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n. 22 19.01.2012

FRANCESCO SCAFFIDI

Alcuni mesi fa, o qualche anno fa, avevo fatto un’interrogazione per l’intitolazione di una via a Padre Ronchi. Leggendo il giornale un paio di giorni fa, vedo un grosso articolo a firma del giornalista Palazzolo, Al santo nato in città sarà dedicato solo uno svincolo. C’è, poi, un bell’articolo che dice San Paolo del Brasile, gli hanno intitolato un intero viale in Cile. Nella Regione della Patagonia ci sono chiese, strade, strutture pubbliche, montagne, interi villaggi che portano il suo nome. Al suo missionario più importante, che in tutto il sud America è reputato un vero santo, Cinisello ha dedicato solo un budello di strada. Ha più il sapore di un dispetto immotivato che di una vera e propria intitolazione quella decisa dall’Amministrazione Comunale di Cinisello, che a fine anno ha dedicato a padre Antonio Ronchi, il missionario guanelliano, nato a Cinisello nel 1930, una bretella di 200 metri, che collega via Pizzi alla statale 36.
Mi meraviglio di questo, perché il Sindaco, che purtroppo è assente, al quale auguro una pronta guarigione, decantava tanto questa persona, perché lei è andata a trovarla più di una volta, insieme ai familiari. Mi meraviglio anche per il vice Sindaco, cattolico, dottor Ghezzi. Mi meraviglio che sia stata dedicata solo una bretella.
Volevo sapere le motivazioni di questo e avere una risposta per iscritto. Avere un personaggio del genere a Cinisello, per tutto quello che ha fatto all’estero, secondo il mio punto di vista e secondo quello dei cittadini meritava un rispetto diverso a quello che avete dato.
Sicuramente mi sarà risposto che non c’erano altre vie, io dico che si poteva anche aspettare. Si sono aspettati anni e anni, si poteva aspettare ancora per dare una via di merito a questo santo uomo che si è prodigato per gli altri, che è andato in missione, ha lasciato la sua famiglia per andare all’estero e dare tutto a quei popoli che avevano bisogno.
……..

Mi consenta Presidente, perché è interessante l’articolo che ha scritto il giornalista e prima mi sono dimenticato di leggere tutto il passaggio:
Padre Ronchi è nato in via Montenero, è morto nel 1997 in Patagonia. Dagli anni ’50 ha portato la civiltà in una vasta regione dell’estremo sud America, prima di allora povera e disabitata. La sua figura, per la quale in sud America è stata richiesta la beatificazione, ha atteso per oltre un decennio che la sua città natale le offrisse un segno di riconoscimento. Da anni si era chiesta l’intitolazione di piazze e strade ma per un motivo davvero inspiegabile la Commissione politica che si occupa della toponomastica ha deciso di conferire il suo nome a un luogo insignificante, poco più di uno svincolo della via Pizzi, che si immette su viale Brianza. Un gesto triste e sconclusionato che la Giunta ha ratificato senza battere ciglio, relegando nel dimenticatoio uno dei figli più brillanti e altruisti di questa città, che pare incapace di riconoscere i suoi talenti. Nella stessa delibera la Giunta ha conferito il nome di Tommaso Edison al nuovo collegamento sul lato est della statale 36, dalla rotonda di via Finale alla rotonda di via Notti, il tratto di collegamento tra via dei Pizzi di Cinisello e la via Normerina di Monza. Si chiamerà via Normerina il nuovo sottopasso che collegherà via Caldara e via Cornaggia, la nuova via di piano regolatore che collega la rotonda via De Amicis e la via Pizzi sarà Petrella.
Grazie, a voi le conclusioni.

RISPONDE IL VICE SINDACO

Rispondo all’interrogazione del Consigliere Scaffidi in merito all’intitolazione della via a Padre Antonio Ronchi.
Su quel libro nel mezzo della sala, nella pagina qui, guardando il libro di destra, c’è l’elenco di queste persone religiose originarie di Cinisello che svolgono un servizio nel mondo.
Il primo di quella lista è padre Mario Fumagalli, che è morto in India diversi anni fa dopo quarant’anni di missione ed è una persona che non ha nessuna intitolazione di via a Cinisello, eppure, ha reso comunque un servizio alla cittadinanza, così come stanno facendo gli altri che sono ancora in vita.
Questo lo dico con la stima, il rispetto e la devozione che ho per padre Antonio Ronchi. È stata intitolata una via a padre Antonio Ronchi e sono contento di questo, il problema è che a Cinisello ormai di vie da intitolare ce ne sono ben poche.
Siccome la richiesta fatta da alcuni cittadini giaceva da un po’ di tempo, questa è stata la prima occasione e non sappiamo quando si verificherà una prossima occasione per intitolare una via di Cinisello a qualcuno.
Io non posso intervenire su quello che è stato fatto prima o sulle intitolazioni che sono state fatte negli anni recenti, posso solo dire quello che è successo adesso e quello che succederà più avanti. In previsione non ci sono grosse vie che abbiano le caratteristiche di cui parlava prima il Consigliere Scaffidi.
L’intervento è stato fatto in quest’ottica e secondo la logica di dare corso alle richieste dei cittadini e riconoscere il ruolo svolto nel mondo da una persona originaria di Cinisello Balsamo, non c’era nessuna volontà di altro tipo, sicuramente non c’era la volontà di sminuire la figura del missionario.

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