ALLE VITTIME DELLE GUERRE

E poi sulla terra intera a innalzare
monumenti AI CADUTI!
così felici di essere caduti!

Ma provate a fissare qui corpi squarciati,
a fissare la loro smorfia ultima
sulle facce frantumate,
e quegli occhi che vi guardano.

Provate a udire nella notte
l’infinito e silenzioso urlo degli ossari:

Uccideteci ancora e sia finita!

E poi sulla terra intera
Padre David Maria Turoldo

La guerra non ha più senso per il semplice fatto che non si vince più.
Per il semplice fatto che anche una guerra vinta non chiude il conflitto
che voleva chiudere: lo riapre in forme più nuove e terribili.

Padre Ernesto Balducci
(Santa Fiora, 6 agosto 1922 - Cesena, 25 aprile 1992) è stato un presbitero, editore, scrittore e intellettuale (vedi scheda allegata alla biografia di Giuseppe Gozzini).

Il mio era (ed è) un pacifismo non dogmatico, aperto nel senso che fa i conti con la politica di cui ho un grande rispetto. Non ero così sprovveduto, ad esempio, da non accorgermi che, in quel periodo di grandi guerre di liberazione, chi aveva imbracciato un fucile stava sotto le bombe, non sapeva che farsene della mia coscienza. I dannati della terra non hanno bisogno di anime belle.
Il valore profetico della nonviolenza evangelica, nel quale ancora mi riconosco, nasce da una fede che fa i conti con la storia e non mi esonera dal scegliere da che parte stare da cristiano, quindi come uomo tra gli uomini, in piena libertà e autonomia. Questo, fra l’altro, è il significato vero della laicità, che è tutta da imparare e da praticare.
Dire no alla chiamata alle armi è stata per me (e lo sarebbe anche oggi) una vocazione particolare e parziale, insostituibile e necessaria fin che si vuole, ma non universale. Una parte dell’arcipelago pacifista identifica il male con la guerra, approdando così a un pacifismo assoluto che oscura o trascura, ad esempio, le cause della guerra - lo sfruttamento economico e l’oppressione politica, la fame e la disoccupazione - che sono altrettanti mali contro cui lottare.
[...] Io penso che l’obiezione di coscienza non è solo quella al servizio militare: ogni volta che un uomo rifiuta di diventare complice di una situazione ingiusta, di eseguire comandi o compiere azioni contrarie ai suoi principi, si ha obiezione di coscienza. In questo senso obiettori lo si è nella vita, nella scuola, sul lavoro, in famiglia, nei rapporti sociali, nell’attività politica.

Giuseppe Gozzini, primo obiettore di coscienza cattolico in Italia.

La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.

La guerra che verrà
Bertolt Brecht

Eugen Berthold Friedrich Brecht detto Bertolt (Augusta, 10 febbraio 1898 - Berlino, 14 agosto 1956) è considerato il più influente drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco del XX secolo.

Convenzione costituente una Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura
UNESCO, Londra, 16 novembre 1945

I Governi degli Stati aderenti alla presente convenzione, a nome dei loro popoli dichiarano:
che le guerre nascono nell’animo degli uomini ed è l’animo degli uomini che deve essere educato alla difesa della pace.
Che l’incomprensione reciproca dei popoli è sempre stata, nel corso della storia, all’origine del sospetto e della sfiducia tra le nazioni e i loro disaccordi hanno troppo spesso provocato delle guerre.
Che la grande e terribile guerra appena terminata è stata resa possibile dal rinnegamento dell’ideale democratico di dignità, di uguaglianza e di rispetto della persona umana e della volontà di sostituirlo utilizzando l’ignoranza e il pregiudizio, dogma dell’ineguaglianza delle razze e degli uomini [...]