Un dialogo tra Fabrizia Berneschi, autrice del libro, e Ivano Bison, giornalista.
Accompagnamento musicale di Minuccio De Vivo
Letture di Nicoletta Vitelli
Silvio Biritognolo, classe 1922 allo scoppio della Seconda guerra mondiale, era un vigoroso giovanotto e abitava nel podere "Arlena" a cinque chilometri da Bolsena, nel Lazio. Anche per lui, come per tanti suoi coetani conoscenti, arrivò la chiamata alle armi: destinazione Croazia. Con tristezza salutò la famiglia e la fidanzata la quale gli donò un piccolo quaderno ingentilito da un fiocchetto azzurro che tratteneva una medaglia con l’immagine della Madonna: sua personale protezione. Silvio usò quel quaderno come diario, per sfogare, forse il suo animo, lasciando così una traccia indelebile della tanto crudeltà vista e subita di ciò che l’uomo è in grado di fare ad un suo simile. Un foglio dopo l’altro seguiamo la "sua" guerra, con le varie peripezie per salvare la vita, a volte quasi per miracolo. Dalla Croazia il ritorno in Italia, il tradimento nel cercare un rifugio, il ricongiungimento al reggimento e il grande fronte di Cassino dove una catasta di soldati morti diventa il suo scudo di salvezza. Un piccolo diario, che diventa un documento storico, in grado di portarci in prima linea, a toccare con mano e vedere ciò che un conflitto bellico è stato capace di compiere. Una testimonianza scritta, che rimarrà nel tempo.
Fabrizia Berneschi
Di professione avvocato civilista, dirige un proprio studio legale in Cinisello Balsamo. Componente commissione famiglia e minori dell’Ordine Avvocati di Milano, ha ricoperto anche ruoli politici e istituzionali sia a livello comunale che provinciale. Iscritta dall’anno 2000 all’albo dei giornalisti pubblicisti. Madre di due figli: Nicolò e Ludovica.
Ingresso gratuito. Posti limitati
Prenotazione consigliata al link qui sotto
Obbligo di green pass rafforzato e mascherina FFP2