASPI - Archivio storico della psicologia italiana dell’Università di Milano-Bicocca.

INCONTRO

Ultimo aggiornamento: 2017-08-01 16:35:05

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