FREDDI SOLE AMERICANO

Nacque il 22 gennaio 1921 a San Martino in Beliseto, frazione di Castelverde (Cremona). Celibe.

Arruolato nell’Esercito come marinaio fuochista, fu imbarcato sul cacciatorpediniere Ascari.

Il 24 marzo 1943 l’Ascari, durante una navigazione con altri tre cacciatorpedinieri (Camicia Nera, Leone Pancaldo e Lanzerotto Malocello) per trasportare truppe in Tunisia, andò in aiuto del Lanzerotto Malocello che aveva urtato una mina. Mentre i marinari soccorrevano i naufraghi, anche l’Ascari urtò tre mine che ne provocarono l’affondamento.

I morti furono centonovantaquattro italiani, più un centinaio di soldati tedeschi che l’unità aveva a bordo. Il 24 marzo 1943 Freddi Sole Americano venne dichiarato tra i dispersi di quella tragica missione.

Il suo nome compare sulla lapide Ai dispersi della seconda guerra mondiale sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5.

PER APPROFONDIRE

La sera del 23 marzo 1943 il cacciatorpediniere Lanzerotto Malocello partì da Pozzuoli (Napoli) per trasportare truppe tedesche a Tunisi (Tunisia) insieme ai cacciatorpedinieri Leone Pancaldo e Camicia Nera. Nella mattinata del 24 se ne aggiunse un quarto, l’Ascari, che divenne capo formazione.
Alle 7.28 del 24 marzo, mentre navigava a ventisette nodi con rotta a zig zag, poco distante da Capo Bon (Tunisia), il Lanzerotto Malocello urtò una mina, sbandò e restò immobilizzato a causa dei gravi danni subiti. Gran parte del personale di macchina morì a seguito dello scoppio delle tubature o per il vapore surriscaldato che ne fuoriuscì. Alcuni uomini caddero o si gettarono in mare, il resto dell’equipaggio e delle truppe rimase allineato sul ponte in attesa dei soccorsi.
Mentre il Leone Pancaldo e il Camicia Nera furono fatti proseguire, l’Ascari si affiancò al Lanzerotto Malocello per trasbordarne i superstiti; ma il sistema TAG rilevò un siluro, obbligando l’Ascari ad allontanarsi dal Lanzerotto Malocello.
Su quest’ultimo, alle 8.35, fu dato ordine di abbandonare la nave e, dieci minuti dopo, a un’ora e un quarto dall’urto contro la mina, il cacciatorpediniere si rovesciò, si spezzò in due inabissandosi a ventotto miglia a settentrione di Capo Bon (Tunisia).

Anche l’Ascari, nell’atto di soccorrere i naufraghi sparpagliati dal mare mosso in un raggio di oltre un chilometro, urtò tre mine: la prima distrusse la prua, la seconda asportò la poppa e la terza ne provocò, alle 13.20, l’affondamento.
Quattro ore dopo l’inabissamento dell’Ascari (e quasi nove dopo quello del Lanzerotto Malocello) alcuni MAS, partiti da Biserta (Tunisia) e Pantelleria (Trapani), recuperarono i sopravvissuti delle due navi: novantacinque ufficiali e marinai degli equipaggi (su quattrocentoottantotto) e un centinaio di militari tedeschi (su seicentocinquanta).



GALLERIA FOTOGRAFICA

Cacciatorpediniere Ascari

Estate 1940, cacciatorpediniere Ascari

Cacciatorpediniere Lanzerotto Malocello

Cacciatorpediniere Camicia Nera

Cacciatorpediniere Leone Pancaldo