LA GUERRA D’ETIOPIA (AFRICA)

Con il termine guerra d’Etiopia (talvolta nota anche come guerra d’Abissinia) ci si riferisce ai combattimenti tra le forze italiane ed etiopi durati sette mesi tra il 1935-1936.

Dopo il 1929 l’espansione imperiale divenne uno dei temi favoriti del governo fascista che aspirava alla ricostituzione di un impero, sullo stile dell’impero romano.

L’Etiopia era l’unico stato, insieme alla Liberia, ancora indipendente, e quindi una sua eventuale invasione non avrebbe dovuto provocare, in teoria, nessun intervento internazionale. Oltre a ciò, con la vicinanza dell’Eritrea a nord e della Somalia italiana a sud, si sarebbe potuta determinare la creazione di un’importante zona di influenza italiana.

Pertanto il 2 ottobre 1935 l’Italia dichiarò guerra all’Etiopia.

La Società delle Nazioni, espressione principalmente della volontà della Francia e del Regno Unito, il 7 ottobre condannò l’attacco italiano e il 18 novembre l’Italia venne colpita da sanzioni economiche.

Fu una guerra terribile che costò la vita a 275.000 soldati etiopi (500.000 furono i feriti), a 4.350 tra soldati e civili italiani e a 3.000/4.500 ascari, militi indigeni che combattevano con le forze coloniali, (9.000 furono i feriti).

Di fronte a una situazione sempre più disperata il 2 maggio 1936 Hailé Selassié abbandonò la guida delle truppe etiopi e la capitale e si recò in esilio con il tesoro della corona, con il quale continuò a finanziare la resistenza all’occupazione italiana fino al 1941.

Il 5 maggio le truppe italiane entrarono nella capitale Addis Abeba e il maresciallo Badoglio telegrafò a Mussolini: "Oggi, 5 maggio alle ore 16.00, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in Addis Abeba."

In Italia la conquista dell’Etiopia segnò il punto di maggior consenso popolare al regime fascista.

Il 7 maggio l’Italia annetté ufficialmente l’Abissinia e il 9 maggio, dal balcone di Palazzo Venezia, Mussolini annunciò la fine della guerra e proclamò la nascita dell’Impero, riservando per Vittorio Emanuele III la carica di imperatore d’Etiopia e per entrambi quella di primo maresciallo dell’impero.

Eritrea, Abissinia e Somalia Italiana vennero riunite sotto un unico Governatore e il nuovo possedimento coloniale venne denominato A.O.I. (Africa Orientale Italiana).

Il 4 luglio la Società delle Nazioni decretò terminata l’applicazione dell’articolo XVI e le sanzioni caddero il 15 dello stesso mese.

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GALLERIA FOTOGRAFICA

Mussolini saluta le truppe che si recano in Etiopia

Montevarchi (Ar), partenza di soldati per l’Etiopia

Il generale Emilio De Bono (terzo da destra) all’inizio della guerra

Etiopia, 305° Autoreparto Speciale, fotografia di Carlo Michelotti

Etiopia, lunga fila di soldati deceduti durante la guerra, fotografia di Carlo Michelotti

31 maggio 1936, Etiopia, Dembeguinà, la guerra è appena terminata, fotografia di Carlo Michelotti

17 maggio 1936, Etiopia, Tacazzè, ponte nuovo in costruzione, fotografia di Carlo Michelotti

9 maggio 1936, Roma, Palazzo Venezia il duce proclama l’impero

Gazzetta del Popolo, il duce annuncia al mondo che l’Italia è un impero

La Domenica del Corriere, immagine che rappresenta la conquista dell’impero

Francobollo celebrativo della guerra in Africa Orientale

Pubblicazione mensile dell’Istituto Fascista dell’Africa Italiana

Come la propaganda fascista illustrava la popolazione etiope

Propaganda fascista sul colonialismo

Cartina dell’impero sulle pagine di un libro di scuola