Marta Giannico, partita a settembre per la Grecia, ci aggiorna sui suoi primi mesi, tra albe spettacolari e progetti di migrazione!
"Sono passati sei mesi. Da un lato mi sembra di essere appena partita, dall’altro se penso a tutte le emozioni, le persone, i cambiamenti che questo periodo ha portato è come se stessi qui da una vita.
Adattarsi è stato in realtà meno semplice di quanto avessi immaginato, ma ora le cose vanno bene e le mie giornate sono decisamente piene: tre giorni alla settimana aiuto l’υπηρεσία πρασίνου di Korydallos, cioè i giardinieri che si occupano del verde del comune, per capire come ci si prenda cura di un parco, come piantare o potare. Ancora non mi sono abituata agli orari – si inizia alle 6.30 del mattino – ma il cielo all’alba è spesso talmente bello da ripagare i miei occhi sonnacchiosi, anche perché Korydallos è costruito sul fianco della montagna, abbastanza in alto, così che da molti punti si gode di una vista notevole.
Fare qualcosa di completamente diverso da quanto io abbia mai fatto finora, soprattutto all’inizio, è stato strano, ma ora che comincio a prenderci la mano dà le sue soddisfazioni e mi hanno anche fatto piantare il mio primo albero – che in realtà è una “bella di notte” quindi non proprio un albero ma non è questo l’importante.
Giovedì e venerdì invece partecipo ad un programma che è appena partito, in supporto a famiglie migranti: le mamme fanno lezione di greco, i ragazzi più grandi vengono aiutati nei compiti, mentre io e altre due ragazze teniamo i più piccoli, chiedendoci tutte le volte come sia possibile che abbiano così tanta energia. Per farli divertire le stiamo provando tutte, abbiamo iniziato dalle tempere – che se si vuole mantenere la stanza in condizioni accettabili non sono una buona idea – per arrivare ai palloncini e alla plastilina, ma spesso bastano semplicemente le sedie – che diventano percorsi ad ostacoli – o dei fogli: erano anni che non facevo una barchetta di carta o tagliavo il foglio per creare la forma di un fiocco di neve.
Naturalmente tutto questo non fa sì che non ci si goda il meritato tempo libero: insieme ai volontari delle altre associazioni di Atene stiamo approfittando di quello che la città offre, siano taverne in cui cenare – perché la cucina greca merita davvero – spettacoli teatrali o concerti, aspettando il momento, ormai non così lontano, in cui potremo tornare in spiaggia.
Concludo con un progetto piccolo piccolo, ma di cui vado abbastanza fiera, perché è tutto mio e di Iris: a dicembre abbiamo creato tre alberi di Natale di cartone su cui abbiamo incollato auguri scritti dai bambini di una scuola elementare di Korydallos e li abbiamo portati in un ospedale pediatrico. È stato un gesto più che altro simbolico, ma ci abbiamo messo tutto il nostro impegno – e la nostra scarsa manualità – e gli alberi sono stati molto apprezzati!
Sono passati sei mesi. Ne restano altri sei. L’avventura continua."