Ex internato militare "I.M.I. 750/367" e deportato politico nei Lager nazisti (1943-1945).
Nato a Genova il 23 giugno 1920 è cresciuto nella scuola e gioventù fascista, prima come scolaro poi come laureando d’ingegneria. Nel 1950 si laurea con lode in geologia.
Mobilitato nel 1942, è catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943 in Alessandria, in forza al 121° Artiglieria, ufficiale da quattro giorni senza ancora aver giurato e senz’arma, dopo aver ricevuto ordini ambigui di "parvenza di resistenza" e di “resistenza senza far uso delle armi" (sic).
Dopo un’evasione fallita, è rinchiuso nella cittadella di Alessandria e deportato in Germania per essersi rifiutato di arruolarsi nelle Waffen SS per servizio di ordine pubblico, con la prospettiva di dover rivolgere le armi sugli italiani.
Internato militare (I.M.I.) in Germania e Polonia, in nove Lager, un forte e tre lazzaretti, viene punito, come deportato politico civile nemico dell’Europa, ai lavori forzati nello Straflager di Colonia (dipendenza del KZ di sterminio di Buchenwald) dove, il 25 agosto 1944, prende parte, con 369 sottotenenti-studenti, a un ammutinamento per renitenza al lavoro.
E’ poi ospedalizzato per dissenteria dopo aver perso 14 chili in 25 giorni di lavoro duro con febbre anche a 40 gradi.
Nei venti mesi nei Lager ha opposto 75 "NO!" ai nazi-fascisti, di cui sette all’arruolamento nelle SS, cinque nelle divisioni della Repubblica di Salò, circa sessanta rifiuti di lavoro civile nel Reich e uno in Italia, motivati dalla volontà di difendere secondo coscienza la dignità dell’uomo (senza nome, numerato come cosa) e i valori patriottici, religiosi ed etici.
Nei Lager annota un diario clandestino e sessanta poesie per crearsi una specie di evasione virtuale e per ricordarsi di essere sempre uomo e non un numero!
Giuramento segreto da ufficiale: il 4 dicembre 1943, a Chelm in Polonia.
Liberato e ripreso dai tedeschi nel settembre del 1944 e nell’aprile del 1945 e definitivamente il 22 aprile 1945 dall’Of.83 di Wietzendorf, da dove raggiunge le linee alleate a Bergen-Belsen con una drammatica marcia di 12 km in 12 ore, sorretto da un compagno (due secondi per passo!), malato e dimagrito di 34 chili.
Rimpatriato il 26 agosto 1945, chiede scusa alla madre di averla fatta soffrire scegliendo la via del Lager piuttosto che la via di casa contro coscienza.
Coniugato e con un figlio, nel dopoguerra lavora per oltre 40 anni in cinque continenti come geologo minerario, pioniere e dirigente A.G.I.P (Azienda Generale Italiana Petroli), poi come professionista, docente universitario di energia geotermica, esperto C.E.E. (Comunità Economica Europea) e O.N.U. (Organizzazione delle Nazioni Unite).
Dopo 35 anni di rimozione totale della memoria dei Lager, riesce finalmente a recuperarla e da 20 anni porta la sua testimonainza (anche nelle scuole) e collabora come ricercatore storico con alcune Associazioni di reduci (A.N.R.P. - Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, G.U.I.S.Co. - Gruppo Ufficiali Internati Straflager di Colonia, A.N.E.I. - Associazione Nazionale ex Internati, A.N.P.I. - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, A.N.E.D. - Associazione Nazionale ex Deportati), facendo rivivere quella terribile esperienza attraverso i racconti di altri internati.
Saggista, articolista e memorialista della deportazione, autore e curatore di numerose pubblicazioni, tra cui una bibliografia dell’internamento (Per non dimenticare...) e un memoriale autobiografico ("NO!”)
Il suo ARCHIVIO I.M.I., con biblioteca, è stato donato all’Istituto di
Storia Contemporanea P.A. Perretta di Como.
GALLERIA FOTOGRAFICA