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n. 114 08.04.2010

Angelo Di Lauro

Ho letto sul giornale questa mattina che c’è, dopo tutti i soldi che vogliamo spendere per questo Centro Culturale Sandro Pertini, c’è l’idea che forse bisogna addirittura cambiargli nome. Tra l’altro non si riesce a capire se è attraverso un sondaggio dei cittadini perché non gli piace Sandro Pertini, o è la Giunta che dovrebbe decidere in merito a dare un altro nome al Centro, che abbiamo speso qualche milione di euro per poterlo realizzare e che oggi a quanto pare Sandro Pertini non va più bene.
Io penso che forse dovremmo fare altro, non pensare di cambiare i nomi, soprattutto in un centro che non abbiamo ancora inaugurato, o a quanto pare collegare un altro nome a questo centro. Io chiedo al Sindaco, se è così di pensare realmente ad evitare uno spiacevole disguido in merito, o un motivo per il quale non vada bene Sandro Pertini, visto che è un illustre Presidente della Repubblica. Magari a qualcuno può piacere, a qualche altro no, però è sicuramente una persona che si è saputa distinguere negli anni che ha fatto il Presidente.

Risposta dell’Assessore Fasano all’interrogazione 114 del 8.4.2010

Un appunto rapido sulla cosa della stampa, che è nata soprattutto per l’esigenza di ricondurre dentro binari corretti, una discussione che stava prendendo piede nella stampa. Come dicevamo prima con il Sindaco, c’è la massima disponibilità a fare una cosa che sia anche più mirata al Consiglio, ovviamente va organizzata perché abbiamo bisogno di allertare il cantiere e quant’altro, e che appunto si concluda poi magari anche con un briefing informativo sulla questione cifre, che è uno dei temi un po’ più discussi da tempo. Per quanto riguarda invece il tema della denominazione. Il Consiglio Comunale di Cinisello Balsamo, con deliberazione del 2001 delibera, decide di intitolare alla memoria di Sandro Pertini il Centro Culturale. Questo allo stato, significa che quella sede potrebbe, se ci fermassimo all’intitolazione alla memoria, prendere una denominazione del tipo: “Biblioteca Civica, Centro Ricreativo Culturale e Multimediale Sandro Pertini”.
Voi capite bene che una denominazione di questo tipo, è una denominazione – dal punto di vista della comunicazione – difficilmente gestibile. Quello che ci viene come segnalazione da tutti i consulenti a vario titolo, sia quelli che operano per noi, ce ne sono due…

(Intervento fuori microfono non udibile)

Sono consulenti sul Centro Culturale da anni, non è una roba di oggi. Tant’è che rispetto ad un’osservazione che faceva il Consigliere Zonca sul tema: se fosse o meno questa questione referendum una manovra diversiva, devo raccontargli un aneddoto che ci permette di dire che non è una manovra diversiva. Io conosco una delle persone che svolge consulenze in merito al Centro Culturale del nostro Comune, della nostra Amministrazione da anni, la conosco personalmente nel gennaio del 2009 ad un convegno a Padova, in maniera del tutto casuale. Andando a berci un caffè in un coffee break di questo Convegno, viene fuori a dirmi: ma voi non lo vorrete mica denominare, cioè usare come brand, come marchio etc. con quello che di fatto è un’intitolazione alla memoria, quindi una cosa che ha un senso, una sua storia, una sua ratio ma che fatica ad essere veicolato come il brand, come il marchio di un luogo, di un’attività, di una cosa come il Centro Culturale.
Io lì ho appreso, a gennaio 2009 ero ancora Consigliere Comunale, non ero neanche Assessore, eravamo ancora nella scorsa legislatura. Ero in quelle condizioni di apprendere appunto, che questa era una discussione già aperta nella nostra Amministrazione, quindi è una discussione che esiste da tempo, ed è tutta giocata su questo tema. Ossia come si costruisce un logo, un marchio, per poi veicolare per quanto possibile in maniera efficace, in quella che gli esperti chiamano sistema di comunicazione visiva integrato, tutti gli aspetti che riguardano l’immagine e la percezione esterna visiva del Centro Culturale. Guardate che quasi tutte le esperienze, al di là delle intitolazioni alla memoria che sono molteplici, alla fine ci dicono che questi centri acquistano una denominazione nel senso comune. Ad esempio Bologna alla fine, la biblioteca civica di Bologna non è chiamata come dovrebbe essere chiamata, è chiamata Sala Borsa, perché nell’immaginario collettivo si è associato il fatto che fosse l’antica Sala della Borsa, al fatto che lì va ad ospitarsi adesso la Biblioteca Civica Comunale.
È da questo tipo di ragionamento che è nato il tutto, e questo ragionamento ci porta a dire: che l’intitolazione alla memoria della figura di Sandro Pertini non è assolutamente messa in discussione. Di questo si tratta, nel senso che la delibera del 2001 dice che il Consiglio decide di intitolare alla memoria quella struttura lì, che resterà intitolata alla memoria. Che avrà quindi nella sua denominazione, probabilmente qualcosa di molto simile a: Biblioteca Civica Centro Ricreativo Culturale e Multimediale Sandro Pertini. Dopodiché l’operazione che stiamo cercando di fare, come in parte coglieva nella sua interrogazione anche il Consigliere Boiocchi quando parlava di brand, cercare di capire come si può costruire il marchio che poi veicolerà. È un’operazione non tanto semplice, spesso questi luoghi vengono identificati nell’immaginario collettivo, sulla base di una loro origine storica ad esempio, quindi per noi è un’operazione in parte anche tutta da costruire.
Detto questo, abbiamo pensato che la cosa migliore da fare potesse essere una sorta di consultazione referendum, concorso di idee, tant’è che abbiamo messo lì qualche nome. Sul fatto che deciderà in ultima istanza la Giunta, sono io il primo a non essere molto convinto, perché francamente detto anche in maniera così, estremamente trasparente, non è detto che la Giunta abbia tutta l’immaginazione comunicativa necessaria per. Tant’è che ieri in conferenza stampa su questo punto, io mi sono limitato a dire: guardate che faremo non una classifica per punti, rendiconteremo l’esito, e dentro l’esito vedremo quali saranno stati i nomi che magari avranno addensato più preferenze, i nomi più originali, e su quello poi si farà una scelta, ma in maniera estremamente aperta. Il gioco, perché di questo si tratta, perché è una cosa banale da costo limitato, nel senso che è una roba dove facciamo qualche manifesto, abbiamo individuato dei luoghi di elezione dove mettiamo le urne, faremo un po’ di tamtam e cercheremo di coinvolgere la gente il più possibile. È possibile farlo anche sul sito internet nella individuazione di un nome. Il gioco è trovare un fuoco di interesse, cioè riuscire a cogliere con la collaborazione e la partecipazione della cittadinanza, quello che potrebbe essere un nominativo, un nomignolo addirittura da questo punto di vista, per distinguerlo, che può rappresentare meglio la percezione da parte del pubblico, dei cittadini, di quelli che saranno gli utenti di quella struttura come nome, come cosa che la identifica immediatamente.
Per fare un giochetto, mettiamo che alla città di Cinisello dovesse piacere un termine come Agorà, la costruzione del logo del marchio etc., il sistema integrato di comunicazione visiva sarà costruito su quel marchio, e poi la denominazione comunque sarà Agorà, e sotto si manterrà: Biblioteca Civica Centro Ricreativo Culturale e Multimediale Sandro Pertini, quindi l’intitolazione resterà.

(Intervento fuori microfono non udibile)

Ricreativo è uno degli elementi delle attività funzionali che saranno lì dentro, lo uso come esempio, non è una decisione presa. Però lo uso come esempio. Se uno dovesse dire lo chiamiamo Sandro Pertini, lo dobbiamo chiamare così, perché nel 2001 la Giunta delibera l’intitolazione, e allora diventa Biblioteca Civica Centro Culturale Multimediale, se volete si può aggiungere ricreativo, non lo aggiungiamo, Centro Culturale Multimediale Biblioteca Civica Sandro Pertini, è questo. La cosa che vi ho detto è una cosa diversa, anche perché poi nell’immaginario collettivo e nel comportamento quotidiano della gente, quella cosa prenderà un suo nome, e l’operazione che stiamo cercando di fare, è anticipare questo percorso per capire se c’è un nome su cui si può focalizzare quell’interesse.

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