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n. 188 15.10.2012

ALDO TEDIOSI

"In questi giorni di avvio del nuovo anno scolastico alunni, genitori e personale della scuola stanno toccando con mano gli effetti nefasti dei piani di dimensionamento varati dalle Amministrazione regionali per l’anno scolastico 2012/2013. Scuole soppresse e smembrate per dare luogo a istituti comprensivi con più di mille alunni, organici ridotti, sedi prive di dirigenti scolastici. Tutto questo per ottemperare a una norma, la legge 111 del 2011, voluta dall’allora Governo Berlusconi, con l’unico obiettivo di risparmiare le spese della qualità del servizio scolastico pubblico. Una norma che lo scorso 7 giugno la Corte costituzionale ha pesantemente sanzionato, giudicandola illegittima, perché lesiva delle prerogative regionali in materia di riorganizzazione della rete scolastica.
Questa sentenza, però, è arrivata quando i processi organizzativi della rete scolastica per il 2012/2013 erano in via di ultimazione, così molte scuole ora si ritrovano ad avere subito un dimensionamento non solo disastroso sul piano didattico e organizzativo, ma anche illegittimo sotto il profilo costituzionale.
Per correre ai ripari, la Conferenza delle Regioni ha preso l’impegno di dare attuazione alla sentenza costituzionale a partire dall’anno scolastico 2013/2014 e il Governo, anche a seguito di una risoluzione approvata il 10 luglio al Senato, si è impegnato ad aprire un apposito tavolo di concertazione con le Regioni.
Poiché le decisioni per il prossimo anno dovranno essere assunte entro dicembre 2012 e data la delicatezza e rilevanza delle decisioni da assumere, sarebbe auspicabile che questo confronto di merito venga avviato quanto prima.
Ristabilire la legittimità costituzionale è l’occasione innanzitutto di sanare le tante situazioni in cui le scuole e i territori sono stati prevaricati e di ricreare le condizioni minime di qualità necessarie all’attività didattica e all’esercizio professionale.
I nuovi parametri dimensionali devono rispondere a criteri di funzionalità didattiche e organizzative delle scuole, per questo vanno superate le rigidità di criteri prettamente numerici e rispettate le specificità territoriali.
Ad esempio, il numero degli alunni non può essere uguale per tutte le scuole ma va rapportato al tipo di scuola e alle diverse realtà territoriali.
Considerato quanto sopra, chiedo di sapere dall’Assessore se intende rispettare la sentenza della Corte costituzionale e quali atti intende adottare per rivedere il dimensionamento già operato nella nostra città".

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