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Dicembre 2020 "Buon Compleanno Ludwig van Beethoven" 250 anni e non sentirli!

Dicembre 2020 vede compiersi il 250esimo anniversario dalla nascita del grande musicista e compositore tedesco Ludwig van Beethoven, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, icona di compositore moderno che, anche nel suo ultimo periodo più silenzioso, seppe realizzare meravigliose e immortali opere d’arte.
Se da un lato la natura benevola fu così generosa da renderlo a 4 anni un bambino prodigio, dall’altro lo beffò con una gravissima e progressiva sordità. Già a 27 anni non riusciva a sentire le voci sussurrate e a 48 non udiva nemmeno una nota di quelle che magnificamente componeva.

Ma con la sua marcata personalità e il suo genio creativo, nonostante avesse un carattere piuttosto arcigno e scorbutico e fosse completamente immerso nella vita culturale e politica della propria epoca, riusci, nelle sue opere ad essere libero dai vincoli della committenza di quel particolare periodo storico e, soprattutto, a superare il grande disagio psicosociale generato dalla sua condizione di progressiva sordità.

Nelle sue moderne composizioni, se da un lato tendeva a recuperare le forme musicali più primitive come la fuga e le variazioni, dall’altro si ingegnava a creare forme espressive sempre nuove.

Negli ultimi anni della sua vita, benché fosse completamente sordo, riuscì a creare gioielli della musica quali la Missa Solennise e la parte finale dalla Nona sinfonia, nella quale è compreso il brano l"Inno alla gioia" composto da Friedrik von Schiller nel 1785 che Beethoven musicò nel 1824.
Quest’ultimo brano, che esprime la visione idealistica di Schiller di fratellanza e solidarietà che Beethoven condivideva, venne scelto nel 1971 dalla commissione europea divenendo nel 1985 l’Inno ufficiale della Comunità Europea.

Beethoven mori a Vienna il 26 marzo 1827

Le sue numerosissime opere costituiscono un tesoro per l’umanità.
Resistendo ai mutamenti della società, ancora oggi, influenzano la musica contemporanea e sono state, e sono ancora, fonte di ispirazione nella musica pop, nell’arte figurativa, nei fumetti e strisce, nella letteratura, nel cinema e addirittura nei cartoni animati dal lungometraggio animato "Fantasia" della Disney del 1940 alla più recente e simpatica serie animata "Masha e Orso".

Ma chi era Ludvig van Bethoven ?

Biografia e opere maggiori

Ludwig van Beethoven nacque a Bonn nel dicembre 1770 (non vi è alcun documento ufficiale di registrazione nascita ma solo un certificato di battesimo indicante data del 17 Dicembre 1770) da una famiglia di umili origini che perpetuava una tradizione musicale da almeno due generazioni .
Gli ascendenti maschi van Beethoven erano infatti musicisti ma nessuno di loro espresse mai una grandezza comparabile a quella di Ludwig.
L’omonimo nonno paterno, che discendeva da una famiglia di contadini e umili lavoratori proveniente dalle Fiandre (nel Belgio settentrionale), era definito un buon musicista che divenne di fatto il Kapellmeister ( maestro di cappella, violinista e cantore) del Principe elettore di Colonia. Il padre Johana van Beethoven (1740 – 1792), invece, era uno dei tenori alla corte del principe arcivescovo Clemente Augusto di Baviera. Di quest’ultimo si legge che mediocre artista, dedito all’alcool e dai modi brutali, educò i suoi bambini con grande durezza e fruttò, sinché ne ebbe la possibilità, il talento di Lugwig per vantaggi economici personali.

La madre, Maria Magdalena Keverich (19 dicembre 1746 – 1787) era figlia di un cuoco dell’elettore di Treviri, Nel 1762, all’età di diciassette anni, andò sposa a un servo del principe elettore di Treviri, chiamato Laym, dal quale ebbe un figlio che morì poco dopo. A soli 19 anni rimase vedova e il 12 novembre 1767, contrasse nuovo matrimonio con Johann van Beethoven dal quale ebbe cinque figli dei quali solo tre sopravvissero. Il primo figlio, Ludwig Maria van Beethoven, nato presumibilmente il 2 aprile 1769, morì dopo appena sei giorni. Ludwig van Beethoven, fu il secondo, battezzato Il 17 dicembre 1770 nella Remigiuskirche (Chiesa di San Remigio) di Bonn venne battezzato e presumibilmente nato il 16 dicembre 1770 in quanto era costume dell’epoca battezzare i bambini il giorno dopo la nascita effettiva.
Gli altri due figli che riuscirono a raggiungere l’eta adulta ed ebbero un ruolo importante nella vita di Lugwig furono kaspar Anton Karl nato presumibilmente l’8 Aprile 1774 e morto nel 1815 e Nikolaus Johann battezzato il 2 ottobre 1776 e morto nel 1848.
Si legge che l’infanzia di Ludwig fu triste e disagiata: il padre, che non raggiunse mai il successo per sue doti artistiche ma si ripiegò nello sfruttare le predisposizioni musicali del figlio prodigio, lo ritirò da scuola a 10 anni perché voleva farne un piccolo Mozart, gli imponendogli lunghe ore di esercizio sul cembalo e sul violino.
Tra i primi insegnanti ebbe Christian Gottlob Neefe, musicista tedesco molto colto, allievo di Adam Hiller, che gli fece scoprire le opere di Johan Sebastian Bach. Neefe segnalò lo spiccato talento di Bethoven non ancora 13enne alla rivista " Magazin der Musik" che pubblicò poi la sua prima composizione.
All’età di 22 anni il giovane artista venne ospitato e preso a protezione dal Conte Waldstein, per studiare composizione con con il maestro austriaco Franz Joseph Haydn. Nello stesso periodo prese lezioni anche da Antonio Salieri, massimo esperto di “stile italiano” dell’epoca.
Il giovane compositore, seguendo il sentiero già tracciato da Mozart e Haydn, cercò, fin dalle prime opere, una nuova via compositiva, ricca di novità espressive e formali, che scardinasse gli schemi della forma sonata tipici della tradizione classica.

Precocemente iniziano a manifestarsi in lui i primi problemi seri di udito che lo portarono alla completa sordità degli ultimi anni di vita. Problematica questa che limiterà in parte i suoi rapporti sociali, probabilmente anche quelli relativi all’universo femminile, ma che non ne condizionerà il talento, l’estro e la espressività musicale.

Della sua vita sentimentale non si sa molto. Sembra si fosse innamorato in gioventù due volte di donne che poi, non potendolo ricambiare, sposarono entrambe uomini appartenenti a famiglie aristogratiche. Si desume poi, dall’esistenza di lettere d’amore appassionate ritrovate post morte, che avesse in età matura un amore nascosto, forse proibito.
In queste lettere, "all’immortale amata" che Schindler trovò in casa sua dopo la sua morte, si evidenzia come Beethoven fosse cosciente che quell’amore di cui scriveva così assoluto, fosse probabilmente impossibile. Forse, riconoscendo che non avrebbe potuto tener fede a quelle parole, conservò i manoscritti come un tesoro senza però mai condividerli con la donna dalla quale erano ispirati.

Rispetto le sue composizioni, sembrerebbe che almeno due delle sue opere, " Per Elisa e la celebre composizione “Al chiaro di luna” , siano state ispirate e scritte per due donne diverse.
In particolare la sonata al Chiaro di Luna sembrerebbe stata scritta da Beethoven per Giulietta Guicciardi, una sua allieva. Una tesi identifica proprio lei nell’immortale amata” delle sue lettere. Un altra tesi, invece identifica la donna delle lettere in Josephine Brunswisck, una delle due donne delle quali si innamorò in gioventù, sua allieva di pianoforte. Questa che sembrava inizialmente ricambiarlo, sposò però un conte che morì poco tempo dopo e non poté mai risposarsi con Beethoven che, se pur celebre, era un uomo comune e tale unione le avrebbe potuto far perdere alla donna la custodia dei figli aristocratici.

In quegli anni scrisse e completò la Sinfonia Eroica, la Terza sinfonia e la Sonata op. 31 n. 2 ed altre composizioni minori ma non di minore bellezza

In quasi tutti i salotti d’Europa in breve tempo con esecuzioni private o semi private, si ascoltavano le sue opere per pianoforte e le composizioni di musica da camera.

Le sue sinfonie invece gremivano le sale da concerto di pubblico in trepidante attesa di ogni sua composizione .

Con la maturità l’autore produsse opere con brani di estrema bellezza melodica e con una piena cantabilità che, rispetto alla dimensione estesa delle musiche precedenti, ricercavano una dimensione più intima di ascolto.

Anche se ormai completamente sordo, proseguì la sua ascesa sino alla sua morte, avvenuta il 26 marzo 1827, producendo numerosi capolavori.

Le opere di Beethoven son numerosissime ma non tutte furono ritenute degne di far parte del catalogo generale perché non del tutto completate, o perché non aventi il numero di Opus ( numero di opera) assegnato direttamente dall’autore o dai suoi editori.
Esistono quindi 138 opere di Beethoven censite nel catalogo ufficiale di Beethoven aventi numero di Opus, ma se ne contano almeno altre 228 che pur brani di particolare bellezza non rientrano nel catalogo originale per mancanza del numero ops

Tra le più celebri si ricordano:

opera 27 n2 ( sonata al chiaro di luna) Sinfonie n.3, 5, 6, 7, 9, Per Elisa, op 61 Concerto per violino e orchestra, 0pera 13 sonata n 8 (sonata Patetica), Sonata a Kreutzer, Concerto per pf n.5 .

approfondimenti:
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Data ultima modifica: 8 gennaio 2021
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