PARAVISI GIOVANNI

Nacque il 9 novembre 1910 a Stezzano (Bergamo) da Antonio Paravisi e Innocente Allegrini. Sposato con Dolores Elisei, abitava alla Cascina Nigozza in via Risorgimento 19 a Cinisello Balsamo e svolgeva la professione di laminatore alla Falck Vittoria.

La notte tra il 27 e il 28 marzo 1944 fu arrestato presso la sua abitazione per aver partecipato allo sciopero iniziato l’1 marzo 1944 e che per otto giorni aveva bloccato le più grandi fabbriche del Nord.

Con Paravisi furono arrestati altri operai di Cinisello Balsamo, un gruppo due settimane prima e un gruppo la sera stessa.
Qualcuno ricordava che la notte tra lunedì 13 e martedì 14 marzo del 1944 soffiava un forte vento. Ma il piccolo paese di Cinisello Balsamo non fu svegliato solo dal vento o dagli allarmi per i bombardamenti. Uno strano movimento di gente per strada in più punti dell’abitato mise tutti in allarme. Erano i militi fascisti che, accompagnati da una lettiga per mascherare le loro vere intenzioni, stavano arrestando alcuni operai delle fabbriche di Sesto San Giovanni che avevano scioperato. Li prelevarono dalle loro abitazioni uno dopo l’altro come in una tragica Via crucis. Furono arrestati: Angelica Belloni, Rosa Crovi, Maria Fugazza, Ines Gerosa, Riviero Limonta, Giovanni Ragazzo, Rodolfo Remigi, Giovanni Vergani, Tarcisio Vergani, Addone Visioli e Marcello Zaffoni.
La stessa tragica scena si ripetè due settimane dopo, la notte tra lunedì 27 e martedì 28 marzo, quando ancora tutti si stavano domandando dove fossero finiti quei poveri malcapitati. Quella fu la volta di: Attilio Barichella, Cesare Berna, Fedele Fumagalli, Giuseppe Galbiati, Carlo Limonta, Giovanni Paravisi e Angelo Tesser. Solo Aldo Beretta riuscì a fuggire dalla sua abitazione; verrà però arrestato il 22 ottobre in un locale pubblico e deportato come tutti gli altri. Molti di loro non tornarono, lasciando a casa vedove, orfani e genitori disperati.
A quei tempi Cinisello Balsamo contava poco più di tredicimila abitanti; tutti sapevano quello che era accaduto e tutti si conoscevano, per cui la notizia di quegli arresti ingiustificati fu per il paese un vero sconvolgimento.

Nella giornata del 28 marzo Paravisi venne rinchiuso a Milano, prima a San Fedele e poi a San Vittore; il 31 marzo passò amministrativamente nel braccio tedesco dello stesso carcere. Venne in seguito condotto a Bergamo e incarcerato nella Caserma Umberto I.

Il 5 aprile fu caricato su vagoni piombati che partirono dalla stazione di Bergamo e giunsero a Mauthausen (Austria) l’8 aprile, vigilia di Pasqua. Nel Lager gli fu assegnata la matricola 61710. Il 7 maggio 1944 venne trasferito a Gusen (Austria), dove morì il 29 aprile 1945. Dai documenti risulta deceduto per: "insufficienza cardiaca e nefrite".

Dopo la Liberazione gli fu riconosciuta, per un periodo di diciannove mesi, la qualifica di partigiano operante con la 184^ Brigata Garibaldi S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica) Luciano Migliorini.

Nel 1945 alcuni giovani intitolarono a suo nome una Società calcistica (che però ebbe breve durata) e un bar, all’interno del quale campeggiava la sua fotografia.

L’Amministrazione comunale gli intitolò una via cittadina.

Il suo nome compare:
- sulla lapide Ai martiri della Resistenza e della deportazione sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5;
- su uno dei masselli del monumento Al deportato sito all’interno del Parco Nord Milano a Sesto San Giovanni;
- sulla targa A ricordo dei caduti nel campo di sterminio nazista di Gusen;
- sul monumento sito a Sesto San Giovanni in piazza Hiroshima Nagasaki;
- sul quadro sito a Sesto San Giovanni all’Istituto di Storia della Resistenza e del Movimento Operaio;
- sulla lapide sita a Sesto San Giovanni su una parete del reparto Falck Vittoria.

Inoltre i deportati che partirono su vagoni piombati dalla stazione di Bergamo verso i campi di concentramento sono ricordati, senza indicazione del nome, sulla lapide Ai lavoratori deportati a seguito degli scioperi del 1944 nell’Italia settentrionale sita nella stazione ferroviaria di Bergamo.

Vai alla scheda: "La storia nelle strade".

Certificato penale
Dichiarazione della Commissione della Falck
Atto di morte
Domanda di ammissione all’A.N.P.I.
Documento del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Servizio Internazionale di Ricerche


GALLERIA FOTOGRAFICA

Giovanni Paravisi

Giovanni Paravisi

Paravisi è ricordato nel cimitero di Cinisello dove è sepolta la madre

Targa di via Giovanni Paravisi

Via Giovanni Paravisi

Parco Nord, Monumento Al deportato, massello dove è inciso il nome di Giovanni Paravisi

Cascina Nigozza in via Risorgimento dove fu arrestato Giovanni Paravisi